Articolo: «Non c’è libertà senza dissenso Troppa tecnologia può uccidere il pensiero scomodo» (Carlo Fusi su Il Dubbio intervista Giulio Giorello)

Si infatti non azzardarti più a buttare la tua propaganda in forum per poi rifiutare di rispondere a domande e solide critiche a riguardo. Non stai rispondendo nel merito ad altri, e non lo fai a me. Finché fai così, piuttosto di ammettere tra le varie cose che non avevi capito come funziona la non-violenza, non sei un pirata bensì un carrierista.

Lince, era un articolo con un’intervista ad uno dei più grandi filosofi italiani. Se pensi che sul forum debbano esserci solo le tue elucubrazioni abbiamo un problema.

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Se metti articoli che ti fanno comodo e poi non sei disponibile ad affrontarne la critica, abbiamo un problema bis. Perché allora saresti uno spammer…

Non è necessario criticare tutto. Si può anche solo leggere. È l’idea delle rassegne stampa sai… Il mondo è bello perché è vario, anche se non entra perfettamente all’interno della nostra visione. E comunque stai tranquillo, ti lascio campo libero. Credo che chiunque possa tranquillamente farsi un’idea propria senza necessariamente che io gli dica cosa pensare. Non ho alcuna volontà di avere ragione su di te. Leggo Giorello e leggo te, e mi faccio una mia idea.

Stai dicendo che sei opposto all’analisi e a favore dell’indottrinamento?? Chi le cose le legge e le fa leggere ma non lavora a comprenderle, a vederci i pregi e i difetti, non sta facendo un lavoro di integrazione in un pensiero comune del partito… sta solo creando confusione… o addirittura favorendo manipolazione.

necessariamente che io gli dica cosa pensare

Stai rifiutando il concetto di dibattito razionale e piuttosto teorizzando che qualsiasi ragionamento espresso sarebbe di per se una manipolazione, non un passo a comprendere più a fondo?

Io invece ritengo il compito primario di questo forum di capire cosa stiamo postando e di trarne un guadagno in saggezza… e la prospettiva di ogni lettore è utile… e se c’è qualcosa da debunkare, è importante farlo… non lasciare che delle baggianate restino li a confondere le menti di chi non è preparato a riconoscere le false informazioni. O in questo caso le false deduzioni da assenza di sufficiente conoscenza.

Non eravamo il partito a favore della conoscenza? Non è conoscenza se le cose si buttano solo lì, senza approfondimento. Senza predisposizione al fact-checking. Rifiutando addirittura di rispondere alle critiche.

C’è chi dice… don’t feed the troll, ma io sono troppo buono.

Credo che ciascuno abbia diritto a pensare prima di parlare. A me capita così di solito. E quindi sto pensando. Intensamente. Mi sembra anche di averti già detto che ho un po’ di cose da fare che ritengo più importanti di stare qui a parlare con uno che al più continua a citare se stesso e mi considera un pagliaccio e ritiene che uno dei maggiori studiosi della conoscenza come Giorello sia un “cretino”. Sinceramente non so cosa potrei mai aggiungere di sensato a questa discussione.

Bhe è possibilissimo che in questo particolare caso sia un #aggettivoLynxiano# anche perche esiste l’Argumentum ab auctoritate ! Che invaliderebbe dialetticamente la tua motivazione a dubitare di lynx solo perche non rispetta la visione di una presunta autorità;

C’è chi dice… “don’t feed the troll” perché nonostante i documenti e gli studi gli siano stati presentati varie volte, secondo le quali è un dato scientifico che “don’t feed the troll” non funziona e ha risultati opposti, non solo insiste a considerarlo un metodo applicabile, oltre a non sentirsi in colpa nell’uso di tale frase per trasmettere un insulto. E poi parla di non-violenza senza averne capito un accidente.

Abbiamo un forum pieno di gente che si orienta ai valori hacker, ma poi ti presentano le presunte autorità — persone che magari decenni prima hanno svolto dei lavori meritevoli e in contesti completamente diversi, completamente estranei alla loro competenza, ora esigono di essere ascoltati come papi. O diciamo che nella cultura italiana sono abituati di essere ascoltati in quel modo e non criticati per l’incompetenza. Io non insulto gente se non dopo avere ampiamente dimostrato la loro incompetenza. Attualmente ho dimostrato che @exedre non sa di cosa parla quando sbandiera la non-violenza e ho dimostrato che il professore Giorello non sa di cosa parla quando è terrorizzato dall’idea di esercitare democrazia in via digitale, o almeno dubito abbia inteso liquid feedback come @exedre vorrebbe farci credere, e inoltre dubita della possibilità di fare algoritmi di software libero, che significa semplicemente che a forza di stare a guardare lo sviluppo delle cloud si è perso la capacità di immaginare un mondo ragionevole. Certo, si può sempre ridurre tutta la dovuta critica alle parole “pagliaccio” e “cretino”, come se in questo modo si avesse affrontato il discorso. In realtà si sta solo aggiungendo noise.

Macosadiav… :flushed:

Mi piacerebbe considerare questo dialogo per quello che è, ossia: l’ntervista che un giornalista (con una forte avversione per Rousseau e le manipolazioni dei social) ha rivolto a un’epistemologo (autorevole e dotato di competenze umanistiche e scientifiche ma con una scarsa conoscenza di tutti le implicazioni tecniche).

Mi piacerebbe se potessimo semplicemente prendere atto che l’autorevolezza (vera o presunta) dei due interlocutori può comunque condizionare l’attuale dibattito (pur limitatamente all’autorevolezza che può offrire un giornale fondato da… Sansonetti).

Mi piacerebbe, @lynX se evitassi di dare del cretino a un intellettuale che ha offerto spunti molto interessanti alla filosofia attuale, una persona che tutto è tranne che cretina e il cui difetto principale, credo sia il fatto di essere il peggior barzellettiere del nostro tempo http://www.radioradicale.it/scheda/545297?p=0&s=355 ?

Già…

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Io volevo postare questo (lei è la fidanzata di Musk, ed ha scritto questa canzone dedicandogliela) come risposta ma avevo paura di far degenerare troppo la discussione. Siccome è degenerata da sola credo lo farò comunque

Imho il problema è che semplicemente si torna al discorso che facevamo nel mio post di presentazione. Questa è gente che parla ignorando i fenomeni che descrive, anche perchè chiedere ad un epistemiologico di parlare di tecnologia è come chiedere a me di parlare di Filologia greca.

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Quindi abbiamo imparato che quando ci viene in mente una buona idea, bisogna tirarla fuori subito! :slight_smile: :smile:

Capisco e credo che possa valere per Giorello, ma non sono così certo… sarà perché ho studiato troppa filologia greca ma credo che oggi fare epistemologia senza conoscere a fondo le nuove tecnologie dell’informazione, sarebbe come fare filologia greca senza conoscere le dinamiche che la stampa ha determinato per la trasmissione dei testi classici (eh… vuoi mettere la poesia di un copista che trascrive in silenzio e leeentaaameeenteee? mica queste diavolerie moderne fatte in serie!)…

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Però scusate, capisco le differenze generazionali, il fatto che un certo linguaggio non sia facilmente accessibile a tutti, che anche alcuni concetti non lo siano, ma qui stiamo parlando di gente comunque con i contro-coglioni, non degli spettatori di “Amici” (con tutto il rispetto #maancheno, sempre politicamente parlando).

Le cose complesse sono complesse e le menti superiori sono superiori: negarlo fa un po’ tenerezza e se c’è qualcosa che mi ha sempre dato un enorme fastidio è la tendenza a rallentare il più veloce invece che far correre il più lento un po’ di più.

Ergo: se vogliamo colmare il divario (non solo generazionale ma anche e soprattutto culturale), cerchiamo di spingere di più e meglio da basso, perché anche se il letame è un ottimo fertilizzante, sempre di merda stiamo parlando.

Concludendo: può darsi che sembri che questa gente ignori i fenomeni di cui parla, ma è molto più probabile che si ignori o non si capisca quello di cui questa gente sta parlando, perché ci mancano le basi, l’applicazione e una cinquantina di anni sulle spalle.

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Io ho semplicemente detto che secondo me non ha chiaro ciò di cui parla, ma non perchè lui sia ignorante (tbh fino a ieri ne ignoravo l’esistenza, quindi sarebbe semplicistico darne un giudizio leggendo una singola intervista), quanto perchè nessuno, e questo comprende di sicuro anche lui, ha chiare le dinamiche dei social e delle bolle sociali. Stiamo parlando di argomenti talmente complessi, che hanno plasmato il mondo senza che noi ci accorgessimo di questo cambiamento. Considerando le conseguenze della primavera araba, Cambridge analitica, pizza gate ed affini ci rendiamo conto che non siamo assolutamente in grado di comprendere questi fenomeni. Andare a pontificare su questo terreno è una cosa che trovo abbastanza ingenua, proprio perchè il suo pensiero non ha fondamento.

Di sicuro la mia mentalità scientifica mi azzoppa molto perchè quando si parla di fenomeni che possono essere descritti in maniera formale mi trovo in disaccordo con chiunque abbia opinioni, proprio perchè sono opinioni e non verità basate su fatti

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Infatti nel mio sentire non l’ho dato alla sua persona (che non conosco) ma solo ai contenuti in questa intervista che la persona che ha postato non ha postato senza secondi fini in mente, ma di influire sul generale sentire del partito in modo irrazionale, distante dall’applicabilità al contesto. In pratica mi sono dovuto arrabbiare e mi sono sfogato contro una persona che per fortuna non è presente, altrimenti sarebbe l’ennesima persona opinata ed irrazionale in questo partito.

L’idea che non sia distopica mette i brividi.

In tal caso starebbe a parlare di tutt’altro di quello che noi abbiamo pensato di cosa stia a parlare. In tal caso l’intero post sarebbe off-topic.

O che coloro che hanno la necessaria competenza digitale stanno nel camerino a scrivere proposte per risolvere questi problemi, ma pochi li capiscono.

Andare a pontificare su questo terreno è una cosa che trovo abbastanza ingenua, proprio perchè il suo pensiero non ha fondamento.

Yes.

Di sicuro la mia mentalità scientifica mi azzoppa molto perchè quando si parla di fenomeni che possono essere descritti in maniera formale mi trovo in disaccordo con chiunque abbia opinioni, proprio perchè sono opinioni e non verità basate su fatti.

Ed è esattamente questo che @erdexe è venuto qui a criticare, che ci possa essere un metodo per fare politica basata su fatti è verità piuttosto che opinioni. Per questo sta evitando ogni dibattito razionale ma insiste a postare materiali opinati. Forse secondo lui il pluralismo ha nulla a che vedere con verità scientifiche, ma ce lo può dire lui se è così.

Secondo me il punto che a pochi è chiaro è che NESSUNO su questo pianeta ha chiaro come funzionino i social, né gli scienziati, né i tecnici, né i CEO e quantomeno noi.

Tbh non sono entrato nel merito della questione, perchè dove c’è del flame io ci sto lontano a prescindere. Perè questa non è certo una mentalità secondaria in Italia oggi. L’abuso del termine “professorone” è chiaro venga usato perchè le competenze non sono apprezzate per gestire la cosa pubblica

Io che ne ho sviluppati percepisco un impulso ad essere in disaccordo, ma forse intendi tutte le implicazioni sociologiche di un accentramento folle di potere in una singola cloud… e dato che io rifiuto quel modello non me ne occupo più di tanto. Per me è semplicemente anticostituzionale — bisogna correggere l’interpretazione (l’applicabilità) della costituzione e trarre le conclusioni legislative (#ObCrypto). Se non lo facciamo ci avviamo verso un grado di totalitarismo che vivere sotto Hitler era una passeggiata a confronto, e sono d’accordo se intendevi dire che nessuno si rende bene conto dove andremo a sbattere seguendo questo percorso.

Non dispongo degli strumenti e della determinazione sufficiente per individuare i secondi fini covati da alcuno dei partecipanti al forum ma ho ben presente che le citazioni si fanno sempre a scopo strumentale.

Per me la citazione di quell’articolo è rilevante perché dobbiamo considerare l’impatto sul pubblico dell’autorevolezza di Giorello in quanto intellettuale (ma anche di Fusi come giornalista): è un dato di fatto.

Il mondo accademico per lo più lo stima e la maggior parte del pubblico colto pensa a lui come “intellettuale”, “autorevole”, “ascoltato” e “è uno che se ne intende perché io ho un suo libro di storia del pensiero che ho preso in omaggio dall’edicolante mentre compravo il Corsera”.

Perciò ben venga la segnalazione di questa intervista: noi non possiamo ignorarlo neanche se le cose che ha detto le riteniamo scorrette, imprecise, superate o non pertinenti.

Meglio sapere!

Perché un dn domani, le frasi di questa intervista potrebbero entrare a far parte di un intervento o un’interrogazione parlamentare; potrebbero apparire nel programma di qualche nuovo partito, potrebbero addirittura diventare uno slogan, un meme.

O entrambi… :wink:

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Visto e considerato questo thread sottoscrivo in pieno ogni parola.

Io sono meno generale. Intanto non ne do un giudizio, perchè credo che i social siano semplicemente l’applicazione della globalizzazione alla comunicazione. Per anni abbiamo pensato che internet permettesse alle persone di scambiarsi idee, quando in realtà internet è troppo difficile da usare per molti. I social hanno tolto tutte queste difficoltà di utilizzo, ed hanno permesso a davvero tutti di comunicare senza barriere. Questa sorta di comunicazione “globalizzata” e senza filtri ha avuto conseguenze che ora, guardando al presente facciamo fatica a capire. L’accettazione del sovranismo, del nazionalismo e tutte queste visioni antistoriche sono palesemente prodotte da bolle generate attraverso i social.

Per farla breve il punto è che se non capiamo come questi strumenti funzionino non possiamo darne giudizi.

Suona ragionevole, ma dissento per esperienza passata: Mozilla/Firefox tentarono svariate volte ad aggiungere sistemi chat/messaggistica al web. Avrebbero potuto decollare e, se abbinate al HTML, diventare portatori di social networking decentralizzato in tutte le case, molto prima del avvento di Facebook.

Io ci stavo di mezzo in questi sviluppi. Sarebbe stato facile fare delle patch a Chatzilla affinché la messaggistica federata si fosse stabilita insieme al web browser.

Il problema è stato che il modello della federation non scala mentre quello dei sistemi distribuiti non è ancora sufficientemente stabile ed affidabile. Non siamo riusciti a fare un sistema di comunicazione eticamente accettabile e al contempo funzionante in scala e senza lavoro amministrativo da parte degli utenti.

Abbiamo perso quella gara allo stesso modo come abbiamo perso quella dell’email. Alla fine il modello web dove tutto quanto avviene nella cloud ed il browser ti presenta solo l’interfaccia, ha vinto.

Si direbbe che nell’era delle app si mischiano di nuovo le carte dato che è normale fare una app per ogni scopo — ma il problema dei server distribuiti continua a manifestarsi, esattamente come vent’anni fa.

Il mio chat server aveva funzioni social via web… ma dato che non volevo finanziarmi attraverso l’economia della sorveglianza, infrangendo leggi europee, non potevo competere con i nuovi player sul mercato. E così Facebook vinse e mi ruppe il mio business model — utilizzando un metodo illegale e dannoso per la democrazia. Da ciò il mio continuo tentativo di arginare questa situazione insopportabile da oltre un decennio.

L’accettazione del sovranismo, del nazionalismo e tutte queste visioni antistoriche sono palesemente prodotte da bolle generate attraverso i social.

Non ci credo che il fenomeno sociologico delle bolle sia alla base di questi sviluppi. Stai mettendo in secondo piano l’operato sistematico delle ditte psico-manipolative che alimentano la campagna Salvini, Trump, Netanjahu, Brexit ecc ecc. Secondo me loro hanno un impatto assai maggiore. E inoltre non stai considerando gli interessi economici degli operatori dei social a farti arrabbiare. Entrambi fattori che ritengo assai più potenti e che in un social distribuito non sarebbero esistenti. Finché abbiamo di queste distorsioni in gioco, non sono nemmeno sicuro quanto la teoria delle filter bubbles sia effettivamente di rilievo.

Per farla breve il punto è che se non capiamo come questi strumenti funzionino non possiamo darne giudizi.

Vorrei linkare quel talk di un tizio che ha lasciato Google per whistlebloware come funziona la loro stanza dei bottoni. In pratica non ritengo importante capire come funzionano in dettaglio questi algoritmi perché tanto non ci sarà mai un modo eticamente accettabile per trattare dati sociali in una cloud.

Dobbiamo legiferare che in un futuro prossimo solo social distribuiti sono legali perché ogni altra architettura mette in pericolo la democrazia, cioè è anticostituzionale.

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Le aziende psico manipolative sono una cosa abbastanza distopica e inesistente. La stessa cambridge analitica ha fatto solo della gran profilazione e poco altro. Ed inoltre CA non ha fatto altro che sfruttare delle bolle già esistenti bombardandole di contenuti polarizzati. E’ letteralmente il fenomeno del magnetismo appricato alla pubblicità. (un annetto fa preparai un seminario su un bell’articolo che studia la pubblicità col il modello ferromagnetico) Inoltre dai troppo potere agli interessi economici delle aziende, il capitalismo non è un mostro assetato di quattrini e basta. Occhio che così si rischia di finire troppo vicini alla retorica pauperistica e non è mai il caso

Occhio che io non parlo mai di algoritmi interni, perchè sono relativamente ininfluenti sul risultato. Il problema è come una bolla polarizzata impatta la società.

Piano ragazzi. I social non è che decidono con cosa bombardarti, ma semplicemente leggono il tuo feed, capiscono i tuoi interessi e ti danno contenuti simili. Il problema è che la rabbia è il sentimento che si diffonde più velocemente, ma qua la colpa non è del social quanto nostra