Articolo: «Non c’è libertà senza dissenso Troppa tecnologia può uccidere il pensiero scomodo» (Carlo Fusi su Il Dubbio intervista Giulio Giorello)

Però scusate, capisco le differenze generazionali, il fatto che un certo linguaggio non sia facilmente accessibile a tutti, che anche alcuni concetti non lo siano, ma qui stiamo parlando di gente comunque con i contro-coglioni, non degli spettatori di “Amici” (con tutto il rispetto #maancheno, sempre politicamente parlando).

Le cose complesse sono complesse e le menti superiori sono superiori: negarlo fa un po’ tenerezza e se c’è qualcosa che mi ha sempre dato un enorme fastidio è la tendenza a rallentare il più veloce invece che far correre il più lento un po’ di più.

Ergo: se vogliamo colmare il divario (non solo generazionale ma anche e soprattutto culturale), cerchiamo di spingere di più e meglio da basso, perché anche se il letame è un ottimo fertilizzante, sempre di merda stiamo parlando.

Concludendo: può darsi che sembri che questa gente ignori i fenomeni di cui parla, ma è molto più probabile che si ignori o non si capisca quello di cui questa gente sta parlando, perché ci mancano le basi, l’applicazione e una cinquantina di anni sulle spalle.

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Io ho semplicemente detto che secondo me non ha chiaro ciò di cui parla, ma non perchè lui sia ignorante (tbh fino a ieri ne ignoravo l’esistenza, quindi sarebbe semplicistico darne un giudizio leggendo una singola intervista), quanto perchè nessuno, e questo comprende di sicuro anche lui, ha chiare le dinamiche dei social e delle bolle sociali. Stiamo parlando di argomenti talmente complessi, che hanno plasmato il mondo senza che noi ci accorgessimo di questo cambiamento. Considerando le conseguenze della primavera araba, Cambridge analitica, pizza gate ed affini ci rendiamo conto che non siamo assolutamente in grado di comprendere questi fenomeni. Andare a pontificare su questo terreno è una cosa che trovo abbastanza ingenua, proprio perchè il suo pensiero non ha fondamento.

Di sicuro la mia mentalità scientifica mi azzoppa molto perchè quando si parla di fenomeni che possono essere descritti in maniera formale mi trovo in disaccordo con chiunque abbia opinioni, proprio perchè sono opinioni e non verità basate su fatti

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Infatti nel mio sentire non l’ho dato alla sua persona (che non conosco) ma solo ai contenuti in questa intervista che la persona che ha postato non ha postato senza secondi fini in mente, ma di influire sul generale sentire del partito in modo irrazionale, distante dall’applicabilità al contesto. In pratica mi sono dovuto arrabbiare e mi sono sfogato contro una persona che per fortuna non è presente, altrimenti sarebbe l’ennesima persona opinata ed irrazionale in questo partito.

L’idea che non sia distopica mette i brividi.

In tal caso starebbe a parlare di tutt’altro di quello che noi abbiamo pensato di cosa stia a parlare. In tal caso l’intero post sarebbe off-topic.

O che coloro che hanno la necessaria competenza digitale stanno nel camerino a scrivere proposte per risolvere questi problemi, ma pochi li capiscono.

Andare a pontificare su questo terreno è una cosa che trovo abbastanza ingenua, proprio perchè il suo pensiero non ha fondamento.

Yes.

Di sicuro la mia mentalità scientifica mi azzoppa molto perchè quando si parla di fenomeni che possono essere descritti in maniera formale mi trovo in disaccordo con chiunque abbia opinioni, proprio perchè sono opinioni e non verità basate su fatti.

Ed è esattamente questo che @erdexe è venuto qui a criticare, che ci possa essere un metodo per fare politica basata su fatti è verità piuttosto che opinioni. Per questo sta evitando ogni dibattito razionale ma insiste a postare materiali opinati. Forse secondo lui il pluralismo ha nulla a che vedere con verità scientifiche, ma ce lo può dire lui se è così.

Secondo me il punto che a pochi è chiaro è che NESSUNO su questo pianeta ha chiaro come funzionino i social, né gli scienziati, né i tecnici, né i CEO e quantomeno noi.

Tbh non sono entrato nel merito della questione, perchè dove c’è del flame io ci sto lontano a prescindere. Perè questa non è certo una mentalità secondaria in Italia oggi. L’abuso del termine “professorone” è chiaro venga usato perchè le competenze non sono apprezzate per gestire la cosa pubblica

Io che ne ho sviluppati percepisco un impulso ad essere in disaccordo, ma forse intendi tutte le implicazioni sociologiche di un accentramento folle di potere in una singola cloud… e dato che io rifiuto quel modello non me ne occupo più di tanto. Per me è semplicemente anticostituzionale — bisogna correggere l’interpretazione (l’applicabilità) della costituzione e trarre le conclusioni legislative (#ObCrypto). Se non lo facciamo ci avviamo verso un grado di totalitarismo che vivere sotto Hitler era una passeggiata a confronto, e sono d’accordo se intendevi dire che nessuno si rende bene conto dove andremo a sbattere seguendo questo percorso.

Non dispongo degli strumenti e della determinazione sufficiente per individuare i secondi fini covati da alcuno dei partecipanti al forum ma ho ben presente che le citazioni si fanno sempre a scopo strumentale.

Per me la citazione di quell’articolo è rilevante perché dobbiamo considerare l’impatto sul pubblico dell’autorevolezza di Giorello in quanto intellettuale (ma anche di Fusi come giornalista): è un dato di fatto.

Il mondo accademico per lo più lo stima e la maggior parte del pubblico colto pensa a lui come “intellettuale”, “autorevole”, “ascoltato” e “è uno che se ne intende perché io ho un suo libro di storia del pensiero che ho preso in omaggio dall’edicolante mentre compravo il Corsera”.

Perciò ben venga la segnalazione di questa intervista: noi non possiamo ignorarlo neanche se le cose che ha detto le riteniamo scorrette, imprecise, superate o non pertinenti.

Meglio sapere!

Perché un dn domani, le frasi di questa intervista potrebbero entrare a far parte di un intervento o un’interrogazione parlamentare; potrebbero apparire nel programma di qualche nuovo partito, potrebbero addirittura diventare uno slogan, un meme.

O entrambi… :wink:

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Visto e considerato questo thread sottoscrivo in pieno ogni parola.

Io sono meno generale. Intanto non ne do un giudizio, perchè credo che i social siano semplicemente l’applicazione della globalizzazione alla comunicazione. Per anni abbiamo pensato che internet permettesse alle persone di scambiarsi idee, quando in realtà internet è troppo difficile da usare per molti. I social hanno tolto tutte queste difficoltà di utilizzo, ed hanno permesso a davvero tutti di comunicare senza barriere. Questa sorta di comunicazione “globalizzata” e senza filtri ha avuto conseguenze che ora, guardando al presente facciamo fatica a capire. L’accettazione del sovranismo, del nazionalismo e tutte queste visioni antistoriche sono palesemente prodotte da bolle generate attraverso i social.

Per farla breve il punto è che se non capiamo come questi strumenti funzionino non possiamo darne giudizi.

Suona ragionevole, ma dissento per esperienza passata: Mozilla/Firefox tentarono svariate volte ad aggiungere sistemi chat/messaggistica al web. Avrebbero potuto decollare e, se abbinate al HTML, diventare portatori di social networking decentralizzato in tutte le case, molto prima del avvento di Facebook.

Io ci stavo di mezzo in questi sviluppi. Sarebbe stato facile fare delle patch a Chatzilla affinché la messaggistica federata si fosse stabilita insieme al web browser.

Il problema è stato che il modello della federation non scala mentre quello dei sistemi distribuiti non è ancora sufficientemente stabile ed affidabile. Non siamo riusciti a fare un sistema di comunicazione eticamente accettabile e al contempo funzionante in scala e senza lavoro amministrativo da parte degli utenti.

Abbiamo perso quella gara allo stesso modo come abbiamo perso quella dell’email. Alla fine il modello web dove tutto quanto avviene nella cloud ed il browser ti presenta solo l’interfaccia, ha vinto.

Si direbbe che nell’era delle app si mischiano di nuovo le carte dato che è normale fare una app per ogni scopo — ma il problema dei server distribuiti continua a manifestarsi, esattamente come vent’anni fa.

Il mio chat server aveva funzioni social via web… ma dato che non volevo finanziarmi attraverso l’economia della sorveglianza, infrangendo leggi europee, non potevo competere con i nuovi player sul mercato. E così Facebook vinse e mi ruppe il mio business model — utilizzando un metodo illegale e dannoso per la democrazia. Da ciò il mio continuo tentativo di arginare questa situazione insopportabile da oltre un decennio.

L’accettazione del sovranismo, del nazionalismo e tutte queste visioni antistoriche sono palesemente prodotte da bolle generate attraverso i social.

Non ci credo che il fenomeno sociologico delle bolle sia alla base di questi sviluppi. Stai mettendo in secondo piano l’operato sistematico delle ditte psico-manipolative che alimentano la campagna Salvini, Trump, Netanjahu, Brexit ecc ecc. Secondo me loro hanno un impatto assai maggiore. E inoltre non stai considerando gli interessi economici degli operatori dei social a farti arrabbiare. Entrambi fattori che ritengo assai più potenti e che in un social distribuito non sarebbero esistenti. Finché abbiamo di queste distorsioni in gioco, non sono nemmeno sicuro quanto la teoria delle filter bubbles sia effettivamente di rilievo.

Per farla breve il punto è che se non capiamo come questi strumenti funzionino non possiamo darne giudizi.

Vorrei linkare quel talk di un tizio che ha lasciato Google per whistlebloware come funziona la loro stanza dei bottoni. In pratica non ritengo importante capire come funzionano in dettaglio questi algoritmi perché tanto non ci sarà mai un modo eticamente accettabile per trattare dati sociali in una cloud.

Dobbiamo legiferare che in un futuro prossimo solo social distribuiti sono legali perché ogni altra architettura mette in pericolo la democrazia, cioè è anticostituzionale.

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Le aziende psico manipolative sono una cosa abbastanza distopica e inesistente. La stessa cambridge analitica ha fatto solo della gran profilazione e poco altro. Ed inoltre CA non ha fatto altro che sfruttare delle bolle già esistenti bombardandole di contenuti polarizzati. E’ letteralmente il fenomeno del magnetismo appricato alla pubblicità. (un annetto fa preparai un seminario su un bell’articolo che studia la pubblicità col il modello ferromagnetico) Inoltre dai troppo potere agli interessi economici delle aziende, il capitalismo non è un mostro assetato di quattrini e basta. Occhio che così si rischia di finire troppo vicini alla retorica pauperistica e non è mai il caso

Occhio che io non parlo mai di algoritmi interni, perchè sono relativamente ininfluenti sul risultato. Il problema è come una bolla polarizzata impatta la società.

Piano ragazzi. I social non è che decidono con cosa bombardarti, ma semplicemente leggono il tuo feed, capiscono i tuoi interessi e ti danno contenuti simili. Il problema è che la rabbia è il sentimento che si diffonde più velocemente, ma qua la colpa non è del social quanto nostra

Accidenti, ecco una seria collisione di percezioni.

il capitalismo non è un mostro assetato di quattrini e basta

Uh? No? L’obiettivo di ogni SpA è una crescita economica per gli azionari…

Occhio che così si rischia di finire troppo vicini alla retorica pauperistica e non è mai il caso

Occhio che così si rischia di non interpretare correttamente la realtà…

Qui dovrei metterci tutto un elenco di link…

Ho trovato il video che dicevo: How a handful of tech companies control billions of minds every day _ Tristan Harris

E questo: https://www.ted.com/talks/carole_cadwalladr_facebook_s_role_in_brexit_and_the_threat_to_democracy

“We are what happens to a Western democracy, when a hundred years of electoral laws are disrupted by technology. Our democracy is broken… our laws don’t work anymore… and it is not me saying this… it’s our Parliament’s published report saying this.”

E molti altri… https://youbroketheinternet.org/knowledge

Facebook è un servizio, e quando usufruisci iscrivendoti a questo servizio accetti determinate policy. Io ti offro facebook in cambio tu mi paghi con i tuoi dati. Ovvio che poi si può usare pure per fini benefici, la sua rete è pazzesca ed incomparabile, è qualcosa di unico. Ma è pur sempre un’azienda che cerca profitto. E chi è furbo cerca di fare profitti tramite facebook, che sia arrivare a vincere le elezioni, o vendere delle scarpe da ginnastica.

Ci sono vari report di vari governi ed in particolare delle nazioni unite che descrivono questa cosa.

Mi sorprende che nella Rete italiana non abbiano fatto scalpore e per questo qui abbiamo un dialogo di chi opina di queste cose come se non fossero fatti ben comprovati.

E chi è furbo cerca di fare profitti tramite facebook, che sia arrivare a vincere le elezioni, o vendere delle scarpe da ginnastica.

Come si è visto nel TED talk la cosa non finisce li, Facebook si è sporcata le mani essa stessa. Ed in ogni caso non deve esistere alcuna azienda con il potere di impedire libere elezioni.

Fatemi il piacere di guardare i video citati in alto e se avete dei dubbi siate il più precisi possibili nel chiedere domande che allo stato attuale non siete consci del grado di gravità della situazione per avere un opinione utile e realistica.

Non é demografica, sono gli algoritmi di intelligenza artificiale che ti profilano e tendono a mostrarti le cose piú affini al tuo “storico” influenzando il tuo percorso educativo e non mettendoti di fronte ai tuoi “opposti”. In prospettiva, questo genera persone che non si sanno rapportare con ció che é diverso.

Cmq, molte di queste critiche possono essere rivolte anche alla televisione. Non mi piace, il modo improprio in cui si usa il termine “L’Algoritmo”, quasi dispregiativo.

Io credo che la tecnologia, e in particolare i social network abbiano mostrato come la maggioranza della popolazione in realtá aveva giá pochissimo senso critico.

Cioé secondo me non é la tecnologia che genera questo, la tecnologia lo ha solo reso visibile. E ora che é visibile, ci dobbiamo fare i conti. Il passaggio successivo é il fatto che l’infrastruttura social amplifica la percezione delle cose e gli algoritmi ti “educano” mostrandoti solo le cose che corrispondono al proprio profilo.

Ma questo problema era giá visibile con gli altri mezzi di comunicazione di massa, peró all’elite non dava fastidio, ora dá fastidio perché c’é un’atra elite che li sopravanza. Come la rivoluzione industriale é stato il momento delle borghesie, la rivoluzione dell’informazione sará il momento di chi riesce a cavalcarla.

Il mio facebook è una fantastica bolla in cui sono tutti lib dem e con un grado di istruzione paurosamente alto. A parte qualche post di marione, ma che compare solo per essere pigliato per il culo, faccio fatica a trovare posizioni diverse dalle mie.

Questo è innegabile. Secondo me è bello prenedere i 5s come esempio. Di maio è arrivato dov’è ora perchè è la persona che più riesce ad approssimare l’algoritmo di facebook. Una persona come di battista, essendo più polarizzata, riusciva a raggiungere molte meno persone

onestamente non capisco cosa tu voglia dire con questi articoli. Per te è colpa dei social se qualcuno li usa per fare della propaganda che porta ad un genocidio e/o ad influenzare le persone?

Se i social bypassano tutte le leggi che la democrazia si è data per difendersi dagli abusi è colpa di coloro che fanno questo tipo di social centralizzati.

Se i social accedono ad informazioni intime che permettono ad algoritmi di manipolare le menti delle persone, si — è colpa dei social. Quei dati non dovrebbero mai essere alla mano dei social e dovrebbe essere illegale raccoglierli.

Se i social permettono di eliminare ogni traccia di come si è arrivati nel bel mezzo di un genocidio, si — è colpa dei social.

@Shamar, tu come la metteresti?

Si però qui abbiamo un problema (le fakes news) e tu ne stai dando la colpa ai social. Qua torniamo al solito vecchio discorso sulle armi. La cosa divertente è che potremmo fare lo stesso discorso su internet in generale, perchè il problema è che chi usa facebook e crede alle fakes news è un boccalone, ma questo non vuol dire che facebook sia il male o che facebook le crei.

Sempre per citarti anche internet bypassa tutte le leggi che la democrazia si è data (e se sei qua non credo di doverti linkare alcun esempio), ma questo non vuole assolutamente dire che internet è sbagliato.

Un problema ENORME è che la nostra regolamentazione è assolutamente insufficiente, ma questo deriva anche dal fatto che non sappiamo come arginare delle bolle sociali che si autofomentano con l’odio, ma anche questo non è un problema di facebook quanto nostro.

Inoltre per la campagna della brexit Boris Jhonson ora sta andando a processo per tutte le stronzate che hanno detto

Io giuro che faccio fatica a capire se intendi manipolare in senso lato o letterale. Qua nessuno vuole fare il lavaggio del cervello a nessun altro, è solo che ci sono delle bolle di persone, con un’unica idea. La psicologia ci insegna che se la gente non ha un confronto/scontro con altre idee e si sente dire che ha ragione tende ad estremizzare il proprio pensiero, e questo è normale che accada, su facebook, come può accadere nella realtà

Non a caso nei paeselli del nord, dove vedi sempre le stesse faccie e dove non cambia mai nulla, il “daghe al negar” è stato sdoganato la lega ha vinto con percentuali bulgare. Al contrario le città più grandi in cui anche solo arrivano i pendolari si stanno dimostrano molto più progressiste.

In teoria i social non accedono ad informazioni che tu non gli dai, ma le comprendo dai tuoi comportamenti. è una differenza enorme.

Credo di averti risposto in questo thread: Che cos'è l'Informatica? (mi scuso per la lunghezza… sono veramente di corsa.

In un social etico non ci sono terze parti che ti possono rifilare le fake news. Gli unici a poterti influenzare in modo negativo sono i tuoi amici reali. Finché abbiamo a che fare con una situazione completamente intrasparente e con interessi opposti a nostri non possiamo giudicare se il problema delle filter bubbles di per se esiste e se sarebbe in grado di causare genocidi, Trump e BREXIT. Per ora vari governi e parlamenti sono d’accordo che la responsabilità ricade su Facebook per l’assenza di trasparenza, e hanno ragione.

Internet è sbagliato infatti e richiede un intervento legislativo per creare una Rete veramente libera e capace di proteggere i diritti umani.

D’accordo sul fatto che l’assenza di regolamentazione è grave, ma non sono sicuro se le filter bubble avrebbero un impatto significativo se il nuovo social network distribuito, realizzato attraverso un free software sviluppato in modalità democratica soffrirebbe di questo problema e se il fatto che ne controlliamo il codice non ci darebbe la possibilità di arginarlo.

Inoltre per la campagna della brexit Boris Jhonson ora sta andando a processo per tutte le stronzate che hanno detto

Embé? Trump è al potere (vedi quel video per capire cosa c’entra) e la politica UK continua a non contemplare seriamente l’idea che quel referendum sia stata una truffa. Perciò, rimettere le cose apposto dopo che la gente si è fatta completamente lavare il cervello, non mi pare una soluzione a nulla: chi ha controllo di questi strumenti convincerà la popolazione che Boris J è un santo e che l’apparato di giustizia britannico è di parte e perciò va abolito. Alla fine arriveremo a Johnson mezzo dittatore d’Inghilterra.

Qua nessuno vuole fare il lavaggio del cervello a nessun altro

Se ti vai a scegliere esattamente le persone paurose ed influenzabili, e le presenti delle pubblicità che in gran stile infrangono le leggi e promuovono falsità… non è lavaggio di cervelli?

La psicologia ci insegna che se la gente non ha un confronto/scontro con altre idee

Se guardi quel video sapresti che quelle persone non avevano alcuna ragione di sviluppare astio verso Bruxelles: l’EU gli ha finanziato aiuti strutturali enormi e di migranti in quel paese ce n’era una sola che non se lo faceva nemmeno notare. Eppure tutti convinti che i turki invaderanno il loro paesello e che l’EU non gli abbia mai regalato nulla. È evidente che qui abbiamo un caso di manipolazione di massa che oltretutto disrispetta le leggi elettorali dato che la pubblicità elettorale deve essere trasparente per controllare che rientri entro i canoni legali — cosa che evidentemente non è stato il caso.

Infatti non deve essere legale che l’intera popolazione umana dia queste informazioni, seppellendo i propri diritti civili. TU non hai il diritto di farlo perché metti in pericolo LA MIA democrazia, cioè il fatto che partecipi ai social LEDE LA MIA LIBERTÀ oltre alla tua. Per questo NON HAI IL DIRITTO di parteciparci. Legalmente ci hanno portato nella situazione che stiamo tutti quanti derubandoci a vicenda della nostra libertà. Per questo il GDPR sbaglia se pensa che le persone siano in grado e abbiano il diritto di dare il consenso su dati che in realtà trattano altri. È nella natura del social che quando ci partecipi non esponi solo i dati tuoi.

Si ma le fake news non sono un fenomeno solo interno a facebook. I social non è che abbiano modificato i comportamenti interni all’uomo. Semplicemente hanno aumentato la velocità di diffusione delle cazzate. Quello che non condivido dell’articolo postato è che ila tecnologia venga additata come motore di un cambiamento sociale, che poi è anche la tua idea mi sembra di capire.

Solo perchè non è stata capace di capire cosa stava accadendo, non perchè ne è stata la causa. Non fraintendere le due cose

Le filter bubble esistono anche nella realtà. I paesini di campagna SONO filter bubble te lo assicuro. Il sud è una grandissima filter bubble. Le chiese sono altre filter bubble.

NO. il lavaggio del cervello è un’altra cosa e come tale quel referendum, per quanto nefasto, è legittimo

Il video l’ho visto tranquillo, ed anche il caso lo conosco molto bene. Però tu pretendi che la gente sia sempre logica, ma il mondo non funziona così.

Onestamente qua non so come risponderti. Mi sembra il classico discorso che se iniziato può finire molto male molto in fretta, quindi lasciam perdere

No, non è così semplice. Il fatto che ci sono terze parti che gestiscono e manovrano questa cosa per potenziare i propri interessi cambia tutto. Finché ciò è possibile, non possiamo nemmeno misurare se il fenomeno che descrivi esiste veramente.

Quello che non condivido dell’articolo postato è che ila tecnologia venga additata come motore di un cambiamento sociale, che poi è anche la tua idea mi sembra di capire.

Non esiste tecnologia neutrale. C’è sempre qualcuno che l’ha programmata.

Solo perchè non è stata capace di capire cosa stava accadendo, non perchè ne è stata la causa.

Perché dici una cosa che il video in alto ha palesemente dimostrato falsa? O non hai dato retta, o vuoi implicare che non abbia ragione… allora entra nello specifico di come quella persona sarebbe una bugiarda.

I paesini di campagna SONO filter bubble te lo assicuro.

Bene, allora non sono un serio pericolo per la democrazia. Il controllo centralizzato da parte di terze parti invece dimostratamente lo è.

NO. il lavaggio del cervello è un’altra cosa e come tale quel referendum, per quanto nefasto, è legittimo

Nope. Dato che non hai detto nulla di concreto non posso che dire che ti sbagli e i video che ho presentato ti indicano quanto sbagli.

Però tu pretendi che la gente sia sempre logica, ma il mondo non funziona così.

Mai nella storia dell’uomo ci è stata una cosa del genere. In passato se ci stava un demagoga a manipolare le masse lo vedevi, ci potevi puntare il dito. Potevi dire, ecco… il duce! Ora siamo in una situazione che la manipolazione avviene, ma non vediamo chi la sta eseguendo. Per questo è giusto intervenire in via legale. Ma le vie legali sono ostruite dal fatto che l’azienda che ha creato il problema non è di questo continente — cioè in pratica la democrazia sta implodendo sotto alla globalizzazione tecnologica.

Mi sembra il classico discorso che se iniziato può finire molto male molto in fretta, quindi lasciam perdere

Ma veramente ti ho fatto un discorso di carattere costituzionale/codice civile. Le leggi possono permetterti di ledere te stesso, ma non altri.