Resto vago… ma ho saputo di un concorso pubblico, con pochi partecipanti, per una università (posto pubblico a tempo indeterminato) apparentemente chiunque poteva darlo, però gli argomenti trattati erano strettamente legati ad un corso di quella stessa università. Praticamente si può ipotizzare che qualcuno/a sia stato informato che ci sarebbe stato questo concorso, quindi di farsi bene il corso e le probabilità di riuscita, nonché la scarsissima concorrenza, di fatto ti fanno aggiudicare il posto.
Probabilmente, un correttivo è specificare i titoli che servono per poter vincere il concorso, questi titoli (lauree, corsi, ecc.) devono essere bastanti. Non dovrebbe essere ammessa la richiesta dei temi x, y e z, che di fatto si apprendono con un corso (magari nato un paio di anni fa e destinato a cambiare o chiudere), senza che il titolo derivante da quel corso non è posto come requisito.
Inoltre, eventuali titoli o corsi devono essere legati a conoscenze e figure professionali che hanno una certa stabilità temporale, non possono essere richieste che quasi coincidono con il CV di una certa persona che già lavora in ambito pubblico (per migliorarsi la posizione, succede anche questo) o titoli che esistono da troppo poco tempo o che spariranno troppo presto.
Non è facile purtroppo definire delle regole robuste per i cavilli, sicuramente c’è troppa libertà di “configurazione” su misura.
Forse un’idea più efficace è avere dipendenti pubblici impegnati a razionalizzare e migliorare l’esistente. Questi stabiliscono quali posti servono o non servono per le università, i centri per l’impiego, se le funzioni svolte vanno bene, se serve altro (nuovi posti), ecc. Stabilito questo, tutte altre persone avranno il compito di realizzare i concorsi pubblici o decidere gli spostamenti dei dipendenti. La valutazione dei concorsi verrebbe fatta da tutt’altre persone ancora.
Magari così, il problema del concorso su misura è molto più difficile da realizzare.
Servirebbe anche un altro gruppo differente che raccoglie feedback da studenti ed assiste in prima persona a lezioni, visiona materiali, classi, ecc. e valuta uno spostamento per certi insegnanti o tecnici o al limite anche un licenziamento. Insomma, passato il concorso le cose devono continuare a funzionare, qualcosa di simile agli assistenti sociali che intervengono quando le famiglie sono disastrate, succede anche nei posti pubblici di “andare in malora” o diventare il posto inutile, chi interviene? Serve assolutamente qualcuno.
Purtroppo, i dipendenti per far funzionare le cose costano e la gestione del denaro pubblico è un pianto, qui mi fermo altrimenti mi guasto l’umore.