Come costruire una campagna fake news…

Ho colto questo post di un certo Salvatore Prinzi … mi pare interessante l’analisi del metodo. Un’altro ha commentato dicendo che Chomsky descrive questi metodi da ben 40 anni…

Io ho commentato così:

State in campana! Questi metodi di manipolazione sono strutturalmente avvantaggiati. Se pensiamo che il nostro elettorato non si farà intimorire stiamo sbagliando palazzo. Non basta essere decisi, ci vuole strategia e competenza approfondita. Forse ci vuole un dibattito pubblico su questi metodi stessi, potrebbe essere l’unico modo per disinnescarli, se i lettori riconoscono il metodo, lo schema — almeno per un po’. Ci vuole un dibattito pubblico sulla regolamentazione della Rete e dei media per combattere le bufalate. Il problema si ripresenterà in mille forme non riconoscibili neanche da noi che ci occupiamo di questi fenomeni in prima persona — anche noi vediamo solo il picco dell’iceberg — se non mettiamo in atto nuove leggi disegnate ad impedire la crescita dei cancri bufala. Saluti da parte del Partito Pirata che da anni si occupa dei temi di tecnocontrollo e della manipolazione della democrazia che ne deriva. Fareste bene a stare in dialogo con noi, non limitarvi a copiare i nostri ex-statuti (che per buone ragioni abbiamo rivisto).

Signori, perdonate la brutalità, ma quella contro le bufale è una battaglia persa in partenza. Primo, perché quelle che vengono messe in circolazione sono semplicemente troppe, ci vorrebbero eserciti di “smontatori di bufale” attivi h24; secondo, perché quand’anche questo esercito si formasse davvero e lavorasse bene, rischierebbe comunque di essere inutile, perché molta gente, anche dopo aver smontato la bufala di turno, commenta con frasi tipo “Si ma insomma queste cose succedono davvero, anche se questa specifica notizia è inventata”. Terzo, perché la linea di confine che separa la bufala propriamente detta da una mezza verità è molto sottile. Quando il Tg1 di Minzolini disse che Mills era stato assolto, anziché prescritto, quella come si definisce? Bufala?

“Regolamentare” la Rete e i media? Fa paura anche solo a leggerla, come frase. Mi vengono i brividi a pensare a come un Salvini o un Bolsonaro potrebbero “regolamentare” la Rete e i media (o come li abbiano già “regolamentati” in Cina).

No, il problema in questo caso va affrontato a valle. Il popolo è composto perlopiù da svantaggiati che si bevono qualunque indegna puttanata legga online? Amen. Che continuino a farlo. A me basta che il loro voto non valga uno quanto il mio.

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Signori, perdonate la brutalità, ma quella contro le bufale è una battaglia persa in partenza.

Mi pare che legiferare contro le bufale è l’unica speranza rimasta:

Appunto, per questo dobbiamo essere noi a proporre qualcosa di sensato in tempo prima che non ci sia più alcuna forza democratica nella commissione europea. Un esempio di cosa farebbe Bolsonaro è alla fine di questo articolo, This Is How We Radicalized The World:

Ecco il tipo di legislazione che farebbero loro. Noi dobbiamo studiarci il modo come impedire questi feedback loop. La proposta mia ne blocca alcuni, ma non sono sicuro se basterebbero.

Con un posizionamento talmente filo-destra non otterrai molti consensi… ne a sinistra ne a destra, dato che alla destra— predisposta alla discriminazione di questo tipo— non conviene, mentre la sinistra è appunto contraria alla discriminazione. Perciò, se ci sono opzioni meno contestate, meglio…