Criticità e potenziale nello statuto provvisorio di Progetto X

Scusa se ti rimando al documento che tratta questo tema. Se abbiamo metodi per risolvere le incongruenze d’opinione, non importa molto se il grado di dissonanza è basso o alto. Abbiamo in passato notato che qualsiasi tema si può approfondire abbastanza da arrivare al punto che tutti sono in disaccordo con tutti. Altrettanto un partito con una chiara idea di cosa è giusto per l’umanità non verrà dirottato da alcuni estremisti, se le strutture lo garantiscono, ma semplicemente ne trarrà l’abilità di valutare punti di critica avversarie che altrimenti si presenterebbero in piazza o nel talk show sotto elezioni – cioè in quella situazione dove è di importanza strategica fondamentale di avere le risposte già pronte alle critiche più atipiche. Un partito che non ha avversari nel suo seno non è capace di decostruire tali critiche in anticipo e di conseguenza di maturare proposte veramente buone da tutti i punti di vista. Alla convivenza ci devono pensare invece le strutture. Ed è a causa dell’assenza di strutture di convivenza che non ha funzionato nel 2012, non per la presenza di persone avverse. Se poi tali persone si comportano in modo distruttivo contro il partito può presentarsi il momento della moderazione, sospensione od espulsione. Tutte cose che con le nuove regole di convivenza possiamo attuare meglio.

Gestire la diversità è un enorme potenziale, ridursi ai quattro gatti che sono d’accordo significa perdere non solo in potere politico, ma anche in capacità di comprendere anche le sfaccettature politiche scomode ed avverse.

Mi pare che nel discorso sulla Filosofia della Democrazia Razionale Collettiva abbiamo decentralizzato tale comitato: chiunque può portare avanti una asserzione scientifica in LQFB dopodiché il Gruppo Integrità avrebbe l’obbligo di fare rispettare tale premessa scientifica.

Vorrei ribadire che anche nei gruppi omogenei è importante diventare coscienti della propria opinione comune ed omogeneità. Quando nel 2010 abbiamo stilato il programma elettorale di Berlino, i risultati ci hanno colpiti come un fulmine e mai e poi mai saremmo arrivati alla stessa qualità dei contenuti senza LQFB. Direi anche che l’omogeneità di quel momento non era nei contenuti bensì nelle buone intenzioni dei pirati di allora.

Dipende da come la impostiamo. Secondo me il regolamento fa male a configurarla con la maggioranza semplice. Se ci sono dei contenuti che spaccano il partito a metà, bisogna avere pazienza e continuare il dibattito. La minoranza degli estremisti comunque non è il problema in questo scenario. Quelli lo diventano IMHO solo se non hai strutture solide - e le strutture solide non ce le ha avute nessuno finora.

Io ritengo il programma nel suo insieme una risposta impressionante. Sono favorevole a buoni riassunti di ciò, ma non ad un mettere in dubbio quanto è abbastanza palese.

Penso che il metodo dell’intersoggettività discusso nel thread filosofico è l’elemento differenziante dal creare un’autorità sub-democratica che decida cosa è giusto o vero.

Benissimo, se introducessimo la apposita policy basta aprire una proposta in AP, tipo “Le sigarette non nuocono alla salute” e vedere che fine fa.

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Ah, se ho capito bene allora è equivalente al nostro metodo di avere sezioni in assemblea permanente con le stesse persone che partecipano anche all’assemblea nazionale. Non esistono delegati in senso rappresentativo, solamente in senso liquido.

Sono assolutamente necessari anche moderatori e collegi arbitrali eletti (vedi http://my.pages.de/convivenza.it per le lunghe e buone ragioni), e non devono essere combacianti con i coordinamenti– anzi, li devono controllare. Inoltre non ho più dubbi che ci vuole anche un Gruppo Integrità. Queste le lezioni imparate in anni passati che possiamo contribuire a Progetto X.

I seguenti punti invece indicano un discorso che da anni non abbiamo affrontato– ci siamo limitati a stilizzare un mitico avatar. Qui dobbiamo chiarirci le idee se le esperienze degli amici ex-M5S ci permettono di saltare un gradino evolutivo.

Ora ci vuole il tempo per studiarsi “il volumetto”.

Intanto, grazie per l’invito. Mi pare una offerta onesta.

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no Lynx, non è quello che intendevo. Non sto parlando del problema della litigiosità e della convivenza (sul quale inizio ad essere fortemente d’accordo con te) ma del problema politico. Puoi anche avere un bel gruppo di persone assolutamente civili nel confronto e in grado di convivere ma incapaci di esprimere un progetto o un’idea politica. La convivenza è condizione necessaria ma non sufficiente a determinare il progetto. Ed è qui che io mi faccio alcune domande.

Sembra che tu ti chieda se è meglio essere un partito classico o ricorrere alla democrazia liquida che di fatto comporta un’identità liquida. Un partito classico non potrà mai accogliere tutti i pirati, quindi - volendo un partito classico - tanto vale che i gruppi più coesi tra noi facciano ciascuno un proprio partito… ma non penso abbia molto senso. Quindi occorre accettare un’identità liquida, sperimentare metodi per avanzare pur nella divergenza. Quanto emerge nel programma è il progetto politico. Che problema resta?

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@briganzia, secondo me la convivenza era la radice del problema. Ti risulta che il PP abbia pubblicato contenuti sbilenchi nel periodo difficile? Pochi, raramente, quando ci è scappato di fare un favore a qualche autore… voti che avrebbero necessitato del “comitato scientifico”… ma per il resto, i contenuti pirata erano chiaramente definiti. Il problema erano i giochi di potere, le persone che agivano di nascosto senza informare nessuno, le paure sul chi avrebbe messo i candidati in lista elettorale e così via. Il “problema politico” che descrivi, l’ho solamente percepito in forma di attacchi ad hominem contro chi proponeva il reddito d’esistenza… o di chi riteneva inconcepibile che il PP si faccia pubblicità su Facebook, ed allo stesso tempo esibiva commenti sessisti di pessimo gusto contro le poche donne che partecipavano al PP… anche in tal caso il problema non era di direzione politica, ma di paranoie esaltate senza confini comportamentali…

Al giorno d’oggi dove il candidato della sinistra francese propina il reddito d’esistenza, non siamo neanche più fuori dal comune. Immagina se fossimo sommersi da ex di tutti i grandi partiti, di sinistra, di centrosinistra, di fuoricampo, di centroliberista… penso che alla fine il consenso sul quale sarebbero capaci di andare d’accordo sono proprio le idee progressiste e ragionevoli del partito pirata.

Sui contenuti non mi turbo proprio, non sono mai stati ne pochi ne deboli. Anzi, siamo proprio fuori dal comune, per una formazione del nostro limitato spessore e della nostra nulla rappresentanza politica, a sviluppare un catalogo di proposte di legge come il nostro.

@Apsirtydes Mi stavo chiedendo quali altre realtà avreste intenzione di provare a coinvolgere in Progetto X. In particolare, mi chiedevo se si potesse provare a coinvolgere i Radicali e i Verdi. Inoltre, secondo me sarebbe da tener d’occhio anche De Magistris

@Exekias Politicamente tutti coloro che citi potrebbero andare bene (e ne avrei anche altri come Possible e Altenativa Libera, ad esempio), nonchè una miriade di liste civiche. Il problema di fondo sono sempre i cerchi magici dirigenziali ed economici che rifiutano o dissimulano modelli elettivi di democrazia diretta nella gestione del “partito” e nella rappresentanza politica.

Il giorno 8 febbraio 2017 14:06, Exekias cto@lists.partito-pirata.it ha scritto:

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Ok, quello che mi interessava era appunto il “politicamente”. Anch’io pensavo ad AL e Possibile da tirar dentro. Io credo che un tentativo valga la pena farlo, dopodiché se appunto i capetti di turno rifiuteranno amen.

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Possiamo (rifarlo) insieme. Ma sappi che il modello di Artini e Civati (posso sentirli entrambe) è di 2o livello. Civati però è (a parole) aperto a una federazione. Vorrei prima vedere gli sviluppi della mia proposta su LF. Che ne pensi?

Che intendi per “2°livello”? Ad ogni modo, penso che questa gente sia abbastanza adulta da capire che da soli non vanno da nessuna parte. Si mettessero l’animo in pace.

Trovo interessante questo punto e mi chiedo se si possa affrontare con un intervento che inibisca “by design” la formazione di questi cerchi magici. Ad esempio si può chiedere come requisito per aderire alla federazione l’adozione di una piattaforma decisionale vera e propria? O cosa altro?

Progetto X ha messo a Statuto anche questa tipologia di gestione. Non indichiamo esplicitamente la Piattaforma ma stabiliamo le modalità che evitano questa cosa o intervengono con delle verifiche sul Coordinamento. I Coordinatori Regionali vengono eletti e nominano dei collaboratori ma sono sottoposti alla approvazione e al recall della base. Lo trovate nel regolamento degli organi. Di seguito uno stralcio:

  1. Coordinamento Nazionale, approvazione e revoca 6.1. Il Coordinamento Nazionale svolge funzioni esecutive. E’ proposto dal Presidente Coordinatore Nazionale, che ne fa parte, all’Assemblea Nazionale che ne approva l’entrata in carica. 6.2. Il Coordinamento Nazionale pone in atto le deliberazioni dell’Assemblea Nazionale, favorendo la partecipazione alle sue decisioni. 6.3. È composto dai membri indicati dal Presidente, oltre al Presidente stesso, e dal Tesoriere Nazionale. 6.4. I membri del Coordinamento indicati dal Presidente Coordinatore Nazionale vengono approvati unitariamente dall’Assemblea degli Iscritti con metodo referendario (SI, NO). 6.5. Dopo 6 mesi i membri del Coordinamento Nazionale possono essere confermati singolarmente tramite una votazione, qualora, per ognuno di essi venga richiesta la conferma dell’incarico da un quorum del 20% della Assemblea degli Iscritti. La sostituzione eventuale o l’interim è a carico del presidente, fino a termine del mandato. 6.6. ll Coordinamento Nazionale è convocato dal Presidente o, su richiesta di un terzo dei membri del Coordinamento. Un membro, eletto seduta stante con voto palese, presiede e funge da Segretario, provvedendo a redigere il verbale. 6.7. Ha competenza sulle decisioni strategiche prese dalla Assemblea Nazionale. 6.8. Ha competenza su tutte le questioni urgenti, che non modifichino l’indirizzo politico di PROGETTO X. 6.9. Rappresenta PROGETTO X verso l’esterno e conduce eventuali trattative con altri soggetti politici su mandato dell’Assemblea Nazionale e approvazione finale dell’Assemblea degli Iscritti nazionale. 6.10. Ove ricorrano gravi e certificati atti politici in base ai seguenti gravi motivi: 6.10.1. impossibilità di funzionamento; 6.10.2. irregolarità di carattere amministrativo; 6.10.3. attività in spregio dei principi e degli scopi di PROGETTO X; 6.10.4. mancato rispetto delle deliberazioni della Assemblea Nazionale, Regionale a validità generale o delle delibere delle Commissioni di Garanzia competenti può richiedere alla Commissione di Garanzia Nazionale il disconoscimento di un Circolo di PROGETTO X territoriale oppure può richiedere l’interruzione del rapporto di federazione con un soggetto terzo, quindi il divieto all’uso del simbolo e di ogni altro simbolo da esso derivato.

O mamma, manca giusto che il premier dia l’incarico al presidente di formare il governo… mi pare un approccio molto da vecchia politica questo… non ci siamo, mi pare che Progetto X ha prima bisogno di assolvere il Progetto Statuto X.

Si, hai ragione. Questo è vero. Però c’è la grossa differenza che si tratta di un governo operativo su programmi e mandati gestiti dalla base, con la possibilità di revoca del mandato. Il suo incarico è molto breve (un anno), quindi la rotazione veloce e il recall dei suoi “assessori” sono una garanzia. Ma queste cose sono trattate negli altri regolamenti (tutti da portare alla assemblea fondativa).

Per capire il tutto ti serve il “combinato disposto” :scream: dei veri regolamenti. In particolare quello operativo.

Secondo livello nel senso che eleggi persone interne alla organizzazione che poi votano per te MA senza DEMOCRAZIA LIQUIDA. In Progetto X eleggi persone che lavorano per te, ma hai gli strumenti giusti per controllarli.

In tutti i partiti la leadership dovrebbe orientarsi ai programmi della base… poi dipende dal resto del regolamento quanto si possa garantire. Qui si parla di una possibilità di revoca del mandato che deve mobilitare l’intero partito, non una qualche corte che controlli l’integrità dell’operato del coordinamento. E la maggioranza del partito deve essere d’accordo sulla rimozione di un assessore, cosa sempre meno probabile dato che l’adorazione del leader diventa praticamente inevitabile in questa architettura – e, che fai, sporchi l’assessore del leader? In pratica ti ritrovi col leader adorato, 20% di assessori noti per le loro competenze in materia e il resto del governo di fatto i leccaculo di turno.

Mi era stato detto che Mr Iglesias aveva creato questa cosa per stabilire il suo potere… ma non sapevo che fosse impiantata nel profondo dello statuto. Terribile.

Dubito che si possa fare in questo modo, se gli amici di Progetto X hanno intenzioni oneste, dobbiamo metterci a lavorare a sfornare qualcosa di più democratico. Credo che lo statuto di @solibo è di già migliore.

Se leggi le 130 pagine di storia e documentazione ti fai sicuramente una idea più articolata. Alla assemblea fondativa tutto può essere rivisto ma il progetto è un’opera di mediazione veramente complessa e articolata (e pratica) tra moltissime realtà politiche. In fondo la delega liquida non è che un mandato revocabile. Se poi sei il Burocrate in ogni modo ti attorni di qualcuno che lavora con te e per te, non hai scampo.

Sto leggendo lo statuto in questo momento, a pagina 43 del libro. Mi domando dove si può git clonare il libro per fargli delle modifiche…

Non credo alle assemblee con le ore contate. Se non ci mettiamo d’accordo in anticipo in via digitale, all’assemblea non avremo nulla da ratificare ed ogni modificazione last minute non sarà all’altezza dell’immensa responsabilità del momento. In pratica, se rimandiamo all’assemblea, X è già fallito.

Il fatto che basta un clic e il peso dei clic si nota se sono molti, lo rende uno strumento totalmente diverso da una revoca articolata a suon di dibattiti, shitstorm ed assemblee disperate. Non banalizziamo la democrazia liquida, per favore.

Il “burocrate” nel PP-IT è un ruolo formale di scarsa importanza politica. Da noi esiste il coordinamento che effettivamente ha solamente il compito di dare i calci in sedere a chi in assemblea ha detto che avrebbe fatto x oppure y, ma non significa per questo che il coordinamento debba realizzare tutte le cose lui stesso. Il bello di LF è che si può anche votare per le piccole banalità quotidiane, basta organizzare bene le aree e partecipazioni. Dato che comunque si vota per le spese, in quanto qualsiasi altro metodo porta ad effetti di corruzione, si può di fatto anche sempre indicare chi si occupa di spendere tale spesa, e da lì gli incarichi sono una cosa fluida nel quotidiano degli attivisti più attivi. Non escludo che il coordinamento si avvali aiuti in molti campi, ma ci possono anche essere molti incarichi a corto raggio che mantengono variegata la struttura esecutiva dell’insieme… nel Partito Pirata, l’AP resta lo strumento direttivo in ogni momento quotidiano. Senza democrazia liquida, ciò non sarebbe possibile. Chi ha usato LQFB senza delegare, ha usato LQFB solo in parte.

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@lynX L’assemblea non è nemmeno fissata. La proposta che ho fatto su LF non vincola nessuno. Lo statuto, i principi e tutto il resto sono frutto di un lavoro corale (ma editorialmente ne sono il primo artefice) dopo averlo emesso (lavorando su google docs per capitoli differenti) lo abbiamo anche messo sul nostro LF (ora non c’è più, ce lo gestiva un vostro pirata di Bergamo). Ha praticamente 2 anni ed è stato in mano a parlamentari di ogni tipo. Mi piace che le tue obiezioni siano profondamente in antitesi di quelle che hanno portato al suo rifiuto da parte dei parlamentari (es. Artini di AL), nonostante il grande lavoro di mediazione. Trovate un link per le osservazioni e i commenti qui: LIBRO PROGETTO X 3.0]1 Una volta fatta l’assemblea fondativa lo statuto ha in sè le regole per essere cambiate e quindi, se la piattaforma sarà LF (o una simile) non vedo perchè non si possa fare con l’assemblea permanente e con le policy adatte, come d’altronde si fa qui.

Nel nostra caso può essere modifica dai “delegati” o dalla “base” (o con altre regole per i Regolamenti). 11. MODIFICHE ALLO STATUTO 11.1. La richiesta di eventuali modifiche dello Statuto deve manifestarsi con almeno il 20% dei membri dell’Assemblea Nazionale degli Iscritti oppure con almeno i 2/5 (due quinti) dei membri dell’Assemblea Nazionale dei Rappresentanti che ne sottoscrivano la richiesta, e deve pervenire al Presidente Coordinatore Nazionale corredata di un documento che ne spiega i razionali. 11.2. Il Presidente Coordinatore Nazionale sottoporrà quindi la richiesta all’Assemblea Nazionale dei Rappresentanti che aprirà un dibattito pubblico a tutti gli iscritti tramite gli strumenti on line di comunicazione, condivisione e collaborazione interni a PROGETTO X. 11.3. Il dibattito che dovrà essere tenuto aperto per almeno 3 mesi a cui seguirà la votazione da parte dei membri dell’Assemblea Nazionale degli Iscritti (meglio specificare degli iscritti?). L’unica deroga ai 3 mesi, con riduzione a 15 giorni del dibattito, è ammessa solo in casi di urgenza a causa di cambiamenti di leggi verso i quali PROGETTO X debba statutariamente ed indispensabilmente adeguarsi. 11.4. L’Assemblea Nazionale degli Iscritti rende effettive le modifiche solo se approvate con la maggioranza qualificata dei due terzi dei suoi componenti.


PS. Uso LF da anni e sono stato amministratore e proponente dello stesso ovunque. Ho creato e pensato ad istanze di ogni genere e tipo (pensa che quando ero consigliere comunale caricavo le mozioni e le delibere di consiglio con il sistema di Test Polling, ho steso procedure per le commissioni ed i gruppi parlamentari, per la fiducia o per le votazioni immediate in aula, anche da 10 minuti). Ti linko qui la repository con molto del mio lavoro e delle policy utilizzate o proposte: inserisci qui la descrizione del collegamento Mi sono scontrato con quelli di AIRESIS sulla delega, considerandola fondamentale. Ma è stato un fallimento continuo (con mio rammarico s’intende), sia sul piccolo e medio numero (da 10 a 100 persone) che sul grande (700 e oltre). Questo per incapacità tecnica delle persone, per l’inattività delle stesse e per l’ostracismo di chi deteneva davvero il potere in M5S.