Fatico a comprendere il problema dei dati su Facebook, Google, Whatsapp

Mi piace molto il realismo e l’attenzione integrale ai problemi della società di Peter Sunde. Fatico a comprendere il problema dei dati su Facebook, Google, Whatsapp. Oltre al fatto che non potremmo utilizzare quasi piú niente, non ritengo che sia un rilevante problema se:

  • La polizia ha tutti i miei dati, sa dove sono, impronta digitale compresa (magari in modo piú lacunoso, ma sempre lo Stato ha tutti i dati fondamentali dei suoi cittadini).
  • Molte grandi aziende hanno miliardi di dati su tendenze di massa, profili di utenti, potenziali “consumatori” di certi prodotti, ecc.
  • C’è chi guadagna moltissimo attraverso dati di ogni genere, cosí come ci sono tanti mercati dove si guadagna tantissimo e non tutti ne hanno parte (per i motivi piú vari).

Per tradurre questi fatti in un serio danno, occorre ipotizzare scenari piuttosto complottisti che spero non siano reali (anche se nulla si può escludere).

Relativamente ai cittadini sono certo che nemmeno vagamente si pongono queste cose come un problema: semplicemente non interessa. O addirittura insistere sulla privacy quando si parla di Facebook, Whatsapp, Gmail è facile che sia associato a paranoia. E chi abbia ragione o meno fatico a stabilirlo, credo di essere piú vicino al cittadino spensierato.

Mentre un argomento fondamentale è la consapevolezza delle possibilità di guadagno che sono sempre piú facili per i grandi colossi (anche se sono diventati tali per loro meriti) e molto piú difficili (talvolta impossibili) per chi “eredita” dalla famiglia una posizione assolutamente modesta e senza significativi capitali. Si può diventare imprenditori, ma sarà sempre piú difficile offrire qualcosa di nuovo nel mercato a prezzi competitivi, perché ci si avvia sempre piú verso la saturazione del mercato (ogni domanda è soddisfatta) e l’automatizzazione del lavoro (i prezzi scendono sempre di piú, o possiedi macchinari e robot o non puoi competere).

Questo può, secondo me, in accordo con Peter Sunde, aprire gli occhi ai cittadini e fargli comprendere che un nuovo sistema finanziario ed una nuova concezione del reddito sono necessari ed anche un diritto, per una società che vuol essere solidale e non elitaria.

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Mi vengono i brividi a leggere le tue parole.

Veramente sono già avvenuti… nel 2008 in Argentina. Hanno manipolato la volontà democratica di una intera popolazione non attraverso i media bensì attraverso un trattamento individuale nei social. Gli hanno contorto la mente uno ad uno. Vedi il video… IUFitalia2015 Materiale storico - Video

I dati sull’identità delle persone devono essere a parte. I dati sui movimenti delle persone devono essere anonimizzati. Se permetti che il governo abbini queste informazioni gli dai la possibilità di prevedere tutte le relazioni sociali, le attività future e perciò di manipolare a scopi totalitari. La costituzione però non prevede solamente che questo non avvenga – è intesa a impedire che il governo sia mai abilitato ad avere questo potere!

Forse basterebbero i dati di una o due di queste aziende, se analizzati bene, ad eseguire un controllo totalitario sulla popolazione … se riesci a prevedere come agisce il popolo, lo puoi manipolare a volontà. Tutti si domanderanno perchè nessuno si ribella… perchè nessuno ne è veramente in grado.

Il tecnocontrollo della popolazione è una questione di soldi? Si, forse si può acquistare la post-democrazia. L’unica complicazione è il fatto che ci sono molti contendenti che vogliono manipolare la democrazia in direzioni diverse. L’unica cosa che in questo modo perdiamo di sicuro è la democrazia come intesa dalla costituzione.

In Germania si, ma altrove la vedo triste.

Significa che nessuno gli ha spiegato le implicazioni costituzionali del #datagate e company. Non ci sta nulla di paranoico… le infrazioni dei principi costituzionali sono palesi. Piuttosto esiste una mancanza di comprensione dello scopo della costituzione.

Il fatto che oltre al tecnocontrollo ci siano anche problemi di monopolizzazione dei mercati lo considero piuttosto uno spiraglio di speranza… magari chi si occupa di antitrust si accorgerà anche della anticostituzionalità delle posizioni di monopolio adottate dai grandi colossi – un problema molto ma molto più grande del monopolio stesso.

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Ho visto interamente il video IUF Italia 2015 #10. È molto interessante e qualche brivido mi è venuto alla notizia (di cui sono andato in cerca) dei droni inviati ad uccidere in base ad analisi sui metadati.

Grandi poteri finanziari (multinazionali e grandi banche private) che influenzano la politica è ben noto, e che le stesse dispongano di dati che sono il sogno di un qualsiasi totalitarismo, è anch’esso un fatto inquietante.

Secondo la Costituzione è un diritto civile la libertà individuale ed include la segretezza della corrispondenza. Non mi ero mai soffermato su questi fatti, ma se le aziende possono far firmare contratti incostituzionali agli utenti, o magari rispettarli sulla carta, ma di fatto nessuno potrà controllare l’uso che ne viene fatto, vuol dire che il mercato è fuori legge (altroché i pirati). In ogni caso, c’è un abuso verso gli umani, tanto piú grave quanto piú è invasivo.

Un chip che garantisce la costituzionalità degli smartphone è un’idea che spero sarà portata avanti; anche se i problemi di trasparenza e garanzia connessi, oltre alla non manipolazione di questo chip da parte degli utilizzatori finali, mi sembrano tutti problemi molto difficili.

La triste conclusione che faccio è quella di Peter Sunde. Ammesso che una stretta minoranza inizia a tutelarsi cambiando programmi e modi di comunicare ( http://secushare.org ), dovrà interagire con la maggioranza che usa i classici programmi e sistemi e la difesa sarà parziale. Inoltre, la stragrande maggioranza non farà mai un cambiamento del genere. Non ci credo (manca pazienza, competenza, voglia, coscienza, manca tutto). Quindi occorre convivere con la consapevolezza che un eventuale emergente sistema totalitario disporrà tranquillamente di tutti i dati sociali, psicologici e geografici che desidera. La battaglia sulla protezione è persa.

Quello che resta è lavorare politicamente e raggiungere una vera democrazia nel governo, allora le azioni sono maggiormente controllate dai cittadini e a favore dei cittadini, e il mercato (le aziende) possono essere costrette a rispettare certe regole e certi diritti umani. Il guaio è che anche qui la vedo tanto dura… ed è proprio a causa dei cittadini che la vedo dura (non aggiungo altro, lascio intendere).

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Formalmente la Costituzione è un contratto tra cittadino e il proprio governo. Non ci si immaginava che delle entità commerciali un giorno sarebbero diventate così grosse da creare un pericolo totalitario e non ci si aspettava che un giorno un governo di un altro continente avrebbe detenuto questo tipo di potere sulla nostra popolazione.

La Costituzione è stata scritta senza considerare alcune delle potenzialità digitali, perciò ritengo il ruolo politico dei Pirati di carattere costituzionalista. Il mercato è eticamente parlando fuorilegge già da un po’, ma formalmente le leggi e costituzioni non si oppongono per quanto sono invecchiate.

Finchè la politica non si rende conto del disastro i software e i protocolli che potrebbero salvare la democrazia avranno difficoltà a competere con i prodotti che lucrano in modi “fuorilegge”. Perciò l’iniziativa di fare una proposta di legge UE.