Il confronto tra Costituzione e realtà mostra un fallimento

Riporto di seguito gli articoli (numerosi) che sulla carta dicono qualcosa, ma nella realtà accade tutt’altro. Questo è chiaramente un fallimento, c’è qualcosa, probabilmente più di una cosa, che viene completamente trascurata. In relazione a ciò, bisognerebbe farsi un’idea per un piano sociale-politico di recupero di questa deriva italiana, ma oserei dire occidentale.

Art. 1 - Il lavoro lo Stato non può garantirlo, perché dipende dalle dinamiche del mercato. Oggi l’impostazione è questa o è stata usata una condotta anti costituzionale da decenni o magari non c’è alternativa.

Art. 3 - La pari dignità è soprattutto un fatto educativo e culturale, che la legge ci tratti allo stesso modo (e nemmeno è del tutto vero) risulta comunque impossibile farvi appello. Infatti, quando sono diffusi comportamenti razzisti, xenofobi, altre forme di bullismo (dai capelli rossi all’esser grassi o gay), classi sociali di fatto basate sul reddito (i poveri, quelli di periferia, quelli del centro, quelli del paese o campagna, quelli di città, i proprietari di aziende…) classi sociali che oggi si stanno avvicinando e riducendo (quindi più disuguaglianza, più netta e meno possibilità di passare da una classe all’altra)… hai voglia a dire che abbiamo pari dignità per implicare pari diritti, non è così: c’è chi può e chi non può, chi conta e chi non conta, chi deve chinare la testa e stare zitto o perde il posto e chi ha potere… questa è la realtà (oggi – spero domani sarà un giorno migliore…).

Art. 3 e 24 - Di fatto, chi può permettersi molti avvocati esperti è facilitato nel processo rispetto a chi ottiene un avvocato gratuitamente. Senza parlare di grandi aziende e multinazionali che possono operare facendo pressioni o pianificando tattiche legali che il singolo cittadino non può eguagliare.

La Repubblica non sta rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale al fine di rendere i cittadini ugualmente liberi: la povertà è una piaga in espansione (in Italia e nel mondo); chi diventa un senzatetto non ha speranze di uscire da questa condizione; se la famiglia non provvede alle necessità materiali dei figli, alla macchina (che città escluse risulta una necessità sociale), ad altre spese per sport o piscina o altre attività sociali che quasi sempre hanno dei costi (tutto viene commercializzato), i bonus dello Stato (quando ci sono) sono simbolici rispetto alle reali spese. È la famiglia che provvede non la Repubblica… se la famiglia non può: tocca sopportare le varie ristrettezze.

Art. 4 - Il lavoro è un diritto e i disoccupati a chi devono rivolgersi per ottenere questo diritto? Utopia…

Art. 7 - I Patti Lateranensi sono decisamente da rivedere (questa è solo una nota).

Art. 9 - La ricerca scientifica e tecnica… sappiamo bene che i ricercatori se non vogliono fare la fame in Italia devono andare all’estero, non mi pare ci sia una particolare “promozione” della ricerca… Non mancano delle eccellenze, però sono poche e bisognerebbe farle crescere, però con il debito pubblico quasi alla deriva (per me l’instabilità politica prossima porterà ad un ulteriore declassamento) tocca fare tagli senza speranze per la ricerca, e realmente dovremmo piuttosto invertire tutta la rotta (il debito pubblico stesso come minimo dovrebbe tornare un sistema ibrido tra finanziamento dei capitali e prestatore di ultima istanza statale, come minimo).

Art. 15 - La segretezza della corrispondenza privata è violata da contratti di social network (teoricamente incostituzionali) dove ci si rimette alla fiducia di multinazionali o più piccole aziende straniere, ed in USA (per esempio) sappiamo che per legge si devono negare rapporti con la NSA ed ogni dato richiesto va però consegnato alla NSA, perfettamente quel che non si voleva a seguito del fascismo il cui art. 15 è una chiara prevenzione.

Art. 21 - La stampa non può essere soggetta a censura… peccato che molti giornali sono pubblicamente finanziati e non hanno la necessaria indipendenza per essere liberi. Senza contare che molti proprietari di giornali locali sono, per esempio, costruttori di case o con conflitti di interesse di vario tipo e l’informazione a tanti livelli (sia locale che nazionale) viene filtrata, diversamente colorata, molte cose taciute, insomma non c’è esattamente la censura, ma di fatto l’informazione è manipolata… Senza parlare della TV.

Art. 28 - Si parla di responsabilità nel violare i diritti da parte di funzionari e dipendenti dello Stato, però il parlamento è pieno di cosiddetti “impresentabili”, la mafia locale (intendo il semplice inserire in ruoli pubblici figli di “chi conta”) o i gravi atti a livello nazionale che ci hanno portato alla deriva italiana nel suo complesso… quando tutte queste cose avvengono, come se ne viene fuori? come si torna indietro? È un casino enorme di fatto e sono lotte lunghe dall’esito assai incerto.

Art. 31 - Il particolare riguardo alle famiglie numerose è oggi anacronistico, serve conciliare la continuità degli italiani che sono in bilancio negativo (e può anche andar bene, però una popolazione troppo anziana è il guaio economico collaterale) e globalmente occorre istruire alla responsabilità demografica: abbiamo dei limiti, teniamone conto.

Art. 36 - La retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro in tante aziende viene disattesa, con necessità di ore extra non retribuite. Inoltre, non è affatto vero che si assicura una vita dignitosa per sé e per la famiglia: la competizione si è inasprita, la domanda di lavoro è alta e quindi si è abbassato il valore dei lavoratori, cioè vengono pagati meno, spesso una famiglia non ce la si può permettere, senza contare la precarietà e l’insicurezza che molti vivono senza un contratto a tempo indeterminato o un reddito minimo che offra garanzie nei momenti di non lavoro. Il mercato ha completamente scalzato questi diritti umani, ci sono buone condizioni per chi è fortunato, ma per molti non ci sono e fare appello all’art. 36 può giusto suscitare ilarità…

Art. 38 - È incluso il sostengo alle esigenze di vita anche ai disoccupati involontari, però si è creata la categoria degli inoccupati che finché non trovano lavoro e poi lo perdono, non sono disoccupati, ma rientrano in una specie di limbo per raggirare gli intenti dell’art 38… insopportabile ipocrisia.

Art. 39 e 40 - Non mi intendo dei dettagli ma tra sindacati e scioperi inefficaci ricordo molti problemi sollevati, ma non ho meglio approfondito e lascio solo questa nota più vaga.

Art. 41 - È presente il concetto di libertà del libero mercato, teoricamente ci può stare, ma nella pratica è inesatto. Si è tanto più liberi, tanto più grande è il proprio capitale, il problema è proprio nel termine “libero mercato”, per correttezza sarebbe opportuno trovare un termine più autentico che non alluda a finte libertà…

Art. 44 - I piani regolatori generali: un caso su tutti quello di Roma che è stato sconvolto con mazzette ai politici con cambi di destinazione d’uso per fare profitti a scapito della vivibilità e sostenibilità del territorio. So che anche al nord hanno esageratamente esteso le periferie di molti paesi. Se non c’è una seria ed efficace prevenzione dalla corruzione, è solo questione di tempo che le cose vanno in malora.

Art. 49 - Il diritto a fare partiti per determinare la politica nazionale è un’altra questione teorica che nella pratica è molto diversa. I cittadini lavoratori non hanno tempo di curare un partito, qualora trovano il tempo per realizzarne uno, senza finanziamenti non si possono sviluppare le strutture ed attirare le competenze necessarie per emergere. Inoltre, il marketing ha un ruolo enorme sulle possibilità di farsi conoscere ed anche questo richiede forti finanziamenti, oggi più bassi grazie al Web, ma comunque non fattibili per un piccolo partito. Serve fama e soldi (es. Berlusconi) o anche Grillo a livello di fama (i soldi c’è stato un aiuto iniziale tramite Casaleggio Associati poi sono arrivati dai privati, altri dettagli mi astengo), senza questi elementi la libertà (cioè una concreta possibilità) è un’illusione.

Art. 53 - Le imposte sono più pressanti sulla maggior parte della popolazione e più leggere per chi ha alti redditi e patrimoni, insieme al fatto che avere tanti soldi permette di farne tanti, si sta incentivando il sempre più elevato squilibrio in Italia e nel mondo tra relativamente poveri e ricchissimi. Peccato che il potere è sempre tenuto da chi ha il denaro e quindi fare certe scelte verrebbero subito tacciate come “comuniste” ed ostacolate in ogni modo, serve praticamente una rivoluzione, sempre che sia più fattibile farla…

Riguardo il Titolo IV sulla Magistratura ricordo di incisivi problemi, ma non ho mai approfondito, se non vado errato ci sono classi sociali di fatto che possono influenzare molto l’esito dei processi di vari personaggi potenti o difendere i privilegi di classi sociali ricche (in cui costoro rientrano). Però, non ho approfondito, né ho particolare voglia e tempo di farlo.

Concludo così l’elenco dei buchi che la Costituzione lascia irrisolti (la seconda parte non l’ho analizzata, salvo la nota vaga sulla magistratura che necessiterebbe di approfondimenti).

Prossimamente sarebbe interessante capire perché scrivere buoni intenti sulla carta non funziona: cosa può accadere dopo? perché accade? si può prevenire? dove si sta drammaticamente sbagliando?

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Se la costituzione indica che non ci deve essere discriminazione, le corti possono facilmente seccare qualsiasi legislazione o atto disegnato ad introdurre discriminazione. Ma se la costituzione chiede che qualcuno faccia qualcosa affinché certe condizioni si realizzino, le corti che devono fare? Punire ogni governo per non avere dato lavoro a tutti? La costituzione italiana è scritta un po’ all’italiana — con un sacco di belle richieste politiche in petto ma senza edificare le necessarie strutture per realizzarle… è un po’ come se nello statuto pirata invece di metterci gli organi di partito ci avessimo messo il codice di condotta e basta.

La esplicita discriminazione è abbastanza facile da combattere, ma il passo dalla “pari dignità” ai “pari diritti” fallisce per difficile quantificabilità e perché anche in tal caso “qualcuno (al governo) dovrebbe fare qualcosa” — cioè non ci sta l’infrazione ovvia che le corti possono sanzionare. L’autore della costituzione ha espresso un appello politico, non un paletto legale, ma in costituzione servono paletti, non appelli.

Anche in questo caso ci vorrebbero governi che incentivano la eguaglianza davanti alle corti attivamente, e le corti non possono punire chi semplicemente non muove un dito. Nella teoria democratica rappresentativa, la responsabilità ricade sul popolo sovrano che elegge male i suoi rappresentanti.

Stesso problema. Non ci sta via sanzionabile.

Ironicamente, quelli invece sono chiaramente attuabili e perciò le corti li difenderanno con i denti.

Di nuovo il problema che le corti non possono punire chi non fa per non avere fatto. Possono solo punire chi infrange.

O cambiamo la costituzione per incaricare le corti a punire i governi che non perseguono attivamente gli obiettivi costituzionali, o cambiamo la costituzione del tutto.

Questo sarebbe sanzionabile invece — il problema in questo caso sta in un dettaglio legale della questione: la costituzione è un contratto tra governo e popolazione, non tiene conto di ditte multinazionali e governi stranieri. O ci vuole una corte suprema con le palle che amplia la definizione e scopo della costituzione a non limitarsi anacronisticamente al proprio governuccio, o ci vuole legislazione attiva che implementi le intenzioni costituzionali.

Si, anche in questo caso le corti possono impedire una censura statale, ma se la censura avviene attraverso i meccanismi del capitalismo, avviene all’esterno dallo scope della costituzione. La stronzata in questo caso è che la costituzione fa delle promesse che non può legalmente mantenere. Abbiamo una costituzione all’italiana… accomodante, deliziosamente poetica, ma in realtà menefreghista — o banalmente incompetente.

Di nuovo la teorica responsabilità del popolo sovrano. Il problema è radicato nelle premesse della democrazia rappresentativa, a monte della costituzione.

In questo caso, se comprovabile, un iter giustiziario dovrebbe portare ad un successo…

:slight_smile: +1

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