Nassim Taleb: L'intolleranza vince sempre

Posto anche qui l’articolo perché secondo me è degno di nota e contiene diversi spunti interessantissimi per il Partito Pirata. http://vocidallestero.it/2017/08/18/nassim-taleb-lintolleranza-vince-sempre-il-dispotismo-della-minoranza/

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Ho letto l’articolo con interesse, però mentre lo leggevo aumentava il mio dissenso.

Innanzi tutto ho ricavato le tesi sostenute ripulite da ogni esempio:

Tesi del capitolo tradotto

  1. La necessità (allergie, disabilità, ecc.) di una minoranza va assecondata dalla maggioranza.
  • Una minoranza insistente (cibi rifiutati, regole religiose, ecc.) condiziona una maggioranza flessibile, ma solo se la richiesta non comporta costi rilevanti.

  • Se una minoranza viene “ghettizzata”, non condiziona più la maggioranza.

  • Se due minoranze insistenti sono in contrasto (fumatori e non fumatori, chi rifiuta carne di maiale e chi la desidera, ecc.), il risultato è che occorre trovare uno spazio per entrambi, anche se ciò comporta qualche costo rilevante (però anche ripagato dal soddisfare più clienti).

  • La mente umana ha bisogno di distinzioni chiare, gestire o normare le sfumature è più difficile e tendono a prevalere le regole nette.

  • Se gruppi di minoranza intolleranti e indesiderabili non sono contrastati da altri gruppi di minoranza intolleranti alle cose indesiderabili, con buona probabilità conquistano spazio e potere in ogni ambito (scuola, politica, mercato, mass media, ecc.). Però, di fronte a qualcosa di indesiderabile è difficile che una minoranza non insorga contro.

Commenti personali alle tesi

La (1) è piuttosto ovvia, se non vogliamo, per esempio, elimiare fisicamente i celiaci, ecc., è ovvio che dobbiamo avere anche cibi adatti a loro ed ogni altra risorsa utile a sopperire a tali necessità. Gli spartani non usavano la regola “se resti indietro, ti aspetto”, ma “se resti indietro e non sei morto, vengo ad ammazzarti” (si pensi alla rupe dei disabili).

La (2) è accompagnata da esempi che possono impressionare, quasi tutti si ritrovano cibi Kosher, ecc., ma non ci trovo nulla di straordinario. Se alla maggioranza non interessa che una tal caso sia X o Y, scelgo tra le due la cosa che mi permette di vendere a tutti, per di più senza costi rilevanti aggiuntivi (i quali, se ci fossero, già possono cambiare il discorso…).

La (3) può essere osservata da tanti punti di vista. Se ai nudisti diamo spiagge separate e sei nudista, te ne devi andare nella spiaggia delle “anomalie”, così conserviamo le spiagge dai buoni costumi XD È una tecnica di difesa, ma al tempo stesso anche di ritrovo e familiarità per tutti quelli simili che si ritrovano insieme. Per esempio, un musulmano che deve andare in occidente, preferirà vivere in quartieri con più musulmani (può anche succedere che ci sia rivalità tra immigrati, complicando questo fenomeno, ma l’articolo ne tralascia tante di complicazioni…). Se c’è il fenomeno della ghettizzazione è probabile che ci sia anche una minoranza in conflitto che i soggetti “anomali” non li vuole. Ribadisco che è una tecnica di difesa (ambo le parti, si pensi anche alle catacombe), può essere utile valutare i fattori sociali o di altro tipo che portano a questo e differiscono caso per caso, ma la sola tesi così, non dice nulla di particolarmente degno di nota.

La (4) introduce un elemento si “tranquillità” verso una minoranza pericolosa, se ha potere pur essendo in minoranza, si può anche contrastare con un’altra minoranza, quindi (se realmente disturba) è facile tenerla a bada. Si pensi ai troll e ai moderatori, tutti e due sono minoranze. La maggioranza non farebbe né il troll, ma nemmeno il moderatore, però si intuisce bene come le cose possano bilanciarsi.

La (5) non mi pare accompagnata da particolari convincenti elementi, però suona piuttosto verosimile. Questo potrebbe essere un rischio per l’emergenza della stupidità collettiva nelle dinamiche di gruppo non regolamentate da chi le sfumature e la complessità riesce a vederla e più o meno bene a gestirla. Questo è importante e come partito che sostiene la democrazia liquida dovremmo tenerne conto e avere buone e fondate soluzioni.

La (6) ha una sostanza simile alla (4). Mi limito a dire che se una minoranza è davvero problematica (come i terroristi pronti a uccidere ed uccidersi), forse esiste un’ampia parte di popolazione che si sottometterebbe all’islamismo (in passato è successo con il cristianesimo ed altro), però è sicuro che ci sarà almeno una minoranza contraria e in lotta. A questo punto non conta più solo “l’insistenza”, ma l’effettivo potere e le risorse (finanziarie, di armi, di tempo, ecc.) di cui si dispone. Aspetto che sminuisce molto (secondo me) il valore del capitolo nel suo complesso.

Critica ai paragrafi dedicati al progresso scientifico

Riguardo il modo in cui funziona la scienza, limitarsi ad un’unica idea di Popper è davvero troppo poco… Troppe cose sono state dette dopo Popper e molte cose restano valide prima di lui. È molto più complesso il quadro per concludere qualcosa con un paio di paragrafi. Per esempio, la scienza si può dire asimmetrica nel senso che mano a mano che avanza sfoltisce un grande insieme di ipotesi ammissibili e seleziona positivamente le conoscenze che permettono di manipolare o prevedere correttamente i fenomeni studiati.

Però, primo, non c’entra più l’intolleranza di una minoranza di cui si sta parlando, piuttosto imputo la forza dei metodi scientifici (che sono una pluralità) alla possibilità di ottenere risultati (puoi anche non credere all’elettromagnetismo o semplicemente non capirci niente, ma quando abbiamo in mano dispositivi che permettono di comunicare a distanza, questo vantaggio, questa nuova potenzialità è molto difficile rifiutarla ed è quasi impossibile dire che “non è vero”). Secondo, il senso in cui la scienza è un’asimmetria perché si procede falsificando, può essere contestato dal fatto che certe ipotesi abbandonate, storicamente è successo che si sono recuperate. Inoltre, le ipotesi di un tempo non sono tutte quelle possibili, ma solo quelle immaginabili, nuove teorie e nuove scoperte ampliano anche l’insieme di ipotesi che siamo capaci di immaginare o che riteniamo possibili rispetto ai secoli o ai millenni passati. Quindi andrebbe definito meglio quel senso di asimmetria basato sulla falsificazione (oltre al fatto che la scienza non consiste solo in questo).

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Mi pare un ulteriore documento che comprova quanto “Don’t Feed The Troll” non funziona, ma non ha nulla da offrire riguardo ai spazi sicuri dove le regole impediscono a minoranze quanto alle maggioranze di abusarsi a vicenda. In pratica l’autore non considera che si possano sviluppare metodi di convivenza ragionevoli e metterli in pratica. Perché in questo forum stiamo ripartendo da zero su cose che abbiamo dibattuto già per sei anni? Vecchiaia? O è colpa del declino intellettuale esterno al nostro progetto?

Associo il fenomeno alla metafora del pandemonio di Dennett, con la quale cerca di offrire un’immagine di come funziona la mente umana: tanti processi e comprensioni in competizione tra loro hanno luogo simultaneamente, ma solo ad un certo punto, che spesso richiede il “senno del poi”, alcuni processi e comprensioni prevalgono e si asserisce di aver sempre vissuto e provato quella che risulta la versione finale. Motivo per il quale lo stesso concetto di “io cosciente” viene contrastato da Dennett perché non risulta esserci un’unica versione dell’ “io”, ma piuttosto un pandemonio di processi di cui ignoriamo l’esistenza.

Se questa metafora è applicabile anche ad una collettività di persone, è facile aspettarsi che prevalga il fenomeno di associazione delle notizie e delle informazioni in vista del dialogo e quindi tornano fuori molte questioni a prescindere da quanto e da come se ne sia discusso. Solo un processo di raffinazione di tutti i collegamenti che continuano a presentare materiali, pensieri e idee, possono portare ad una versione finale. Chiederla subito potrebbe non essere realistico.

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