Su stimolo di questo articolo http://www.chefuturo.it/2016/02/internet-aperta-produce-innovazione/ “Rete stabile ed aperta per l’innovazione” condiviso dal PP su Facebook. È probabile che tra i vari informatici che qui ci sono emerga qualche contributo interessante e magari praticabile. Quali caratteristiche vorremo da Internet?
Caratteristiche desiderate
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Permanenza: libri, articoli, foto, video, forum, guide, software, ecc., non devono correre il rischio di sparire perché un server chiude o un servizio commerciale si interrompe.
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Libertà: contrastare l’illegalità criminale è quasi impossibile e i mezzi piú efficaci diventerebbero oppressivi per tutto il resto dell’ordinaria navigazione. Inoltre, chi stabilisce il limite tra illegale e legale? Ho un amico che aveva pubblicato dati pesanti su un’azienda in cui ha lavorato, ma ha dovuto cancellarli perché è stato contattato con minaccia di querela. Inoltre, cosa si può dire e non dire su politici e personaggi influenti? Se il copyright è concepito per essere sproporzionato a favore del profitto degli editori (nemmeno degli autori) c’è la libertà di violarlo o no? In altre parole, l’informazione non può avere censure, perché emergerebbe il problema di “chi controlla i controllori”. La libertà si ottiene con la protezione dell’identità e l’assenza di censura (qui conta lo spirito anarchico: solo la tua coscienza può guidarti, inutile fare regole).
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Interconnessione: deve essere possibile conoscere quali dati esistono e come ottenerli, magari anche attraverso diversi canali, praticamente è il ruolo del motore di ricerca e degli standard web per comunicare.
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Facilità: per quanto penso che la facilità sia sacrificabile rispetto alle altre caratteristiche, tanto piú l’utilizzo di internet diventa complicato (numerose attenzioni, piú strumenti da configurare, eventuali costi…) tanto piú questa via viene scoraggiata a favore di altre.
Soluzioni
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Permanenza. Server, hard disk, servizi… se non ci sono persone che tengono in funzione questi strumenti prima o poi “spariscono”. Quindi è necessario avere delle associazioni che hanno il compito di preservare e trasmettere il materiale che ricevono. Alcuni esempi: archive.org , Wikipedia , Diaspora. Anche il p2p aiuta a “tenere in vita” i dati, ma dopo anni possono sparire lo stesso.
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Libertà. Questo è un punto difficile da garantire, probabilmente il meglio che è stato realizzato è Tor browser e non so bene come funziona la tecnica dei torrent. La criptazione di comunicazioni e nell’invio dei dati è un’altra ottima soluzione, c’è chi ipotizzava l’avvento di un internet basato sul p2p criptato. È sicuramente il punto piú tosto da approfondire e meno semplice, facendo ricognizione dei migliori strumenti attualmente a disposizione. Purtroppo, non ci si può avvelere della permanenza, perché certe associazioni possono accettare solo materiale legale (e storicamente sappiamo che legalità ed etica non vanno sempre a braccetto) e materiale che non crei problemi di querele (pur essendo vero e non protetto da copyright).
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Interconnessione: altro punto complesso che include vari sotto problemi: (a) condividere degli standard di comunicazione; (b) gestire piú canali di comunicazione; © centralizzare e distribuire l’informazione di ciò che esiste; (d) tutelare l’identità di chi può fornire ciò che ha. ‒‒‒ Il punto © è oggi guastato da link che smettono di funzionare, pagine che chiudono, mancanza di garanzia sulla bontà delle fonti di informazione o sulla sicurezza dei dati ricevuti (es. malware, spyware…). Inoltre, non sappiamo se i motori di ricerca, proprietari e commercialmente orientati, che cosa decidono di scoraggiare o premiare: sono di fatto degli “editori” del web. Il ruolo di selezione è auspicabile, però va garantito da una identità fittizia e non rintracciabile, che può permettersi di pubblicare qualsiasi cosa senza che nessuno la censuri o scopra chi ci sia dietro. Naturalmente piú motori di ricerca specializzati devono esistere ed infine un metamotore che ti aiuta a muoverti tra tutti quelli che esistono. Sul punto (b) dico che non solo Internet deve essere il luogo di scambio dei dati, anche perché l’infrastruttura è privata e non sappiamo come la legge o il mercato potrà cambiarla (molte dinamiche preoccupanti sono già in corso: dalla perdita della corrispondenza segreta, alla prevalenza di tecnologie proprietarie e chiuse di molti servizi web, da un eccesso di prezzi (talvolta proprio truffe) di compagnie telefoniche sulla quantità di MB scambiati, ecc.). Possedere due grandi hard disk e scambiarsi dati è un’altra modalità praticabile e sicura; Tor browser realizza un’Internet parallela, peccato per la frammentazione degli standard, però è un altro canale; appoggiare dati criptati in un’associazione che conserva dati personali degli utenti, incaricata di custodirli, è un’altra possibilità per aggirare censure (serve poi una piccola parte di informazione che ti consenta di decriptare questi dati).
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Facilità. Questa viene alla fine, quando si trova una via percorribile, che funziona, allora si lavora per renderla sempre piú semplice ed accessibile.
Se il Partito Pirata avrà fortuna, e potremo vedere un’economia piú aperta e cooperativa, probabilmente sarà la legge stessa a tutelarci e difendere un mondo piú maturo. Altrimenti, prendersi cura dell’evoluzione di Internet è un compito che i Pirati devono affrontare, specie se dovessimo finire in un nuovo moderno totalitarismo dell’informazione…