#2860 | Posizione su tema migrazione (partendo dal programma PP-DE)

Precisamente questo aspetto del punto (3) sta già nel programma pirata dal 2012 credo, ma possiamo raffinarlo:

http://www.partito-pirata.it/programma/lavoro/#infanzia 10.6 Infanzia e Cittadinanza

Vogliamo permettere a chi, entro i primi quindici anni di vita, ha vissuto la maggiore parte della vita in Italia, di richiedere la cittadinanza italiana liberamente, in qualsiasi momento della vita, senza farne una questione di soldi o di necessitare una fedina penale immacolata.

10/12/2012 https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/1902.html

I punti della proposta di lynX sono condivisibili, ma mi sembrano più che altro princìpi generali. Se si parla di un testo che dev’essere proposto a livello europeo credo vadano affrontati anche altri temi, tra cui:

  • La distribuzione dei richiedenti asilo tra i Paesi membri dell’UE. Questo è fondamentale perché -da che mondo è mondo- l’immigrazione è stata sempre vissuta come un problema da una parte della popolazione, specie nei momenti di crisi economica; l’integrazione riesce più facilmente se i migranti vengono divisi in gruppi piccoli e redistribuiti su un gran numero di comuni. Al contrario, modelli come quelli delle banilieu francesi sono un colossale regalo a chi vorrebbe le guerre sante. L’UE dovrebbe sanzionare con durezza Paesi come l’Ungheria e vicini.

  • il punto 5 (“Fighting the causes of migration”) lo piazzerei direttamente in cima, giusto per sottolineare l’assurdità di praticare certe politiche estere e poi lamentarsi se la gente scappa. All’atto pratico però? Voglio dire: combattere le cause delle migrazioni significa anche intervenire laddove ci siano dittature spietate? Se sì, in che modo? Perché credo siamo tutti d’accordo che lo stile yankee (fare guerra→catturare il dittatore di turno→proclamare la "democrazia"→riempire il Paese “liberato” di multinazionali & governi fantoccio) non piaccia a nessuno. I crimini contro l’umanità andrebbero perseguiti, e se ci sono dittatori che torturano i propri concittadini “qualcuno” (l’ONU?) dovrebbe intervenire per fermarli.

credo poi si debba anche dire qualcosa sulla questione più spinosa in assoluto: i migranti economici irregolari (cioè quelli provenienti da Paesi che non sono tecnicamente in guerra o dittature ma “solo” poveri in canna, e che arrivano pagando il pizzo agli scafisti).

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… a quelli ho dedicato il paragrafo nuovo che allude ad una politica pirata globale orientata verso il reddito di esistenza (sostenuto anche da Brian Eno e Varoufakis, chi l’avrebbe detto…)

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Non è semplice assumere una posizione equilibrata. Teoricamente, come pirati e nati nel web, dovremmo essere contro, tout court, a tutte le frontiere anche tenendo conto che le stesse servono unicamente a dividere e non unire. Purtroppo dobbiamo fare i conti con la realtà esistente. Condivido tutto quello che è stato scritto e aggiungo che il commercio delle armi contribuisce al PIL di molti Paesi facenti parte dei vari G. Per quanto riguarda l’ONU, che dovrebbe dirimere le questioni e intervenire la dove è palese la violazione dei Diritti dell’Uomo, è decisamente in preda agl’interessi di pochi, gli stessi che sfruttano i propri stessi cittadini a vantaggio personale.

Stavo per cliccare il d’accordo, ma mi viene un dubbio… forse il problema è l’opportunismo per il quale le violazioni si criticano quando fa comodo… se invece ci fosse un modo per costringere le nazioni unite ad intervenire sempre dove c’è disrispetto dei diritti fondamentali, e di definire in modo preciso cosa ha da avvenire? Difficile inventarsi un metodo per garantire o almeno migliorare questi due aspetti, ancora più difficile convincere le nazioni unite ad adottare un tale meccanismo…

In pratica si torna sempre al solito… ci vogliono governi “pirata” in tutto il pianeta!

Fino a Gennaio dubito di poter contribuire seriamente. Mi limito a scrivere, come già feci a suo tempo in lista Confero criticando le posizioni delle sinistre massimaliste, che occorrono politiche diverse per le categorie dei rifugiati, dei profughi, e dei migranti economici, in quanto i loro bisogni e i loro interessi non coincidono. Direi che la proposta di lynx è un ottimo inizio in questo senso, prendendo in considerazione questa diversificazione, anche se l’ho letta di sfuggita.

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Perdonatemi, ho messo dei titoli di paragrafo perché mi è venuto un post lungo.

Responsabilità politiche

Parlavo delle responsabilità politiche per la morte di chi tenta di raggiungere l’Europa. Faccio un esempio: un qualsiasi cittadino europeo può viaggiare comodamente in aereo, 100€ andata e ritorno, da Roma a Tunisi. Un cittadino di un Paese africano no, perché gli viene negato il visto (anche se potrebbe permettersi sia il viaggio sia la permanenza in UE a proprio carico per diversi mesi). Questo è semplice razzismo.

Ed è la ragione per cui molti devono venire in UE attraverso vie pericolose (foraggiando le mafie locali), spesso lasciandoci la vita. Questo è un eccidio. Fortress Europe calcola almeno 21439 morti (stima largamente ottimistica, in quanto basata solo su quanto riportato dalla stampa negli anni).

Inoltre vari Paesi UE hanno finanziato diverse dittature del nord Africa (es. l’Italia con l’accordo con la Libia), per costruire lager dove si praticava sistematicamente la tortura (come raccontato per es. nel documentario Mare Chiuso di Andrea Segre). Tutto ciò ha delle chiare responsabilità politiche: per es. l’accordo con Gheddafi fu votato sia da PDL (EPP), Lega (ENL, cioè il partito fascista europeo) che da PD (PES).

Io non voterò mai PD principalmente per questa ragione: è politicamente complice di crimini contro l’umanità.

“Aiutiamoli a casa loro?”

Questo è quanto sostenuto da Di Battista del M5S. Questa frase, che può sembrare innocente e sensata per quanto irrealistica, se pronunciata da chi ha incarichi politici ha un significato razzista: infatti chi viene qui viene proprio perché non può restare dov’è. Ammesso anche che l’Italia si impegni finalmente per “aiutarli dove sono” (spendiamo lo 0.16% del PIL invece del 0.7% come promesso), nell’attesa che tra cent’anni tutto sia rose e fiori, impediamo ai profughi siriani di fuggire dalla guerra? Perché “aiutarli dove sono” sottintende questo: cioè che “non devono venire qui”.

Requisiti di cittadinanza? Attenzione alle discriminazioni simboliche

Teoricamente è giusto, ma è pericoloso. Infatti dobbiamo evitare ogni forma di discriminazione. O si chiede a tutti il test linguistico e culturale per diventare cittadini, a prescindere se si è figli di italiani o stranieri, oppure a nessuno. E se lo chiedessimo a tutti (attualmente non è richiesto)? Si potrebbe correre il rischio che anche alcuni figli di italiani perdano il diritto alla cittadinanza. Quindi li lasciamo apolidi? Ciò non è accettabile, oltre ad essere discriminatorio. Al massimo si può promuovere l’istruzione di base gratuita e obbligatoria (nel senso che si da una sanzione penale a chi non osserva l’obbligo), ma assolutamente a prescindere dal diritto di cittadinanza!

“Combattere le cause”: la guerra e il problema di “esportare democrazia”

Appunto: è lecito difendersi (sul proprio suolo!), non invadere altri paesi (che significa offendere),

Questo problema era esattamente quello che volevo specificare con il mio “Contro le guerre”. Lungi dal proporre una soluzione bella impacchettata, volevo solo mettere il paletto del no alle missioni di guerra su suolo straniero.

Il punto 5 di @lynX (Combattere le cause) è cruciale ma va ovviamente espanso in altra discussione (infatti il testo proposto è estratto dal programma ben più ampio del PP-DE). Per quanto riguarda la “malattia in acuto” della guerra ora mi limito a segnalare l’interessante proposta dei “Corpi civili di pace” qui e qui: si cerca di immaginare nuove forme di peacekeeping non armato. In concreto si tratta di mettere insieme tutta una serie di interventi già molto diffusi (da assistenza sanitaria al soccorso dei profughi all’interposizione di volontari come scudi umani), ma organizzandoli in modo organico, dandogli forza diplomatica ed economica (intanto 9mln€ spalmati per i prossimi 3 anni).

P.S.: mi sono reso conto che il testo della proposta non è visibile per chi non ha diritto di voto in liquid feedback. Ricopio il testo su questo pad, inserite liberamente eventuali aggiustamenti (in italiano) e un’eventuale traduzione!

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Per @Silvan: chiedo scusa in anticipo se sono sembrato aggressivo verso quanto detto da te. A volte la tastiera e non vedere le persone degli occhi può far sembrare aumentato il livello di aggressività, cosa che assolutamente non desidero. Quindi chiedo scusa per sicurezza per qualsiasi possa sembrare anche solo vagamente offensiva. Questo tema mi interessa e spero che lo possiamo sviscerare al meglio!

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Sul pad ho scritto una proposta alternativa, cercando di tener conto di quanto emerso finora

Segnalo che ad ottobre alla Camera è passato un testo che introduce, oltre allo Ius Soli, il c.d Ius Culturae, che va appunto più o meno in questa direzione. Ora la legge dovrà essere approvata in Senato

“Alcuni” è un eufemismo. Secondo l’OCSE il 47% degli italiani è incapace di comprendere un testo complesso.

Quanto al discorso “profughi-rifugiati-migranti economici”, cerchiamo di partire da leggi e trattati già in vigore. Il dritto di asilo è riconosciuto dalla nostra Costituzione, che all’art.10 recita

lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge

Mentre lo status di rifugiato è riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra del 1951,e definito come

"Chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi. "

In linea generale sarei d’accordissimo, ma con quelli dell’ISIS temo che la situazione sia un po’più complessa. Nel caso di Iraq e Libia si trattava pur sempre di aggressioni a stati sovrani (per quanto governati da criminali); l’ISIS ha dei progetti espansionistici che non si vedevano dai tempi di Hitler. Restare inermi significa condannare a morte migliaia di individui che non hanno uno straccio d’esercito per difendersi (e che ovviamente non hanno altra strada se non la fuga per salvarsi).

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Per i migranti economici: secondo me sarebbe già un grande passo in avanti cambiare la politica dei visti e la Bossi-Fini che rendono impossibile entrare in Italia legalmente. Bisognerebbe concedere visti turistici, innanzitutto, e pensare a permessi di soggiorno per ricerca di lavoro, in seconda battuta: molti hanno i soldi per permettersi di venire in UE come turisti, ma le nostre ambasciate non li rilasciano quasi a nessuno in Africa e Medio Oriente. Intanto permettiamo alle persone di venire legalmente (a spese loro, tra l’altro!), e poi se trovano lavoro restano, se no tornano tranquillamente a casa, piuttosto che fare gli schiavi qui.

Ma dopo anni di viaggio, soldi buttati, compagni di viaggio morti… con che coraggio torneresti a casa anche se scoprissi che l’Italia è un inferno?

Il punto è: l’intervento militare della Nato salverà queste persone? Le guerre precedenti hanno dimostrato che anzi i “nostri” eserciti hanno soprattutto aumentano le vittime civili (Emergency denuncia da sempre che i civili sono il 90% delle vittime da guerra). Ciò è dovuto alla spirale di violenza che chiama altra violenza, tipica di ogni guerra, ma anche e soprattutto a come facciamo noi la guerra (certo non si comportano come dei partigiani buoni i nostri eserciti).

Restare inermi (cioè senz’armi) significa condannare a morte migliaia di individui? Probabilmente.

Mandare gli eserciti dei Paesi NATO a bombardare e occupare la Siria condannerebbe a morte migliaia di individui? Quasi sicuramente.

Nessuno ha mai detto che non intervenire militarmente sia la soluzione (restare inermi), semplicemente dico che non lo è neanche l’intervento, soprattutto per come sono “abituati” a farlo i nostri eserciti.

La soluzione? Non è ovvia.

Sicuramente intanto gioverebbe a tutti isolare politicamente il Daesh, tagliargli i rifornimenti, fare pressione sui paesi che l’appoggiano (come Arabia Saudita, a cui vendiamo le armi che poi vanno in Siria, e probabilmente Turchia). Se proprio si vuole combattere il terrorismo perché non fare almeno le cose di base?

Però forse stiamo andando fuori tema, possiamo aprire una discussione dedicata ai temi dell’articolo 11 e della pace.

@don_durito non avevo percepito nessuna aggressività, ci sono argomentazioni divergenti, ma anche valide, io ascolto e non sono suscettibile.

Temo di dover dire una cosa un po’ brutta, dispiace anche me, però fatico a vedere alternative: se ci sono gravi errori che hanno portato a situazioni di guerra, migrazioni forzate, cosí come la diffusa povertà in molti Paesi del mondo, non è possibile salvare tutti. Si può iniziare a cambiare, ma ci sono stati morti, ci saranno altri morti, altre tragedie, e per ragioni di tempo, inerzia dei mercati, lenti cambiamenti politici, saranno inevitabili. Credo sia solo realismo questo, non è una “mia” posizione.

Venendo al “che cosa fare da adesso” (che poi c’è tutto il ritardo dovuto all’ascesa di un partito diverso dal PD) è certamente molto difficile e mi mancano davvero tanti dati per poterlo dire.

Un volo in Europa da parte di chiunque (dopo eventuali vaccinazioni, controlli su possibili connessioni al terrorismo o ricercati di altro tipo) dovrebbe essere concesso. Poi si tratta se il visto è per turismo, di lavoro… per quanto tempo… Sono tutte modalità da definire, cmq andrebbero concesse, sono d’accordo.

“Aiutarli dove sono” ho anche detto “finché è possibile” e stabilire questo significa considerare costi e condizioni in cui si trovano i potenziali migranti. Non che non debbano venire piú.

Avete ragione, il livello C1 sulla lingua italiana taglierebbe fuori non pochi italiani. A questo punto diventa poco importante la cittadinanza, tanto vale limitarsi al numero di anni. Alla fine, chi risiede qui deve ricevere piú o meno gli stessi benefici di un cittadino italiano.

Un problema connesso è la mescolanza culturale, non sono assolutamente razzista, anzi… ma vedo che molti stranieri tendono ad auto isolarsi. Non parlare bene la lingua spesso è compromettente nei rapporti sociali. Molto spesso si sono formati dei “ghetti” (ebrei in passato, italiani all’estero, quartieri cinesi…) piú o meno esplicitamente definiti, ma non credo sia sempre “cattiva volontà” talvolta è quasi inevitabile che succede. Soprattutto quando si è costretti ad andar via. Quindi emerge il problema di “una terra dove abitare” e grandi masse di migranti possono essere percepiti come “conquistatori” (non che loro arrivino con queste intenzioni), ma l’integrazione culturale è molto difficile, specie se chi arriva proviene da povertà, ignoranza, disperazione.

Insomma, diamo pure la cittadinanza italiana dopo una certa residenza, ma l’integrazione culturale è un problema molto difficile, perché se le cause sono forzate, i soggetti “in gioco” nemmeno vorrebbero tutto questo, vogliono solo uno spazio dove riproporre la loro realtà culturale di origine.

Istruzione gratuita obbligatoria è necessaria (anche per gli italiani): lingua di livello C1, come funziona l’interazione tra cittadino e politica, problemi culturali e di integrazione e come risolverli, alimentazione e igiene, buon costume, ecc.

Riguardo le guerre e il terrorismo, purtroppo se chi attacca ricorre alla violenza ed è disposto anche a sacrificare la sua vita in un attentato, diventa molto difficile non ricorrere alla violenza. Se la Russia elimina le basi dell’ISIS, se l’economia da cui l’ISIS ricava finanziamenti viene interrotta, a tutti i Paesi europei fa davvero comodo. Sicuramente si può provare con ogni mezzo pacifico prima: trattare con gli Stati vicini all’ISIS affinché non aiutino i terroristi e non si lascino piegare; aumentare i controlli su chi arriva in Italia (specie da Paesi critici); potenziare la difesa interna rispetto a quella esterna; però non so se basta ad eliminare un fenomeno come quello del terrorismo.

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Ho realizzato la traduzione in italiano della prima proposta presente anche su LQFB sul tema immigrazione. L’ho scritta direttamente sul pad: https://pad.partito-pirata.it/p/Posizione_migrazione

Seguono le mie osservazioni:

Non mi piace il titolo principale “L’immigrazione arricchisce la società”. Infatti, il concetto di immigrazione è principalmente associato ad un disagio nel proprio paese e la ricerca di migliori condizioni di vita. Ciò che arricchisce la società è la ricchezza di culture, usanze e costumi. Io scriverei “Una società multietnica è una ricchezza” oppure, se vogliamo usare la parola ‘immigrazione’, per chiarezza, metterei in risalto altro (per il momento non saprei).

“Persone con culture diverse che vivono insieme” (Introduzione, prima frase) specificherei che il vivere insieme dev’essere frutto di una scelta volontaria. Ci sono casi di giovani lavoratori che si ritrovano a condividere appartamenti con persone di diversa cultura e che vanno incontro a diversi disagi (differenti idee di rispetto, comportamenti igienici divergenti, piatti e odori in cucina reciprocamente avversati, altro); anche i quartieri frutto di un’auto-segregazione di certe popolazioni (o anche categorie di persone) che riescono a coesistere proprio perché si separano e non hanno voglia di comunicare tra loro, se non marginalmente o per motivi di lavoro e clientela. Dunque, per chi ha vissuto in prima persona certe convivenze forzate, “vivere insieme” può essere un’espressione che intimorisce e potenzialmente fraintendibile. Chiarisco che io non ho vissuto queste situazioni, parlo sulla base di testimonianze.

Evidenzierei meglio il fatto che l’Europa ha un processo di integrazione in corso, dicendo che devono essere superati gli stereotipi su italiani, francesci, tedeschi, inglesi… e che in ogni popolazione ritroviamo tutta la varietà umana di caratteri, abitudini, predisposizioni, attrattive, paure e augurerei una migliore comprensione dell’essere umano che inizia già dalla famiglia e deve estendendersi a tutti i popoli della Terra.

È giusto che ci sia il diritto di acquisire la cittadinanza, ma specificherei bene e subito a quali condizioni. La condizione di fondo è che uno sia vissuto qui nei primi anni di vita (un numero signficativo e non continuo, sotto una certà età) oppure che sia residente e lavoratore da un numero significativo di anni. Questo comporta che si è vissuto abbastanza in Italia, e si può concedere che influisca anche in politica (nella speranza che la politica migliori e non rimanga una pagliacciata come ora). Naturalmente, ai soli residenti, senza cittadinanza, ci saranno tutta una serie di garanzie e di diritti umani. Inoltre, sono d’accordo che se uno è residente nel Comune di una città, può votare per le elezioni comunali (la residenza è un criterio adeguato).

“Europe needs economic migration”: L’Europa ha bisogno della migrazione economica? Sicuramente ci sono dei vantaggi, ma non dimentichiamo che in Europa sia italiani che altri extra comunitari, che vanno con pochi soldi, ricevono una formazione, vengono inseriti in un lavoro poco remunerativo (dipende quali Paesi), cosí riescono a pagare affitto, bollette, cibo, MA non si risparmia nulla, ovvero lavorano per sopravvivere o appena piú. Certo, meglio di niente, ma questo permette di sfruttare il disagio altrui per avere lavoratori che fanno mansioni, non di rado indesiderate, con stipendi bassi. Se questo è il senso in cui l’economia ha bisogno dell’immigrazione… per essere piú competitiva… per carità! L’Europa ha bisogno di lavoratori, questo si può dire, ma se non ci fosse alcuna discriminazione e forte integrazione, non importa nemmeno la provenienza, e dire che servono lavoratori è banale… Forse si può dire “L’immigrazione non danneggia il lavoro” e si spiega che sono le scelte politiche sulle garanzie degli stipendi o sulla volontà di non creare almeno un reddito minimo garantito (ed auspicabilmente un reddito di esistenza come obiettivo a lungo raggio del PP) a danneggiare veramente i lavoratori e i disoccupati.

Si afferma che lo sviluppo demografico potrà mettere in crisi la sicurezza sociale. Mi pare un po’ fuori posto affermare questo, forse è vero, forse lo è per motivi di risorse ed energia… però non toccherei un punto cosí complicato…

“allowing everyone to settle here”, come già detto, è un’espressione esagerata, va misurata meglio.

Ottimo il punto in cui si intende creare piú riconoscimento dei titoli a livello internazionale, anche se non sarà facile, serve garantire certi standard e quindi avvalersi di una coordinazione tra i “certificatori”. Comunque, la direzione va presa. Ho preso questo punto positivo, ma ce ne sono molti altri. È che mi sono limitato ad elencare ciò che “non va” nello scritto in questione.

Riguardo i rifugiati per asilo politico, non so se vengono solo mantenuti e stanno in un’attesa passiva (non lo so), magari sarebbe bene specificare che, finché stanno qui, ci si impegna a integrarli in qualche modo nella vita lavorativa, anche semplicemente chiedendo volontariato in base alle loro competenze e predisposizioni. Potrebbe essere un’idea, visto che gli viene offerto rifugio (magari viene già fatto?).

Antisemtismo, islamofobia, come esempi di ideologie pericolose, va bene, ma per “imparzialità” includerei anche i fondamentalismi religiosi, visto che sia la Bibbia che il Corano contengono passi e indicazioni che se presi alla lettera sfociano in odio verso certe categorie, abusi o guerre di religione.

In una frase è menzionato il fatto che pregiudizio e intolleranza sono in parte nel “cuore della società”. Questo può essere un zoccolo duro, dedicherei piú spazio a questo problema (poco piú spazio, ma non una sola frase).

Non direi che ci si impegna ad aiutare ad uscire da circoli sociali con ideologismi pericolosi, ma direi invitare, è una questione di dialogo. Se vuoi convincere qualcuno con un invito, c’è piú speranza, se lo aiuti, già gli stai dando implicitamente una connotazione negativa, e anche se ciò è vero, non aiuta il dialogo. Questo è solo un suggerimento.

Devo leggere il testo alternativo, questo iniziale non lo supporto, andrebbe cambiato in troppi punti: meglio riformularlo.

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Ho tradotto in italiano anche il testo della proposta alternativa, sempre nel pad ( https://pad.partito-pirata.it/p/Posizione_migrazione ) Questa va certamente meglio della proposta iniziale: la supporterò.

Il titolo come punto nel programma penso sarà semplicemente ‘Immigrazione’.

Ho visto che l’introduzione non è stata ripresa, era uno dei paragrafi che avrei riscritto maggiormente. Anche mettere direttamente i 5 punti credo vada bene.

“Ius soli e Ius culturae”: c’è chi critica la seconda espressione perché talvolta è usata per richiedere, attraverso la cultura posseduta, il diritto alla cittadinanza. Ma come si fa a dimostrare d’avere la cultura italiana? Questo è il problema che pongono; e cosí c’è chi critica quell’espressione come “infelice” o inadatta. Detto questo, sembra che nel relativo paragrafo basta nascere nel Paese per avere la cittadinanza, direi che è fondamentale starci un certo numero di anni, altrimenti c’è il rischio che qualcuno porti qui i figli a nascere per andare via quasi subito (è vero che la cittadinanza italiana non è cosí interessante, come quella statunitense, però… chissà in futuro).

Il paragrafo su: Regolare l’immigrazione per cause economiche e distinguere queste dal diritto all’asilo politico; è stato formulato bene ora. Riguardo la crescita demografica che aumenterà l’immigrazione, farei capire meglio che è il motivo per cui si prevede un aumento dell’immigrazione e regolarla diventa una necessità per garantire la sicurezza. È questo il senso? ho capito bene?

Domanda sempre aperta: i rifugiati politici che hanno diritto di asilo politico, hanno anche qualche dovere dal punto di vista lavorativo?

Ribadisco che farei qualche altro esempio oltre all’antisemitismo e all’islamofobia (anche se non è fondamentale).

Sostituire la parola ‘aiuta’ con ‘invita’ (ad uscire da certi circoli sociali razzisti) potrebbe essere una buona scelta per me.

La proposta alternativa va molto meglio, gradisco anche il nuovo ordinamento dei 5 punti.

Sullo Ius Culturae: ho modificato esplicitando meglio. In pratica ho ripreso l’idea della proposta di legge italiana:

Quegli Stati dell’Unione Europea, che ancora basano la nazionalità sulla discendenza, dovrebbero introdurre lo Ius Soli e lo Ius Culturae: la cittadinanza dovrebbe essere data ai minori che siano nati in un Paese dell’Unione europea e che abbiano frequentato un ciclo di studi nelle scuole del Paese

Personalmente non avrei nulla incontrario allo Ius Soli all’americana…il “rischio” che la gente venga a nascere qui apposta lo vedo “un tantino” remoto :laughing:

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Non va bene, sostituire con un “o”. Ci sono tante persone cresciute in Italia ma nate all’estero, che raggiunti i 18 anni rischiano di non avere la cittadinanza. Ciò è inaccettabile.

Se sono cresciuti in Italia, è facile che un ciclo di studi l’hanno concluso qui. Ad ogni modo, non sono pienamente sicuro di questo criterio, io parlerei di numero di anni:

la cittadinanza dovrebbe essere data a chi nasce in Italia e ha almeno uno dei due genitori con la cittadinanza italiana*, oppure se risiede in Italia da almeno 10 anni non consecutivi se minorenne, oppure da almeno 15 anni non consecutivi se maggiorenne.*

** Nascere in Italia da genitori stranieri e poi andarsene via, è un modo per avere la cittadinanza che somiglia piú a un bug, ai miei occhi, che a un diritto ragionevole.

Questi tempi di permanenza, sono indicativi, possiamo anche cambiarli, ma mi paiono sufficientemente lunghi per acquisire la lingua ad un livello apprezzabie, concludere studi o fare qualche lavoro, insomma si lascia libertà su cosa verrà fatto, ma il tempo è sufficientemente lungo da garantire una conoscenza non banale dell’Italia.

Inoltre, non legato al diritto di avere la cittadinanza, direi che se non la si possiede, occorre frequentare obbligatoriamente un corso gratuito di lingua italiana livello B1 (questo aiuta l’integrazione).

Voglio fare un altro appunto:

La Convenzione di Dublino deve essere rivista, e tutti i membri dell’UE devono contribuire

Ho letto che già tutti i Paesi UE e anche non UE vicini aderiscono a quella Convenzione. C’è un problema relativo ai Paesi “sotto pressione” ovvero quelli che confinano con zone critiche e si vedono arrivare in massa migranti. Il problema è che non ci sono le strutture e la capacità di accogliere tutti e stabilire chi deve avere diritto di asilo e chi no (mi chiedo io stesso come si potrebbe fare una simile distinzione…) e quindi rischiano di essere inviati a Stati che collaborano, ma poi non riconoscono il diritto di asilo e non so bene poi che fine fanno; oppure di dover accogliere troppe persone perché ormai sono arrivati e gli altri Stati usano formalità per rifiutarne il piú possibile. Questo però è un problema pratico, che non penso si risolva cambiando la Convenzione di Dublino. Anzi, forse, una soluzione rischia di essere quella di non distinguere piú tra disagio economico e persecuzione, ma gestirli tutti indistintamente distribuendoli tra i Paesi UE. Allora si potrebbe anche cambiare la Convenzione di Dublino, ma dovremmo cambiare anche alcuni punti della proposta. Idee?

Quale ragione ci sarebbe di cambiare invece di integrare la nostra attuale posizione programmatica sul diritto alla cittadinanza?

Dato che siamo giunti alla deadline per la presentazione dei contributi per l’incontro del PP-EU, riporterò lo stato dell’arte, ovvero che siamo partiti da quello che avevamo già nel programma e da quanto proposto da PP-DE, ed abbiamo elaborato una proposta alternativa. Il nostro non potrà che essere un contributo alla discussione e non esprime posizioni ufficiali sul tema, non essendo ancora stato approvato dall’assemblea.

Qualcuno interessato a seguire di persona l’incontro su mumble che avverrà mercoledì 20 alle 20.00?

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Io preferisco impegnarmi su LQFB per la maturazione del testo definitivo. Verso la fine del pad ( https://pad.partito-pirata.it/p/Posizione_migrazione ) trovate il testo alternativo, non solo tradotto in italiano, ma aggiustato nella forma (e rispettando praticamente tutto il contenuto, c’è solo qualche parola in piú o in meno, rileggete tutto!). Qualsiasi cosa annotatela tra parentesi quadre e la sistemiamo (c’è già qualche punto commentato da me).

Nel programma al momento abbiamo questi due punti:

http://www.partito-pirata.it/programma/interni/#Cittadinanza http://www.partito-pirata.it/programma/interni/#CittadinanzaIta

Il testo che verrà approvato in assemblea, così com’è formulato, non andrà a sostituire i punti già esistenti, quindi è importante che non siano in contrasto. Credo sarebbe meglio riformulare la proposta su LQFB, inserendo la dicitura:

Si propone di sostituire i punti 1.9 e 1.10 del programma politico, approvati con le iniziative https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/1393.html e https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/1902.html con il seguente testo:

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