Sottotitolo e riepilogo: come ottenere un partito che sia pilotato dai suoi elettori invece che dai suoi iscritti, come fare in modo che il gruppo decisionale, comunque ampio o ristretto, si senta vincolato a seguire la volontà degli elettori?
Siamo passati da una deprimente visione fatalista ad una rivalutazione del lavoro di Casaleggio nel MoVimento 5 Stelle, per poi pensare a come sia possibile costruire praticamente un partito del genere, in cui il decisionale condivide e le moltitudini vengono coinvolte.
La segreteria di partito, l’assemblea di partito. Quelle cose che prendono le decisioni nei partiti storici.
Alla fine rispondono in un modo o nell’altro agli elettori, e la segreteria anche all’assemblea.
In un sistema democratico liquido, come “imporre” questo feedback loop con l’elettorato? Come far rendere conto a chi vota che non sta decidendo soltanto per sé? (O sta decidendo soltanto per sé?)