E' difficile riuscire a trattare certi argomenti, poiché la crudezza dei numeri spesso smentisce l'immaginario collettivo. E già so che con questo mio articolo susciterò numerose polemiche.
In tutta onestà temevo che, prima o poi, sarebbe arrivato questo momento. Avevano, è vero, approvato la legge ma in assenza del decreto attuativo, la normativa era poco più che un buon proposito su carta. E speravo rimanesse tale, anche se per qualcuno sarò solo "cinico e insensibile" in merito ad un tema su cui sono, invece, particolarmente critico e severo, poiché sono convinto che non si debba giocare né fare inutile propaganda e demagogia sulla pelle dei bambini.
Da ieri, 7 ottobre 2019, le modifiche all'art. 172 del Nuovo Codice della Strada sono quindi realtà:
1-bis. Il conducente dei veicoli delle categorie M1, N1, N2 e N3 immatricolati in Italia, o immatricolati all’estero e condotti da residenti in Italia, quando trasporta un bambino di età inferiore a quattro anni assicurato al sedile con il sistema di ritenuta di cui al comma 1, ha l’obbligo di utilizzare apposito dispositivo di allarme volto a prevenire l’abbandono del bambino, rispondente alle specifiche tecnico-costruttive e funzionali stabilite con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Art. 172 CdS
Le sanzioni per il mancato utilizzo sono da 83 a 333€. In caso di recidiva entro due anni, oltre alla sanzione anche la sospensione della Patente di guida da quindici giorni a due mesi.
Attenzione inoltre che il dispositivo antiabbandono sia omologato, altrimenti si rischiano sanzioni anche più pesanti, da 868 a 3.471€, con relativa confisca del veicolo.
Ma di cosa parliamo?
Tecnicamente parlando, ho avuto modo di vedere uno di questi dispositivi, prodotto dalla Chicco ("Chicco BebéCare"): in questo caso, si tratta di una serie di sensori incorporati sul seggiolino (o da installare a parte) che, via bluetooth, si collegano allo smartphone del genitore, ovviamente con la relativa "app".
Dopodiché sarà necessario creare un account sul sito della Chicco, registrare il "seggiolino", eventuali altri utenti che potranno ricevere l'allarme e... non dimenticarsi il figliolo in auto!
Ci tengo a sottolineare che dimenticare un figlio in auto e causarne la morte deve essere un dramma enorme. E lo dico da genitore, al cui solo pensiero mi viene la pelle d'oca. Non sono affatto contrario all'uso della tecnologia per evitare morti innocenti ma attenzione a non confondere la "sicurezza" con la sicumera.
Partiamo dal fatto che, per funzionare ed essere efficace, è necessario avere con sé lo smartphone, averlo acceso e con il bluetooth attivato. Bisogna inoltre avere uno smartphone compatibile con l'app. (Per la "Chicco BebéCare" è necessario Android 5.0 o versioni successive). Che bisogna pure comunicare i propri dati anagrafici e quelli degli altri guidatori all'azienda che fornisce il servizio di anti-abbandono. Che bisogna pure augurarsi di avere segnale cellulare altrimenti l'invio dell'SMS di allerta fallirà. Ovviamente sempre che la batteria del modulo anti-abbandono installato sul seggiolino sia stata ricaricata.
Ricapitolando, ecco alcuni punti di criticità di questo sistema:
- batteria del modulo/sensori anti-abbandono carica;
- batteria dello smartphone carica;
- bluetooth attivato e funzionante;
- smartphone acceso e compatibile con l'applicazione;
- segnale GPS/GSM presente (ad esempio, potrebbe essere un problema nei parcheggi sotterranei);
Forza, si accettano scommesse su quanti verificano tutti questi fattori ogni volta che parcheggiano l'auto, magari con il bimbo a bordo.
Ma lasciamo stare il "fattore imprevisto" e diamo uno sguardo ai numeri, nudi e crudi.
Uno sguardo ai dati
Una ricerca in rete su questi terribili fatti di cronaca rivela che, negli ultimi 20 anni, ci sono stati almeno 8 decessi di bambini a seguito dell'abbandono in auto. Su una media di 500.000 bambini nati ogni anno in Italia, parliamo di una incidenza dello 0,0000008%.
Anche solo una vita salvata è importante, sia chiaro, ma quando la classe politica prende decisioni che riguardano almeno 500.000 famiglie ogni anno anche i numeri sono importanti.
Ad esempio, lo sapevate che ogni anno circa 50 bambini sotto i 4 anni muoiono per soffocamento? Eppure la prevenzione su questo tema, insegnando ai genitori, alle maestre e al personale scolastico le manovre di disostruzione, che potrebbero oggettivamente ridurre sensibilmente queste tragiche fatalità, non è ancora prevista. Senza contare che, ogni anno, ci sono oltre 11.000 bambini feriti in incidenti stradali, di cui 150 non sopravvivono: percentuali importanti, su cui però non viene data la stessa importanza (forse non hanno abbastanza risonanza mediatica?).
I numeri, per quanto crudi, sono importanti perché servono a riportare ogni evento, per quanto tragico che sia, alla realtà dei fatti.
La crudezza dei numeri è talvolta necessaria anche per smascherare i bluff della classe politica, come personalmente ritengo essere questa manovra: ulteriori obblighi e relativi costi totalmente a carico delle famiglie ("vedremo per eventuali incentivi" dice il Ministro...), già vessate da innumerevoli spese e burocrazia da sbrigare, per erodere in maniera marginale un fattore di rischio già di per sé molto basso.
Giusto per puntualizzare, quello che contesto è l'obbligo di questa misura: chiunque desideri avvalersene è liberissimo di farlo!
Concludendo, non so voi cosa pensate a tal proposito ma io sento puzza della solita operazione all'italiana (sarà solo un caso che, all'estero, di questi dispositivi non se ne parla neppure?)