Il Fatto Quotidiano | Fulvio Sarzana | 13/07/2015
Va bene che il cinema italiano è in crisi, ma che un nome di dominio appartenente ad un Organo dei ministeri dell’Economia e dei Beni culturali, nella fattispecie la società pubblica Luce-Cinecittà, e relativo alla promozione del cinema italiano nel mondo, venga considerato alla stregua di un sito “pirata” appare francamente eccessivo. Eppure è quello che ha fatto l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in base al famigerato Regolamento sul diritto d’autore.
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