Ciao Briganzia, tutto bene, ogni tanto faccio scalo vicino a casa…
Sul tema penso sia necessaria chiarezza. Io non vedo grande differenza fra la protezione dei dati del venditore e quelli dell’acquirente, se nel secondo caso servono all’autorità finanziaria a determinare l’effettiva capacità di spesa del singolo e se questa sia rapportata ai suoi guadagni leciti, cioè provenienti da attività in primo luogo lecite e poi regolarmente tassate. Impedire la tracciabilità dell’acquirente, così come alzare la soglia del contante ammesso per pagare importi regolarmete fatturati, attualmente favorirebbe chi fa il nero e con quello paga. Probabile che nell’immediato avrebbe qualche ripercussione positiva sul numero di transazioni, cioè sul giro di denaro in generale, ma lo reputo assolutamente inferiore all’impatto che avrebbe una generale diminuizione delle tasse, che si avrebbe se tutti le pagassero. Tornando alla protezione dei dati io mi concentrerei di più sul trovare il modo in cui fosse garantito che quei dati non siano disponibili a tutti e sempre ma solo su provvedimento dell’autorità giudiziaria, in caso di legittimo sospetto. Comunque difficile scegliere da quale parte stare, almeno per me.