Amministrative 2016 e voti di scambio

Oggi leggevo sui vari giornali di diversi casi di persone scoperte a scattare foto in cabina elettorale, a Torino come a Napoli (dove addirittura si è scatenato un caso mediatico per le 20 euro fuori dai seggi). Stavo pensando: con quale meccanismo poter evitare il voto di scambio (almeno sin quando si voterà fisicamente)?

Perquisizione prima di entrare in cabina?

In Umbria è andata anche peggio dei voti di scambio.

Ne parlavo col presidente di seggio l’ultima volta che ho fatto lo scrutatore. IN TEORIA il sistema attuale è abbastanza sicuro: prima di tutto bisognerebbe assicurarsi che chi entra in cabina lo faccia senza strumenti per fotografare (e questo sarebbe il meno). Il problema è che ad esempio la camorra ha un sistema molto più sofisticato: si procurano pacchi di schede vere (evidentemente con la complicità di qualcuno “dentro”) e le compilano, poi si piazzano fuori dal seggio. L’elettore arriva, il guaglione ti dà la scheda già votata. Te entri, ritiri quella bianca e te la metti in tasca, e nell’urna metti quella già votata; all’uscita, consegni quella bianca al camorrista (come prova che sei stato al seggio). E a quel punto ti danno i soldi (25, 50…a seconda della regione e della generosità del candidato). IN TEORIA tutto ciò si può evitare. Ogni scheda dev’essere firmata da uno degli scrutatori, e volendo evitare di correre rischi nel seggio si potrebbe decidere che le schede nell’urna le infila solo il presidente di seggio, così controlla la firma (che si vede anche con la scheda chiusa ovviamente) e se la scheda non è firmata o non riconosce la firma dei suoi scrutatori non la infila nell’urna. Il cittadino può protestare, ma per legge il presidente di seggio è “sovrano” lì dentro. Ovviamente, se il presidente di seggio è affiliato o connivente…in teoria ci sarebbero gli altri 4, che se vedono dinamiche strane possono avvertire la polizia. Il fatto che gli scrutatori in tutto (compreso il presidente di seggio) siano 5 dovrebbe servire ad aumentare statisticamente l’improbabilità che siano tuttti corrotti.

Ma a monte di tutto ciò c’è il problema più grande: te puoi anche essere onesto, fare bene il tuo dovere etc., ma se lo fai quelli ti spezzano le gambe. Tanto, se vogliono scoprire dove abiti, dove vai al lavoro, dove vanno a scuola i tuoi figli…lo fanno.

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E come darti torto?

(http://www.gazzettadiparma.it/news/italia-mondo/358936/Napoli--rappresentante-M5S--minacciata.html)

E’ per questo che si dovrebbe seriamente iniziare a ripensare alle modalità di voto, in un modo o nell’altro (perché così non vanno bene) e marciarci su non tanto, ma tantissimo, mediaticamente (e lo spazio per farlo secondo me c’è). Non è possibile continuare a parlare di proposte elettorali, di programmi elettorali, del candidato Paul Banks piuttosto che di Alex Turner e poi ritrovarsi con la gente fuori dal seggio che sgancia le banconote o ti minaccia se fai il tuo dovere come dovresti. E’ una farsa delirante.

Ma a monte ancora di questo c’è lo Stato e ci sono i cittadini. Una misura drastica esiste: abbandonare completamente i territori attualmente controllati “pesantemente” dalla mafia alla mafia stessa. Che siano loro, che hanno i mezzi di riscossione delle imposte, a fornire anche i servizi (oltre alla difesa, anche sanità, istruzione, eccetera). E noi stiamo a guardare.

Peraltro è da poco entrato in vigore il SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), il servizio che permette -con un unico account- di accedere ai principali servizi della PA. Non credo sarebbe tecnicamente fantascienza permettere il voto tramite di esso.

Le votazioni online permetterebbero anche di migliorare la qualità della democrazia. Si parla spesso ultimamente (anche in ML) del tema “voto agli ignoranti sì/no”, cioè del fatto che le elezioni, allo stato attuale, mettono di fatto il voto di chi s’informa e conosce la materia sullo stesso piano di chi vota “con la pancia” (per non dire di peggio) e senza documentarsi. Ora, posto che per le elezioni politiche è pressoché impossibile arrivare a soluzioni condivise, nei Referendum sarebbe molto più facile inserire qualche domanda specifica (tipo queste sul passato referendum sulle trivelle). Il voto di chi risponde correttamente a tutte e 10 varrebbe di più di quello di chi le scazza tutte o quasi. L’unico problema è che 10 minuti dopo l’apertura delle urne le risposte sarebbero già online.

Per le politiche invece un sistema del genere sarebbe un regalo gigantesco alla Camorra: allo scagnozzo di turno basterebbe dare 50€ all’elettore e farsi dire username e password (o anche solo farsi “invitare” a casa e controllarlo comodamente mentre vota). In teoria una soluzione potrebbe essere mantenere il sistema delle urne, ma sostituire le schede cartacee con dei tablet o roba simile. A quel punto però occorrerebbe piazzare una telecamera nell’urna, che ovviamente inquadrerebbe solo l’elettore e non il tablet; questo per evitare che l’elettore si porti in cabina uno smartphone o altro dispositivo per fare foto. A quel punto la Camorra non avrebbe modo di essere sicura che l’elettore abbia davvero votato per chi dice.

Sorry, ho detto una c*****a. Basta procurarsene UNA, di scheda (a quel punto firmata da uno degli scrutatori). Il primo che entra riceve la scheda sottratta, la mette nell’urna e porta fuori quella che gli hanno dato, e la riconsegna al camorrista. Dopodiché il ciclo ricomincia, e a quel punto non funziona neanche il verificare le firme (perché tanto tutte le schede sono firmate).

Il discorso sul “non devono votare gli stupidi” lo trovo molto fuorviante e complesso. Bisognerebbe allora non garantire diritto di voto in primis a tutti gli incapaci legali (interdetti, inabilitati, amministrati) e a tutte quelle persone con menomazioni psichiche seppur sotto nessun regime di tutela. Questa è, per così dire, una sorta di prima categoria di persone che “potrebbero essere escluse dal diritto di voto”. La seconda categoria sarebbe quella che tu individui come dei soggetti cosiddetti “disinformati”. Bisogna ora capire che carattere debba avere una misura di limitazione del diritto di voto: sanzionatorio o di tutela della veridicità del voto? Per sanzionatorio intendo che “ti punisco perché non sei abbastanza informato e quindi il tuo voto non è consapevole”; per “di tutela”, invece, intendo che “in tal modo evito che votino persone che sono state pagate per votare”. Le due cose potrebbero anche andare di pari passo ed è inevitabile che, anche se il legislatore dicesse “è una forma di tutela” non si potrebbe escludere il fatto che abbia carattere sanzionatorio aprendo così una polemica del tipo “perché non posso votare come voglio e con il livello di informazione che preferisco? Perché non posso votare Ciro che è mio cugino e mi sta simpatico (anche se non so nulla riguardo il tema del voto)?”. Non so, bisogna definire bene il limite che si vuole porre alla libertà di voto, perché di libertà si tratta. Potremmo incorrere nel rischio di avere partecipazione ancora minore e quindi minore rappresentatività o, interpretando diversamente, potremmo avere maggiore rappresentatività perché frutto di un voto consapevole.

Mi pare una roba molto complessa, giuridicamente (perché è su temi del genere che si fanno lotte giuridiche) e non solo. Direi che è una di quelle discussioni in cui è molto difficile individuare chi abbia ragione e chi no, e chi ha ragione deve trovare il modo di dimostrarlo e di “avere ragione con molto tatto”.