Articolo: Copyright, Agcom può chiedere il blocco di violazioni. Ma senza sanzioni

CONSIGLIO DI STATO

Copyright, Agcom può chiedere il blocco di violazioni. Ma senza sanzioni di Alessandro Longo

L’Autorità garante delle comunicazioni può continuare a chiedere agli operatori internet di bloccare l’accesso a siti o contenuti che violano il copyright. Ma non può più applicare sanzioni agli operatori che rifiutano di farlo. È l’effetto di una sentenza del Consiglio di Stato, appena pubblicata, che così annulla la famosa, quanto controversa Delibera Copyright di Agcom del 2013.

La stessa che secondo alcune associazioni per i diritti di internet e dei consumatori era una minaccia alla libertà della rete, perché permetteva di bloccare l’accesso al materiale pirata senza bisogno di passare da un giudice e quindi di farlo in modo più diretto. Facoltà molto apprezzata dalle associazioni del copyright, per il contrasto alle violazioni di diritto d’autore. Una delibera rilevante, tanto che il presidente Agcom Angelo Cardani, nell’ultima relazione annuale qualche giorno fa, l’ha voluta citare definendola “innovativa”.

Tutti motivi che danno rilevanza alla sentenza del Consiglio di Stato, giunta proprio alla vigilia dell’addio di questa consiliatura Agcom (le nuove nomine sono attese per fine luglio e probabilmente il nuovo consiglio si insedierà a settembre).

La sentenza è esito del ricorso presentato dagli avvocati Fulvio Sarzana di S.Ippolito, storico avversario della Delibera Copyright, e Maria Sole Montagna per conto delle Associazioni Movimento di difesa del Cittadino (Mdc) e Assoprovider (soprattutto gli operatori internet minori, come quelli appunto che sono sotto l’associazione Assoprovider, accusano oneri eccessivi per l’attività di bloccaggio su richiesta di Agcom).

Secondo il Consiglio di Stato, la previsione di sanzioni non è sorretta da una norma primaria e per questo non è legittima. Da una parte è «legittimo che, attraverso il contestato regolamento, l’Autorità possa – a fronte di tali condotte antigiuridiche – adottare misure strettamente amministrative volte a prevenire o inibire dette condotte», si legge. Dall’altra, «non è altrettanto lineare ed automatico (proprio per rispetto del principio di legalità) ammettere che, a fronte dell’inosservanza di tali misure amministrative, colui che non vi ottemperi per ciò solo debba scontare l’onere di una sanzione pecuniaria in mancanza di una norma primaria che tanto espressamente e preventivamente preveda». «E non può dirsi sufficiente la base normativa primaria che, in via generale ed astratta, configura sanzioni amministrative pecuniarie per il mancato rispetto di ordini legittimi dell’Autorità», si afferma nel dispositivo.

«A completamento del rispetto stringente del principio di legalità occorrerebbe ancora che tale base normativa prevedesse esplicitamente la conseguenza di una sanzione amministrativa pecuniaria per il mancato rispetto di un ordine dell’Autorità impartito proprio e direttamente per prevenire o inibire la veicolazione su canali informatici di prodotti o servizi assistiti dalla tutela del diritto d’autore. Cosa che, nella specie, tuttavia non risulta ricorrere», spiega il Consiglio di Stato.

Le conseguenze, spiega Sarzana, sono che «Agcom ha il potere di tutela del diritto d’autore sul web ma, non essendoci sanzioni amministrative legate all’inottemperanza agli ordini e alle diffide dell’Autorità in materia di diritto d’autore, che avrebbero dovuto essere adottate dalla norma primaria, non è possibile sanzionare sulla base delle norme generali chi, provider o sito internet, decida di non adempiere all’ordine di inibizione impartito dall’Autorità». Non solo: «Il Consiglio di Stato ora nega anche il potere sanzionatorio di Agcom non solo su copyright, ma in generale in tutti gli ambiti non previsti da una norma primaria».

Dal punto di vista opposto, è un successo per Agcom vedersi riconosciuto il diritto, in via definitiva, di poter intervenire a tutela del copyright ordinando agli operatori di collaborare.

È stato proprio questo il punto finora contestato da molte associazioni e ora diventa pacifico. Gli operatori che decidano di disubbidire all’ordine, inoltre, anche se non rischiano più sanzioni immediate si espongono a un altro rischio: di dover pagare i danni a un detentore di diritto d’autore a seguito di una causa civile. Dove la parte lesa può sempre far valere l’ordine di Agcom, non ottemperato dall’operatore, come leva per ottenere una sentenza favorevole. Gli effetti concreti dipendono quindi dalle scelte degli operatori e andranno misurati nei prossimi mesi.

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