Carriera parlamentare per i condannati?

Come vuoi approfondire la questione?

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Hint: un buon inizio potrebbe essere un testo di Diritto Costituzionale e di Filosofia del Diritto. A me piacciono in questo caso molto di più le lezioni direttamente dai luminari, però mi rendo conto che sarebbe oneroso (ricordo ancora le lezioni di Lombardi Vallauri a Firenze negli anni '90).

Ciò difendi l’idea di Collegio che abbiamo definito noi due nell’attuale Statuto piuttosto del modo come di recente mi ha confermato mac preferisce vederlo: meccanico ad eseguire solo secondo ad un regolamento limitato e per questo incapace ad essere organo di giustizia per il partito in modo generale. Secondo me mac non si è immedesimato bene nelle esigenze di un partito come struttura sociale.

Ma quanto sei severo… ma veramente a chi ti riferisci? Certo non a me che ho introdotto questo ragionamento nell’odierno Statuto.

Lo farei usando il metodo razional-collettivo, consultando tutti i documenti e saggi che ci sono a riguardo. Ma ora non lo faccio. Ho aperto questo thread per evitare un OT in un thread diverso, perché apparentemente ad alcune persone importa discuterne. Finché non siamo al governo ed in posizione da potere proporre modifiche alla Costituzione non vedo urgenza ad avere un posizionamento finale, e dovessimo mai arrivarci nessuno si interesserà alle chiacchiere in forum del 2019.

Sarà che provengo da studi ingegneristici ma io come metodo razionale conosco solo un metodo di progettazione delle fogne. Puoi spiegarmi cosa significa per te questo metodo?

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Abolire il carcere? Vaste programme!.. :joy: (semicit De Gaulle) E, se mi permetti, totalmente fuori tema rispetto alla discussione. Purtroppo l’unico modo per evitare il carcere è non farsi condannare e questa è l’unica tautologica evidenza. È ingiusto tutto ciò? Forse sì… forse no. Una cosa è certa: a ben vedere dai dati statistici e sociologici è un fenomeno chiaramente classista. Come risolvere il problema? Non lo so… Forse bisognerebbe obbligare le scuole a organizzare visite didattiche nelle carceri, riservare in prima serata una sorta di “radio carcere” e forse addirittura riservare delle “quote rosse” in parlamento per i detenuti (uno, due seggi; escludendo però categoricamente per almeno tre lustri chiunque si sia macchiato di reati di corruzione, concussione, peculato, mafia ed eversione). Perché il carcere, se lo conosci, ti cambia. E di solito, chi lo conosce, evita di parlarne con superficialità e arroganza. E infine bisognerebbe depenalizzare il pestaggio immediato verso chi usa l’espressione “li mannerei in priggione e butterebbi 'a chiave”… :smiling_imp:

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Ti ho risposto creando un nuovo riassunto del metodo e le sue ragioni per farlo in quel modo.

Perdonami @lynX ma quella pagina è un’accozzaglia di materiali slegati che sono per me incomprensibili. Credo che PARRY non avrebbe saputo fare di meglio.

È possibile piuttosto avere una definizione sintetica, che ne so in 100 parole, di cosa sarebbe questo metodo razional-collettivo? Oppure in alternativa il titolo di un saggio che lo spiega che io potrei leggere?

Grazie

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Dai, dopo un po diventa una situazione molto simpatica…

[quote=“solibo, post:21, topic:3028”] Bellissima risposta @Tresa: la riprendo perché contiene un principio fondamentale che molti non riescono a digerire. Le leggi non sono assiomatiche e - cosa ben più importante - nonostante abbiano il compito fondamentale di fare chiarezza (quindi essere chiare) vanno sempre interpretate. Questo è il presupposto per far si che venga fatta giustezza, prima ancora che giustizia. [/quote]Ma chi non riesce a digerire? Ma chi è che dice il contrario? Dimentichi una cosa, le leggi devono mettere in condizione il Giudice di interpretare il meno possibile le leggi da un punto di vista soggettivo, devono facilitare il suo compito, l’interpretazione del giudice deve essere assolutamente oggettiva.

[quote=“solibo, post:21, topic:3028”] Chi cerca in ogni modo una società in cui i giudici sono delle macchine (ricordate la domanda “Se tu fossi innocente, preferiresti farti giudicare da un umano o da una macchina?”) non capisce l’enorme valore che chi giudica può (e deve a mio avviso) mettere nell’atto di interpretare una legge. [/quote]E proprio qua dimostri di sbagliare, ovvio il giudice non deve essere una macchina, e continuo a non capire perchè tu l’abbia detto… Chi crede questo? Qui nessuno. Sbagli perchè il giudice deve “interpretare letteralmente” la legge.

A tal proposito, si parla di interpretazione letterale quando, alla lettura della norma, si attribuisce a ogni parola della stessa il significato preciso che scaturisce dalla presenza di quella parola in tale contesto, giungendo quindi alla comprensione letterale della norma giuridica.

Poi ovviamente bisogna sempre valutare il contesto:

Un significato più ampio si può avere quando l’interprete della disposizione normativa provvede alla interpretazione logica, ovvero all’analisi della disposizione in base alla ratio (la ragione pratica) da cui tale norma è scaturita: si guarda, quindi, al risultato pratico della norma, che in contesti differenti ha ragioni differenti

Amico mio qua, quando dai certe risposte, mi sembra che i mentecatti non si trovano fuori dalla tua stanza, anzi…

Tutta la tua risposta è praticamente banale, una risposta figlia del tuo sottostimare le altre persone che stanno discutendo su questo argomento.

Ma come ti permetti di pensare e fare supposizioni di questo tipo? Bisogna scendere dal piedistallo, anzi meglio che si distrugge questo piedistallo.

Caro signor Ciofini, le leggi col passare del tempo cambiano, si adattano, si evolvono… Secondo il tuo ragionamento, non dovrebbero… Le leggi per l’appunto non sono A o B, ma A1, A2, B4, B5…

E queste aggiunte si sono fatte proprio grazie alla valutazione umana del giudice e non da robot.

Io veramente trovo simpatiche queste tue risposte, che cercano solo di attaccare personalmente le altre persone, senza portare nulla di costruttivo nella discussione.

[quote=“solibo, post:21, topic:3028”] I miserrimi detrattori di ciò si fanno scudo dietro alla corruttibilità, all’incapacità, bla bla bla. [/quote]Appunto, quindi se una persona fa notare che c’è un problema in alcune leggi, per te diventa uno che “si fa scudo dietro alla corruttibilità…” Beh non mi meraviglio, ci sono i vecchi conservatori, e quelli che fanno notare ai vecchi conservatori che stanno sbagliando, che le cose si devono perfezionare…

[quote=“solibo, post:21, topic:3028”] Se volessi essere offensivo, direi che sono dei miserabili: più ragionevolmente, sono solo dei mentecatti (in senso letterale, quindi non offensivo). [/quote]Bella questa, una conclusione degna di nota… Ma eri compagno di banco di Salvini? Hai fatto una conclusione degna della tua persona, complimenti.


In conclusione, a differenza di ciò che ha detto @solibo, un discorso figlio dell’arroganza e della sottostima nei confronti delle altre persone,

io credo che il giudice debba essere supportato nell’interpretazione delle leggi, dandogli appunto delle leggi non fraintendibili durante la valutazione, ma che lo aiutino nello svolgimento dell’interpretazione legislativa, che facilitino il suo lavoro.


Tornando nel discorso:

  • Carriera parlamentare per i condannati? Si, ma non per tutti, dipende dalla condanna. E’ offensivo ed ingiusto mettere sullo stesso piano uno che ha rubato una mela o una macchina, ed uno che ha comprato e venduto voti.

Quindi per me chi dice che tutti devono essere candidabili vanno a finire nell’estremizzare scioccamente questo argomento… In poche parole si passa dal voler cambiare una parte della legge per alleggerire la “Incandidabilità”, a voler cambiare tutta la legge.

Leggendo e valutando meglio tutta la questione detto sinceramente incomincio a pensare che sia meglio che rimanga il concetto incadidabilità…

Come dite voi (@solibo e @tresa) rendiamo tutto più semplice al giudice.

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Di fatto, carcere e punizione hanno innanzitutto funzione preventiva, non punitiva. Colpirne uno per educarne 100. Sui condannati in parlamento, potremmo dire che per noi dovrebbe essere un dettaglio. Hanno sempre la possibilità di votare sulla piattaforma on-line, che è prevalente sul potere rappresentativo. Comunque è una risposta a un’emergenza tutta italiana, che normalmente non non si dovrebbe neanche porre.

Non diciamo cazzate eversive, per favore.

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Ma noi siamo eversivi. Il partito pirata ha un solo punto di programma chiaro. Al proprio interno e nelle istituzioni.

Questa cosa non è vera e chi te l’ha raccontata ti ha imbrogliato.

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Quale, di grazia?

Ingiuria contro gli autori dei testi autodescrittivi del PP? O diffamazione dato che molti sono inattivi e non leggono le assurdità che si stanno dicendo in forum in questi giorni?

Non so di cosa tu stia parlando. Il punto a cui allude (e non dice) compare solo nel manifesto ed è ben lontano dall’essere unico, ed è ben lontano dal significare quello che intende.

Il Partito Pirata è costituito in Assemblea Permanente nella quale tutti i Pirati possono proporre, discutere, migliorare le proposte formulate e deliberare nel rispetto delle regole dello Statuto utilizzando una piattaforma tecnologica (di seguito “Piattaforma”).

Di quale punto del manifesto stiamo parlando secondo te?

Di cosa stavamo parlando?

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Dato che non esiste potere rappresentativo nel PP, ci sta solo l’AP e l’AO che però dal 2012 per buona tradizione non delibera, sapendo che l’AP è più inclusiva, democratica e razionale (non prende decisioni affrettate senza possibilità di fare ricerca d’approfondimento).

Stai parlando di un’altra cosa.

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Democrazia liquida. Dal manifesto:“Noi abbiamo scelto la democrazia liquida”

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