Ciao a tutti

Ciao a tutti. Due parole su di me:

credo di non avere niente a che spartire con la maggioranza dei pirati, nel senso che sono un umanista (ho una laurea in filosofia e a breve la licenza di educatore professionale). Sono però molto testardo e da ormai 15 anni nei miei computer girano solo versioni di Ubuntu.

Mi sono iscritto al PP giovanissimo nel 2013, ma non ero abbastanza maturo per portare avanti con coerenza e continuità un discorso politico. Mi sono poi impegnato nel mio territorio per Cambiare si Può, inglobato da Rifondazione Comunista, a sua volta confluita in Rivoluzione Civile, finita con un grande flop. Da qualche mese mi sono riavvicinato al partito e ho rinnovato l’iscrizione.

I miei interessi politici, oltre alla tutela delle fasce più deboli e indifese (mi schiero molto a sinistra), sono:

  1. riduzione drastica del copyright

  2. digitalizzazione del patrimonio bibliotecario e consultazione gratuita online

  3. promozione di una pedagogia per internet.

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Non pensare che gli umanisti non abbiano spazio nel partito pirata, benvenuto.

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Ciao Ubik, piacere di conoscerti!

Molto interessante. Avremo ottime chiacchierate.

Per esempio sostengo da tempo che la cultura hacker è un’evoluzione dell’umanesimo rinascimentale.

Attenzione che (purtroppo) il copyleft è basato sul copyright.

Bisognerebbe riformare profondamente il copyright, ma proprio di brutto.

Se lo riduciamo e basta, priviamo di protezione anche i Commons.

Non ho idea di cosa sia la cultura hacker ad essere sincero

Un testo storicamente rilevante è il Jargon file. Da non confondere con la propaganda imperialista di un certo ESR.

Qui trovi un’introduzione specificatamente studiata per i curiosi http://www.tesio.it/documents/vademecum.txt (purtroppo è ancora incompleta… :disappointed:)

Una buona parte della nostra produzione letteraria viene eseguita quotidianamente sui computer di tutto il mondo, ma pochi vanno a leggerla, purtroppo. Ubuntu, che hai citato, è un esempio: una distribuzione di software libero basata su Debian GNU/Linux.

Il valore fondamentale dell’etica hacker che guida la nostra attività è la Curiosità, da cui derivano gli altri valori che guidano il nostro operato. Nota come l’etica hacker non sia un’etica totalitaria, ma si integra facilmente in sistemi valoriali diversi in epoche e culture diverse. La Curiosità reciproca, tuttavia, impedisce a queste differenze di diventare contrasto distruttivo. Per contro ci troviamo spesso in contrasto con chi diffonde ed usa l’Ignoranza come strumento di Potere, e (diciamolo) non siamo proprio sempre… ligi alle regole, ecco. :wink:

Se hai domande, chiedi pure!

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Un libro interessante da questo punto di vista è Nell’acquario di Facebook di Ippolita. È molto chiaro sopratutto quando indica i motivi per cui il legame fra hackers e anarco-capitalismo (e anche anarco-qualsiasialtracosa) è antico.

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Quanto antico? Perché gli hacker lo sono parecchio! :wink:

Criticità di bitcoin, blockchain e ideologia anarco-capitalista.

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Benvenuto!

Ciao Ubik, per quanto riguarda il punto numero due della tua lista sono d’accordo, quello della digitalizzazione del patrimonio bibliotecario e non solo, anche quello archivistico, archivistico fotografico ed archivistico video per quanto riguarda le fonti storiografiche più recenti è il realtà un progetto che in Italia è già in atto. Io stessa mi occupo della digitalizzazione di un archivio qui a Firenze, purtroppo non ancora con un contratto vero (ma si sà, va così per i più giovani). Detto questo moltissimi documenti si possono già trovare online, pur avendo la fortuna di non inciampare su i link offline. Ad esempio le biblioteche principali hanno costituito siti di cataloghi non solo cittadini ma addirittura provinciali. il sito della Camera dei Deputati e della Camera del Senato ha tutta la stenografia dei dibattiti parlamentari online a partire dalla nascita della Repubblica (un bel lavoretto), moltissimi poi sono i siti che con le dovute credenziali universitarie permettono l’accesso a documenti di ogni parte del mondo. Per quanto riguarda invece i siti degli Archivi di Stato si stanno adeguando lentamente a causa della mole impressionante di materiale, ma piano piano arriveranno anche loro. Detto questo lo sforzo deve essere nazionale, manca personale sia in numero che in competenza digitale, nonché una strumentazione adeguata.

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