che é piú di quello che abbiamo ora.
Scherzi a parte, LQFB é una implementazione, ma é possibile implementare i principi della democrazia liquida anche in modo diverso.
Per esempio, un esercizio interessante sarebbe scrivere una bozza su come dovrebbe essere implementata la democrazia liquida per funzionare correttamente, facendo finta che la implementiamo su carta.
Normalmente dovrebbe essere il regolamento a dettare le modalitá di funzionamento democratico all’interno del Partito e il software dovrebbe venire scritto o configurato di conseguenza, voi invece avete fatto il contrario e avete cercato di adattare la vostra natura ad un software giá scritto.
Francia, Italia e Germania, sono tre democrazie, con tre “software” diversi, eppure tutte sono democrazie.
Ammesso che siamo ancora a favore della Democrazia Liquida, naturalmente.
Non sto facendo proposte, ma giusto per capirci, io non vedo conflitto tra una democrazia liquida e un’organizzazione strutturale a tempo, con direttivi o con scopi ben definiti.
Cioé secondo me si deve capire dove si vuole andare, e per fare questo ci vuole quello che nella tradizione partitica viene chiamato Congresso, ogni struttura fatta da piú persone ha qualcosa di simile, anche le multinazionali ce l’hanno.
Ognuno, (gruppo o singolo, tutti insieme) prepara un documento, lo presenta insieme al gruppo di persone che si prenderá la responsabilitá di perseguirlo e dopo una fase di tempo predefinita (ma anche durante, attraverso il dibattito) ne rende conto alla comunitá.
Ora quello che secondo me manca, é il riconoscimento di questo, non so se é necessario cambiare dei regolamenti, ma per me é necessario riconoscere che non é sufficiente preparare mozioni specifiche, ci vuole una visione d’insieme che rende le mozioni coerenti fra loro, altrimenti tutti tirano l’elastico da una parte e dall’altra.