ho letto l’intervista che Giuseppe Genna ha fatto a Elly Schlein, pubblicata su L’Espresso e ho trovato molto interessante la conclusione:
… L’idea, però, non è quella di tracciare i confini di un progetto per sigle. Piuttosto, di ricostruire intorno a questi riferimenti politici e culturali un nuovo modello organizzativo, che assomigli più a un “hub” in grado di valorizzare ciò che si muove, senza nessuna pretesa egemonica e con funzione di accordo di quelle realtà che operano già nella società.
… a partire dalle splendide piazze che abbiamo visto mobilitarsi in tutto il Paese in questi mesi per i diritti dei migranti, per la parità di genere, per le questioni ambientali…
ovviamente non si sta parlando di mettere il cappello sopra le esperienze che partono dal basso, si tratta di diventare strumento di relazione, di federazione… un legante che possa produrre prima di tutto cultura, visioni di futuro e strumenti per l’analisi dei conflitti…
sostanzialmente vorrebbe dire farsi infrastruttura (continuamente aperta e trasformabile) di rete…
per un partito come quello pirata mi sembra una questione da tenere presente, sulla quale riflettere