Mi sono permesso di cambiare il titolo piuttosto… ora che ho ascoltato il video ho notato un miliardo di incongruenze.
– Un software dovrebbe “creare” moneta “dal nulla” a chiunque svolga un “lavoro” (un approccio evidentemente ispirato dal Bitcoin). Resta inspiegato come un software possa giudicare il fatto che una persona stia lavorando. L’autore suggerisce che il nuovo sistema economico eliminerebbe la burocrazia ma io non vedo come si possa misurare la quantità di lavoro svolto senza un essere umano di mezzo.
– Il software opererebbe secondo il byzantine consensus come reso popolare dal blockchain del Bitcoin. Cioè abbiamo a che fare con una proposta crittoanarchica come se ne sentono spesso nell’ambito di Bitcoin.
– “Il prezzo delle merci sarà uguale in tutto il mondo.” Questa frase implica l’abolizione del concetto di mercato. Elimina la capacità del mercato di sviluppare merci migliori in quanto non esiste alcun incentivo a farlo. Introduce invece una necessità di “prezzare” le merci in modo collettivo, che in passato ha portato al sistema socialista ma al giorno d’oggi si potrebbe forse con molta fantasia realizzare con una tecnologia a base di democrazia liquida distribuita. Anche le altre decisioni “da prendere tutti insieme” dovrebbero essere realizzate così. Significherebbe che il collettivo umano si ritroverebbe continuamente a votare sui prezzi da mettere sulle merci ed un miliardo di altre piccole e grandi scelte. Si può fare, e potrebbe risultare in un sistema estremamente orientato all’etica - ma ha anche i suoi svantaggi nell’ambito della praticità.
Fondamentalmente l’abolizione del mercato mi pare un approccio profondamente contrario al concetto di anarchia in quanto il mercato è uno dei pochi sistemi della convivenza umana che funziona in gran parte da se, senza necessitare persone a capo. Perciò mi pare che l’autore propone un’anarchia che ha forti somiglianze con le idee comuniste di Karl Marx piuttosto che con quanto ho sentito da parte di altri anarchici. Le conseguenze di un mercato “prezzato” meccanicamente l’abbiamo visto durante il socialismo (vedi la DDR e le banane per esempio). Certi prodotti andrebbero via a ruba e si aspetterebbe settimane, mesi o anni finchè riappaiono nel negozio. Come già allora si creerebbe un forte interesse verso un mercato nero al di fuori del sistema ufficialmente previsto, e visto che l’umanità ha da sempre fatto scambio di merci, sarebbe una cosa abbastanza impossibile da impedire.
– Secondo l’autore chi esegue lavori pesanti dovrebbe guadagnare di più, di conseguenza il contadino guadagna di più di altri. Significa però anche che il prodotto che produce nei suoi orti non gli appartengono! Devono appartenere al collettivo. Come si fa ad evitare che il contadino metta da parte il meglio del raccolto e lo venda in nero sottobanco? Come dimostrato l’interesse a un tale mercato nero sarebbe immenso.
– L’autore sostiene che sarà necessario all’inizio l’introduzione di una polizia per fermare “chi fa il furbo”. Non viene spiegato come mai si dovrebbe potere mai fare a meno di una istituzione del genere e non c’è spiegazione come fa la polizia a non degenerare in un apparato di controllo totalitario se non è previsto alcun ramo giuridico secondo una separazione dei poteri.
– Secondo l’autore il nuovo sistema economico elimina la corruzione e la criminalità ma non vedo alcuna misura per la quale possa essere così.
– L’autore indica anche che non ci sarebbe più inflazione. Questo è un problema in quanto lo scopo primario dell’inflazione è una ridistribuzione della ricchezza da coloro che possiedono molta moneta che perde valore mentre chi è povero non ha nulla da perdere. Purtroppo nel mondo odierno abbiamo permesso che i politici hanno preso in prestito la moneta in eccesso degli 0.01% – trasferendo il “peso” dell’inflazione ai governi, cioè ai cittadini. Ma questo è un problema diverso che si può risolvere e non c’entra con il modello “E.D.E.N.” In pratica, a quanto ho capito di E.D.E.N. non esiste nessun metodo per ridistribuire la ricchezza, creando nuove disuguaglianze senza via di ritorno.
Mi fermo qui perchè di incongruenze ce ne sono ancora a tonnellate. Le idee sono messe in fila per bellezza emozionale ma senza approfondimento razionale, senza strutturarne le implicazioni e le conseguenze (il cosiddetto “impact assessment”). Presumo che l’autore preferisce visualizzare il tutto nella sua fantasia senza doversi confrontare con la realtà e le analisi altrui (che lui riferisce come coloro che avrebbero “snobbato” le sue idee).
Posso solo raccomandare all’autore di smettere di promuovere le sue idee senza prima risolvere le incongruenze che chiunque gli dia ascolto probabilmente riconosce. Se tutti lo stanno “snobbando”, forse l’errore logico non è da parte degli altri…
Però mi piace il pezzo musicale alla fine del video… mi pare sia del gruppo Ladytron. Uno di loro suonò ad una mia festa… nel 2002. Ah, i bei tempi dell’electroclash.