Repubblica | 07/07/2015 | Arturo Di Corinto
Riporto brevemente un sommario dell’articolo sopra linkato: che l’Effetto Streisand prende il nome da un’attrice che minacciando la rimozione di informazioni a suo riguardo in un blog ottenne l’effetto opposto: farle diffonderle maggiormente in Rete. Naturalmente ci si può immaginare quanti casi simili siano già storicamente accaduti.
Le autorità promotrici dei blocchi dei siti che violano il copyright (o hanno ricevute querele) sostengono invece che la misura sia efficace e andrebbe aggiunto anche il blocco degli indirizzi IP coinvolgendo gli ISP (Fornitori di Servizio Internet).
Purtroppo, in tutte queste manovre ci sono dei costi non trascurabili che attualmente vengono sostenuti dallo Stato, ovvero i danni delle illegalità (ammesso che insieme a queste non ci siano anche casi di reale censura o altri tipi di approfittamento) vanno a pesare su tutti i cittadini ed invece potrebbe essere più corretto far sostenere i costi alle aziende interessate a queste misure di blocco.
Veramente sarebbe più corretto che i blocchi non ci fossero proprio…