Esperanto & c

Su LF è partita un’iniziativa ( https://agora.partito-pirata.it/issue/show/2942.html) che, al di là del suo valore di proposta, ha un interessante valore culturale. Non potremmo parlarne qui?

Il tema è sicuramente interessante, non tanto in relazione alla Brexit, quanto all’asimmetria che si genera per quel che riguarda le opportunità di popoli anglofoni e popoli non anglofoni. Imperialismo linguistico è un’espressione un po’ forte, ma merita comunque una riflessione più elevata di quella che si sta profilando intorno alla proposta su LF.

Dall’Esperanto all’IDO tanta piú cura, tanta piú marginalizzazione

Visto che il titolo è Esperanto sappiate che è una lingua molto cacofonica, fa un mix di suoni e strutture di varie lingue del mondo, radici latine, dei popoli del nord Europa e qualche struttura delle frasi cinese (e molto altro che non ricordo, approfondii anni fa). Naturalmente tante altre lingue del mondo non sono nemmeno contemplate; è stato il lavoro principalmente di una persona l’oftalmologo polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof.

Il nome Esperanto è anche bello… ma finisce qui il bel romanticismo, il resto è un progetto fallimentare. Ad ogni modo, esiste Esperanto II che comporta piccole revisioni ed infine un lavoro piú serio portato avanti dalla Delegazione per l’adozione di una lingua ausiliaria internazionale. Praticamente se qualcuno sostiene l’Esperanto dovrebbe scegliere l’IDO (anche se ha un nome piú brutto!), potete leggere su Wikipedia l’enorme lavoro che c’è stato dietro, l’accurata selezione tra vari progetti di lingue internazionale e quanto eredita dall’Esperanto.

L’inglese è utile

Però, il punto è che mai nessuno di questi progetti di lingua artificiale internazionale ‒ per quanto lavoro e cura ci si sia messa ‒ di fatto non sono mai stati adottati. Il motivo io credo sia il fatto che una lingua deve prima di tutto essere utile, per esempio, l’inglese permette di leggere una fetta enorme del Web, tantissimi libri avanzati in ambito informatico, scientifico, medico sono in inglese. Imparare l’inglese è utile per l’enorme quantità di testi che possiamo leggere e persone con cui possiamo parlare (considerando i paesi che hanno piú importanza economica e scientifica). Dunque, l’inglese viene studiato per moltissimi motivi ed in ambiti molto diversi è ovvio che finisce per diventare di fatto la lingua internazionale.

L’inglese ha tanti problemi

Personalmente, non sono contento dell’inglese: è piena di irregolarità nella pronuncia; ha dei suoni tutti spezzettati; detesto i verbi frasali; è una lingua giovane ma anche povera di radici e di grammatica, la qual cosa solo in apparenza comporta piú semplicità, in realtà lascia spazio ad un sacco di costrutti d’eccezione, modi di dire, situazioni ambigue; trovo insopportabile che il plurale si fa con la ‘s’, in terza persona si mette la ‘s’, sostantivi e verbi possono essere identici, vengono fuori lessemi uguali che possono essere un mucchio di cose… ovviamente il contesto risolve l’ambiguità, ma è irritante lo stesso; non si distingue tra “tu” e “voi”…; la lingua è parlata in tante parti del mondo, ma i dialetti distorcono molto la pronuncia ed è molto faticoso capire da una regione all’altra o ancor piú da uno Stato all’altro; hanno numerose mezze vocali e fanno eccezione nello scriverli con le lettere (intendo che la pronuncia varia) è particolarmente difficile distinguere e cogliere tutte queste modalità, non si sa manco se seguire lo standard inglese o americano (chi preferisce uno, chi l’altro).

Traduttori una vera e-speranza!

Forse l’unica vera soluzione è riuscire a fare ottimi traduttori automatici. Sarebbe magnifico poter leggere in italiano testi di ogni tipo inglesi, ma anche tedeschi, russi, arabi, cinesi… Speriamo che migliorino molto i traduttori.

Accettare l’inglese ma revisionarlo

Consideriamo che in un futuro a medio-lungo termine occorre essere tutti bilingue, una lingua deve essere la propria perché non possiamo certo perdere la ricchezza delle tante lingue umane, mentre la seconda dovrebbe essere la lingua “ponte” / internazionale. Dato che molto probabilmente sarà l’inglese, magari una Commissione di linguisti internazionale potrebbe essere incaricata di modificarla per renderla piú regolare, meno ambigua, quasi “fonetica” come l’italiano (ovvero ad ogni suono pronunciato c’è una precisa - o quasi - corrispondenza nelle lettere, visto che le lettere sono nate proprio per questo…). Siccome l’inglese già eredita radici germaniche, latine, greche, sanscrite ed altre acquisizioni ed influenze (non in uguali proporzioni ovviamente) è considerata la miglior candidata per evolvere verso lingua internazionale. Però, spero ci si metterà di impegno per revisionarla.

Come Partito il problema è fuori dalla nostra portata

Non so cosa accadrà in futuro… Quando il latino lo si considerava intramontabile e di riferimento è stato davvero sorprendente (e forse spiacevole) che abbia perso questo ruolo, magari anche all’inglese accadrà qualcosa del genere. Fatto sta che sono processi storici e non possiamo certo imprimergli una direzione considerando il gruppo che siamo…

Quindi è il caso di pensare a tutt’altri obiettivi, a meno che uno non abbia voglia di divertirsi con considerazioni senza risposte definitive o addiritture con lingue artificiali, che sorprendentemente sono numerosissimi questi progetti, decine, decine e decine…

Concordo su quasi tutto ma aggiungerei un punto: il legame fra lingua ed “imperialismo” (non è la parola giusta, mo per il momento non ne trovo una più adatta) Quando c’era il blocco dell’est la lingua ufficiale era il russo, in Africa in molte regioni si parla la lingua dei colonizzatori, perché nell’area viene resa facile la vita dei madrelingua, ma soprattutto, la lingua aiuta ad imporre una cultura. Tu italiano che hai imparato a scuola l’inglese (quasi) mai studierai il russo od il cinese e conoscerai quelle culture solo attraverso le mediazioni. Oggi l’inglese è la lingua dei soldi ed ha aiutato a diffondere la (non)cultura del denaro.

Dove non concordo è che dobbiamo pensare a ciò che è alla nostra portata. Ormaii ci conosciamo e credo che possiate essere voi a scrivere quello che penso.: se non siamo brillanti e fantasiosi come i pirati …

Ragazzi però suvvia, non siamo superficiali. L’inglese è una lingua bellissima, non diciamo boiate: ma dico avete mai letto qualcosa in lingua? Cantato qualche poema?

E poi me la solfa dell’imperialismo mi fa cadere le palle…