Factlets & Priotizer

Ragionando in termini di un Hackathon per un DUBI (digital unconditional basic income) mi tornano in mente due progetti software per una democrazia partecipata migliore che forse in realtà sono un software solo, e magari esiste già ed io semplicemente non lo conosco:

Factlets vs Factoids

Vorrei un software tipo e-democracy che permette di strutturare la valutazione di temi politici sulla base di piccole asserzioni di fatti, organizzate in alberi di dipendenze.

Esempio sarebbe il factlet “il mondo è tondo” proposto da qualcuno che sulla base della rotondità del pianeta vuole dimostrare un ulteriore factlet riguardo ai limiti della crescita umana. Ad ogni factlet possono essere allegati prove o indizi a favore o contrarie della veradicità del dato. Importante che siano disincentivate le mere espressioni di opinioni, dibattiti o addirittura litigi.

In modo simile ai supporti in LQFB il sistema organizza i factlet secondo il giudizio collettivo sulla loro veradicità. Così si può costruire un albero di prove o controprove, di fatti dimostrati (factlets) contro presunti “fatti” dimostratisi falsi (factoids). L’albero modella le relazioni causali tra i factlet, anch’esse stabilite attraverso un giudizio collettivo. In questo modo si può creare un factlet riguardo ai limiti della crescita con la dipendenza logica al factlet precedente.

I partecipanti allo strumento dovrebbero essere certificati, idealmente attraverso un SSO con LQFB. Anzi, sarebbe utile allegare alberi di factoid direttamente alle proposte liquid. Un altro uso interessante in quanto disputatissimo sarebbe una analisi collettiva dei facts e factoids riguardo all’undici settembre.

Priotizer

Il Priotizer è un sito web pubblico che si costituisce on top del database di factlets. Permette ai visitatori web di mettere in un ordine di preferenze i temi politici personalmente considerati più importanti spostando scatolette come lo si fa nella votazione LQFB. Fatto ciò, il Priotizer genera un grafo di priorità politiche da prendere in considerazione se si vuole realizzare le proprie preferenze, utilizzando il giudizio e l’intelligenza collettiva dei pirati iscritti.

Per esempio, se un visitatore mette i diritti degli animali e la legalizzazione delle droghe ai primi posti nella scaletta delle preferenze, il Priotizer potrebbe suggerire che gli obiettivi politici più importanti da realizzare sono la protezione della democrazia dal tecnocontrollo e lo sviluppo della democrazia liquida in quanto sono stimate dal collettivo pirata dipendenze più urgenti necessarie per potere esercitare democrazia e vincere battaglie politiche. Questo ovviamente è un esempio assolutamente fittizio.


Che dite? Esiste già un software del genere?

Si potrebbe fare un elenco degli strumenti di democrazia digitale confrontandoli per la loro capacità di ridurre l’impatto dei bias cognitivi… :smile:

http://rationalwiki.org/wiki/List_of_cognitive_biases

Ma scometto che la tendenza a cercare conferma della propria opinione previamente espressa è l’impedimento più grave per “comprendere la realtà” come dice la pagina.

Per quanto può affascinare il trattamento semantico e analitico di brevi asserzioni, asserzioni composte, fatti che confermano o smentiscono certe asserzioni, fatti che supportano o scoraggiano certe decisioni, e via dicendo. Ci sono problemi cognitivi che possono rendere fallimentare un simile software già dalle sue fondamenta concettuali. Ecco i problemi:

  • La sensazione che qualcosa sia stato spiegato dipende dalla cultura e dalle conoscenze complessive degli umani. Secoli addietro, nell’aristotelismo, possiamo vedere che nominare un presupposto principio per spiegare un fenomeno era considerato accettabile ed esaustivo. Oggi non lo sarebbe affatto. Sempre secoli addietro, la vita era considerata un fenomeno spontaneo e non ci si chiedeva ‘perché’ o come facesse a nascere (almeno da parte della maggioranza degli studiosi). Questo tipo di problemi si riflettono sulla sensazione che un fatto sia rilevante o meno nei confronti di un’asserzione. La questione è meno oggettiva e determinabile di quanto si possa inizialmente immaginare.

  • Ci sono teorie logiche e coerenti, alle quali si può credere, ma senza che abbiano la possibilità di essere falsificate, perché non fanno previsioni empiriche controllabili. Molte religioni o altri pensieri mistici spesso rientrano in questo tipo di struttura delle credenze. Non sono poche le persone che usano quelli che per loro sono ‘fatti’, presi da questo tipo di “visioni del mondo”, e le considerano un supporto per certe asserzioni. Quando 2 persone o 2 gruppi di persone entrano in conflitto, perché divergono su cosa debba essere considerato un fatto o una convinzione e quando un fatto debba essere considerato un supporto per una certa asserzione o meno, il problema non è risolvibile razionalmente: o i 2 gruppi portano avanti le loro ricerche (i loro pensieri) autonomamente (spaccatura) oppure deve intervenire un’autorità che stabilisca cosa è razionale e cosa non lo è (i famosi ordini professionali o in generale la visione ufficiale / ortodossa).

  • Ribadisco un dettaglio: fatti e convinzioni non sono sempre ben distinguibili e ci sono persone che usano le loro convinzioni come fatti e non c’è possibilità di “cambiarli”. Questo mette in luce che gli attaccamenti emotivi, i desideri alimentati dalle stesse convinzioni, e altre idiosincrasie, sono tutti elementi pre-razionali che sono molto più forti e importanti nel determinare la volontà, rispetto alla ragione che è solo uno strumento in mano alle emozioni e ai desideri (anche le paure sono incluse, lo specifico).

  • Una collezione numerosa di fatti può essere meno importante di pochi fatti cruciali. Quindi i fatti hanno un diverso valore di conferma o sconferma per un’asserzione. Stabilire quanto un fatto è importante e “vale più degli altri” non è una caratteristica quantificabile con una unità di misura. In realtà, entrano in gioco fattori emozionali e soggettivi, fino al punto che lo stesso fatto può essere decisivo per qualcuno o irrilevante per qualcun altro (è facile che ne avete fatto esperienza anche nelle vostre vite, dato che capita piuttosto di frequente). Questo problema sminuisce l’importanza di collezionare minuziosamente dei fatti da relazionare con delle asserzioni.

  • La realtà storica o di un fenomeno o sociale è un corpo di credenze complesso che si connette in modo - non del tutto formalizzabile - con i riscontri empirici o altre parti di teorie più solide o fonti storiche più accreditate. Partire da una minuziosa analisi di simili realtà per risalire alla conclusione può essere un lavoro tecnicamente non risolvibile e quasi certamente si interseca con alcuni problemi dell’intelligenza artificiale ed è noto quanto siano poco trattabili e scarsi i risultati maturati finora.

  • La maggior parte dei fatti che consideriamo tali e usiamo nelle argomentazioni, non li abbiamo verificati di persona, ma studiati sui libri o ci crediamo perché qualche fonte attendibile li ha comunicati. Quando però si mette in discussione una verità storica o una concezione dell’economia, le stesse fonti dei fatti vengono messe in discussione e senza un elenco di fonti a cui credere, i fatti da soli possono essere poco servibili, soprattutto durante le questioni “spinose” o “controverse”.

  • Quello che ho appena elencato, per mostrare le - probabilmente - insormontabili complicazioni per un programma che prende in pasto fatti e li mette in relazione alle asserzioni per concludere qualcosa, è molto difficilmente scomponibile in singoli fatti e brevi asserzioni relazionate tra loro, richiede un dispendioso e meticoloso lavoro il cui risultato finale perderà certamente qualcosa rispetto ad un discorso articolato ed espositivo.

Riguardo le priorità da ordinare collettivamente con il metodo di Condorcet questo è fattibile, l’unico problema che si pone (ma è decisamente più gestibile di quelli prima presentati) è stabilire quando 2 priorità inserite dagli utenti sono la stessa o sono diverse. Le soluzioni: (1) l’elenco è predefinito, si fa richiesta di aggiunta ad una persona e questa si occupa di inserire manualmente la nuova priorità o modificare una esistente per mettere in luce che le due sono una stessa cosa; (2) l’elenco finale con inserimenti simili viene “scremato” per avere l’elenco finale effettivo (praticamente è il lavoro di prima, ma svolto alla fine anziché all’inizio).

Oh wuao che ragionamentone che ti sei fatto, grazie :smile:

Ok, ma se tutti i contribuenti fanno domande finché tutto il necessario è spiegato si ha almeno raggiunto il denominatore comune dei presenti… no?

Presumo che ogni proposta politica abbia una percentuale di visione non empirica, ma l’idea è di solidificarne la maggior parte possibile e mettere in chiaro quali parti hanno un fondamento e quali non. Nell’attuale modo “populista” di fare politica i fatti concorrono con le teorie azzardate, le teorie sbagliate e le bugie totali. L’ideologia anarco-capitalista è un esempio di parole messe di fila in modo poetico e apparentemente ragionevole, ma se vai a vedere le implicazioni reali ti rendi conto che è una ideologia simile al fascismo, solo che il ruolo del razzismo lo detiene il capitalismo. L’ancap è in crescita impressionante perché in rete ormai ben pochi ragionano in modo razionale.

ci sono persone che usano le loro convinzioni come fatti e non c’è possibilità di “cambiarli”

Lo strumento deve essere in grado di valutare il loro contributo per quello che è, independentemente da come loro lo percepiscono… se è necessario riformulare un factlet, si riformula.

Una collezione numerosa di fatti può essere meno importante di pochi fatti cruciali.

Presumo che dalla strutturazione causale e il numero di dipendenze partenti da un particolare factlet si presenti un modo per dedurre l’importanza di alcuni fatti invece di altri.

In realtà, entrano in gioco fattori emozionali e soggettivi

Entra in gioco il fattore più importante per il quale si fa politica: l’etica. Cosa è più importante, la libertà d’espressione o l’integrità esistenziale dell’essere umano? Quando i Factlets sono ben documentati entra la componente etica che decide le priorità politiche… il Priotizer appunto. L’analisi dei fatti serve ad impedire di sbagliare politiche a causa di una mancata comprensione della realtà, ma di sbagliarle solamente a causa di una scelta etica sbagliata.

può essere un lavoro tecnicamente non risolvibile

Resteranno dei blind spots. L’analisi strutturata del pensiero sicuramente ha i suoi limiti, ma presumo che l’assenza di alcuna analisi sia sempre peggio. L’idea non è di fare una politica perfetta, ma in un mondo di politiche malvagie, sviluppare un metodo per mitigare i danni… e specialmente la manipolazione psicologica delle persone interessate alla politica. Se riesci a convincere una popolazione che il problema dominante è l’energia atomica o i diritti degli animali, non avrai problemi sul fonte della giustizia social-economica, lo smantellamento delle risorse del pianeta o la riduzione di democrazia. In politica, tutto è importante, e l’assenza di priotizzazione è micidiale. Che senso ha combattere per i diritti degli animali se ti hanno tolto la democrazia? Devi prima assicurarti che la democrazia sia ancora intatta, poi devi assicurarti che l’umanità riuscirà a coesistere sul pianeta, poi ti occupi che i diritti dell’uomo non siano infranti e infine ti occupi di un modo giusto di interagire con gli altri esseri viventi sul pianeta. Tutto è anche interconnesso, ma se non salviamo la democrazia, nullaltro ha importanza.

Magari stessimo a trattare le questioni veramente spinose, ma sono le questioni distorte, perché i manipolatori delle opinioni pubbliche sono efficaci a distorcerle, che stanno dominando la politica. Non mi sarei aspettato che attraverso il side channel degli hacker e bitcoinari ci saremmo ritrovati in questo partito addirittura elementi di pensiero affini alla tea party, camuffati da pensiero anarchico. Ci sono apparati di manipolazione di massa in atto, sia provenienti dalla destra americana che dalla destra russa (che magari si autodefinisce socialista ma, da come si comporta, per me sempre destra è). Mettici anche gli influencer di Casaleggio e gli interessi delle grandi industrie capitaliste e inizi a intradevere il casino nel quale ci troviamo: sono tanti i poteri che vogliono sfruttare le nostre limitazioni cognitive a sviluppare un pensiero libero. Perciò questa è la mia speranza, che un metodo ed uno strumento possano tirarci fuori dalla giungla delle trappole cognitive. Se poi per alcuni punti arriviamo al giudizio personale in quanto il giudizio empirico non è comprovabile – beh, almeno sappiamo di essere arrivati fino a lì, da lì in poi una votazione in liquid è più che giusta, perchè allora si vota un confronto di teorie e visioni politiche oneste – una volta eliminate le bugie.

Forse invece si può modellare il metodo in modo tale che si remixano i factlet fino a che quelli precisi hanno la maggioranza di supporti e links ad altri factlet mentre quelli scritti male lentamente cascano fuori per mancanza di riferimenti…

Un altro aspetto da considerare… proposto da questo buffo sito… http://www.zoon.cc/stupid/ :smiley:

THE BASIC LAWS OF HUMAN STUPIDITY

by Carlo M. Cipolla

Ci ho riflettuto ancora sulla tua idea complessiva. Servirebbe una piattaforma Web dove inserire i fatti. Ogni fatto deve avere 1 o piú fonti. Le fonti possono essere teorie ampiamente condivise, testimonianze tramite intervista, testimonianza lasciata sul Web, ecc. Il tipo di fonte avrà anche un grado di affidabilità: molto attendibile, poco attendibile, scarsamente attendibile, di parte, ecc. In relazione all’attendibilità della fonte il fatto avrà un suo grado di sicurezza: molto sicuro, incerto, ecc.

Non si deve pensare ad una quantificazione del grado di affidabilità o sicurezza, ecc., ma usare unicamente una scala di valori comparativa (es. una testimonianza rilasciata tramite intervista è piú sicura di una testimonianza anonima lasciata sul Web). La scala di valori è simile a quella per le pietre, quando si mettono in ordine di durezza: le piú dure incidono le piú tenere, anche se non si può dire che una sia dura 8 e un’altra 3.5, perché non esiste un’unità di misura.

A questo punto è possibile prendere un insieme di fatti da un database cosí costruito e dire che segue una o piú ipotesi oppure una o piú deduzioni. Una deduzione è un nuovo fatto, mentre un’ipotesi può essere piú o meno probabile, piú o meno confermata da successivi fatti o rigettata. L’ipotesi piú probabile e confermata che si riesce ad ottenere viene considerata prima conclusione (ovvero di tante conclusioni quella è la prima che si può offrire, la piú fondata).

Rimangono aperti i problemi:

  • Chi stabilisce il grado di affidabilità di una fonte?
  • Chi crea la relazione “insieme di fatti” --> “deduzione”?
  • Chi crea la relazione “insieme di fatti” --> “ipotesi”?
  • Si possono mettere automaticamente in ordine di fondatezza le ipotesi una volta che si dispone delle relazioni con le fonti? Forse sí.
  • Chi trova il tempo per fare un lavoro tanto meticoloso e dispendioso?

Questi problemi sono problemi per i motivi spiegati nel mio lungo post precedente.

Mi piace quanto dici… è un po’ come prendere il metodo Wikipedia e farci qualcosa di serio e democratico…

Gli utenti cliccando la valutazione…

Chi crea la relazione “insieme di fatti” --> “deduzione”?

Chiunque può proporre delle deduzioni… l’elenco va secondo i clic a favore…

Chi crea la relazione “insieme di fatti” --> “ipotesi”?

Stessa procedura.

Si possono mettere automaticamente in ordine di fondatezza le ipotesi una volta che si dispone delle relazioni con le fonti? Forse sí.

Le deduzioni meglio delle ipotesi… ma l’abbinamento tra preferenze e affidabilità pseudo-empirca ha un potenziale interessante…

Chi trova il tempo per fare un lavoro tanto meticoloso e dispendioso?

La gente del 22° secolo che avrà capito quanto questa roba è importante.

Intanto oggi ho osservato una comunità Linux con terribili problemi di convivenza… ho pensato che a loro non solo servirebbe il liquid abbinato a git per decidere democraticamente delle modifiche da fare al sistema, gli servirebbe anche un bug tracker con moderatori capaci di moderare i contributi delle persone, considerati i toni che ho visto… mettici poi un po di forum, social, factlets e chat… ecco fatto lo strumento per la democrazia del futuro! ora so di cosa occuparmi per i prox 50 anni :smiley: