Se c’è una percentuale della popolazione che non lavora affatto questo è tollerabile. Infatti, molti di quelli che non si inseriscono nel mercato farebbero comunque la/il casalinga/o, probabilmente faranno qualche attività di volontariato o qualche altra attività socialmente apprezzabile (a far niente ci si annoia e dopo una certa età giocare e basta stufa). Dunque, in primo luogo, oltre ad essere una parte la popolazione che farebbe la scelta di non ampliare il proprio reddito basso rivolgendosi al mercato o ad altri posti statali, ci sarebbe una percentuale ancora piú piccola che davvero giocherebbe e basta (la prima bassa percentuale menzionata di chi non lavora affatto).
Ad ogni modo, ci si può arrivare progressivamente al non obbligo di lavorare e vedere come reagisce la società ed il mercato. Ci sono molte modalità per passare dalla situazione attuale ad un reddito incondizionato (il quale dovrebbe essere basso e permetterti di fare una vita poco sopra la povertà, quindi c’è un incentivo e un desiderio ad ampliare il proprio reddito ed è sicuro che molti lo farebbero).
Inoltre, il problema del “non lavorare” sarà sempre meno sentito, mano a mano che aumenta l’automatizzazione informatica e robotica, il cui effetto porta alla diminuzione dei posti di lavoro retribuiti.