PREMESSA: FUNZIONE DEI NOTAI
Spiega Wikipedia che la funzione del notaio è quella di “garantire la validità dei contratti e, più in generale, dei negozi giuridici, attribuendo pubblica fede agli atti e sottoscrizioni apposte alla sua presenza”. Più in dettaglio:
Ricevere gli atti, adeguando la volontà delle parti. Questo significa che le parti indicano le proprie volontà al notaio e questi le traduce nella migliore forma giuridica per la realizzazione degli scopi che le parti intendono perseguire. La funzione di adeguamento comporta anche l’obbligo di porre in essere atti non espressamente vietati dall’ordinamento: in questo modo il notaio si pone come un filtro tra i cittadini e le regole poste dallo Stato, curando che gli atti posti in essere dai primi siano rispettosi della legge; tanto maggiore è la presenza del notaio nei traffici giuridici, tanto minore è il rischio di una lite tra le parti, ciò che a sua volta si traduce nella deflazione del carico dell’attività dei magistrati.
Attribuire pubblica fede. È questa un altro importante aspetto della funzione notarile, la quale consiste appunto nel garantire ai cittadini che le attestazioni fatte dal notaio nell’atto corrispondano al vero (es.: l’esatta identità delle persone che hanno sottoscritto l’atto; l’essere certe dichiarazioni state fatte dinanzi al notaio; l’essersi certi fatti verificati davanti al notaio).
(…)
Qualcuno li definisce “casta”, per via del fatto che il loro numero è fissato dal Ministero della Giustizia e perché fino al 2012 esisteva la tariffa notarile (abrogata in quell’anno, ma come sempre tra la teoria e la pratica c’è di mezzo il mare, e infatti succedono cose come questa).
Ora, se ho ben capito nel 2015 il Governo provò -senza successo- a liberalizzare col “ddl concorrenza” il settore, togliendo ai notai il monopolio per le compravendite di immobili ad uso non abitativo. La replica dei notai fu la seguente:
Sgomberiamo il campo da ogni equivoco: la riforma non mette in concorrenza le due categorie, ma semplicemente trasferisce l’esclusiva agli avvocati, dal momento che un notaio, in quanto pubblico ufficiale, è soggetto a costi, responsabilità, sanzioni e rischi che banalmente gli rendono impossibile competere con un professionista privato che tali oneri non ha. (…) A me pare che la risposta sia negativa, in quanto la legge non liberalizza le vendite, ma ne trasferisce le competenze agli avvocati e non capisco il motivo per cui recarsi dall’avvocato per comprare casa dovrebbe essere meno oneroso che recarsi dal notaio. Con l’aggravante che, a pari costi, il consumatore non avrebbe la garanzia che l’incaricato alla vendita sia terzo e indipendente, la garanzia che lo stesso risponda verso lo Stato delle imposte dovute per il trasferimento, la garanzia che il ministero ne sottoponga ad ispezione gli atti, con relative sanzioni in caso di errori, la garanzia che gli originali degli atti siano conservati negli archivi dello Stato. Tutte garanzie che oggi la legge collega al fatto che il notaio è ufficiale pubblico e non professionista privato.
In pratica si sostituisce ad un monopolio, comunque gestito dallo Stato, un altro monopolio, gestito da privati.
Ora, quello che vorrei cercare di capire è molto semplice: esiste, oggidì, la tecnologia in grado di poter proprio fare a meno sia di notai sia di avvocati per una serie di questioni? Voglio dire: per garantire l’esatta identità di una persona volendo c’è lo SPID. Esistono già anche i registri pubblici già digitalizzati o in via di digitalizzazione (si sta andando verso l’Anagrafe Unica, c’è già il registro delle imprese etc. In un sistema di blockchain collegate tra loro (tipo quello che ipotizzavano gli ideatori del Cicada project) non ci sarebbe più bisogno di interventi umani esterni per validare un atto tra privati. Peraltro, sono gli stessi notai ad avere già adottato la blockchain (l’hanno chiamata Notarchain).