Glass-Steagall Act for Italy

Le vicende di queste giorni (Banca Etruria etc.) hanno se non altro avuto il merito di riportare in auge il tema di un Glass-Steagall Act anche in Italia (più auspicabilmente in Europa). Il Glass Steagall Act era quello che separava le banche ordinarie da quelle speculative, e fu introdotto negli USA dopo la Crisi del '29, per cercare di porre un freno alla speculazione. Ha resistito fino al 1999, quando i Repubblicani yankee hanno pensato bene di abolirlo, per meglio favorire la speculazione (cioé i propri elettori). Personalmente credo andrebbe inserito nel nostro programma.

Per approfondire:

Qualche aggiornamento. In Italia il tema della separazione bancaria ufficialmente sembra piacere a tutti. Praticamente non c’è partito che non abbia presentato una sua proposta a riguardo; secondo il Sole24ore nel 2014 sono stati presentati 11 ddl delega, da parte di tutti i principali partiti; ma soprattutto, nell’articolo si dice che dal 2018 potrebbe essere l’Europa stessa a intervenire.

Tra i ddl italiani più “antichi” reperibili in rete c’è quello della senatrice De Pin, presentato pochi giorni prima d’essere cacciata dal M5S con le consuete accuse d’essere una venduta e una traditrice. Curiosamente, però, il ddl proposto dai suoi ex compagni di non-partito assomiglia parecchio a quello dell’odiata De Pin; anzi, praticamente pare un “quasi- copia&incolla”. (consiglio di leggere direttamenet il testo della De Pin, soprattutto la prima parte).

Ad ogni modo, i punti salienti sono:

a) prevedere il divieto per le banche commerciali, ovvero le banche che effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico, di effettuare qualsiasi attività legata alla ne-goziazione e all’intermediazione dei valori mobiliari, sancendo così la separazione tra le funzioni delle banche commerciali e quelle delle banche d’affari;

b) prevedere il divieto per le banche commerciali di detenere partecipazioni o di stabilire accordi di collaborazione commerciale di qualsiasi natura con i seguenti soggetti: le banche d’affari, le banche d’investimento, le società di intermediazione mobiliare e in generale tutte le società finanziarie che non effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico;

c) prevedere il divieto per i rappresentanti, i direttori, i soci di riferimento e gli impiegati delle banche d’affari, delle banche d’investimento, delle società di intermediazione mobiliare e in generale di tutte le società finanziarie che non effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico di ricoprire cariche direttive e detenere posizioni di controllo nelle banche commerciali;

d) prevedere un congruo periodo, co-munque non superiore a un anno dalla data di entrata in vigore del primo decreto legislative di cui all’alinea, durante il quale le banche possono risolvere le incompatibilità di cui alla presente legge;

e) prevedere un diverso trattamento fiscale tra le banche commerciali e le banche d’affari al fine di favorire le prime, tenuto conto della loro attività a sostegno dell’economia reale e in particolar modo in favore dei risparmiatori e delle piccole e medie imprese

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Sono d’accordo in linea di principio. Il problema di questi anni però non è nato da questi conflitti di interesse. E’ nato tutto per una assunzione di rischio irragionevole da parte delle banche commerciali (mutui sub prime), che sono stati poi cartolarizzati prima che il rischio esplodesse, creando una crisi di fiducia e il contagio. La separazione tra banche commerciali e di investimento non risolve questa possibilità, che sarà ancora reale finché gli obiettivi di profitto saranno di breve termine.

Se ho capito bene, se una legge del genere fosse stata in vigore (o se il Glass-Steagall non fosse mai stato abolito) le banche commerciali non avrebbero potuto per legge avventurarsi nel mondo dei sub prime (giusto?). In realtà sarebbe una cosa a tutela dei consumatori: se metti i quattrini in una determinata banca sai in anticipo cosa può e cosa non può fare.