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Attualmente nell’home page del sito, nella sezione “Il Programma dei pirati” ci sono tre temi: “Democrazia liquida”, “neutralità della rete” e “diritti civili digitali”.

Credo che sia il caso di cambiare questa sezione, per dare un’idea un po’più esaustiva a chi legge, perché messa così sembra che il partito sia fermo ai mitici “temi core” e che non s’occupi di null’altro. Pensavo quindi di risistemarla mettendo 4 “macro-aree”, cioè quattro coppie di temi che -secondo me- riassumono meglio l’attuale visione. Esse sono:

  1. Democrazia & trasparenza
  2. Green transition & economia sostenibile
  3. Libertà & diritti civili
  4. Sovranità tecnologica & libertà digitali
  5. Internazionalismo

Per ciascuno ho anche creato dei loghi. Qui i relativi testi.

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Favorevole alla modifica della home come proposto…

Favorevole anch’io

Favorevole, però dovremmo cercare di migliorare la grafica. Per internazionalismo sono contrario al simbolo dell’europa, mi sembar riduttivo. Meglio un mappamondo, magari rovesciato…

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È molto debole il punto sulle disuguaglianze, che sono il vero male del nostro pianeta, che si connette perfettamente con il tema ecologista (è lo stesso sistema, quello capitalistico, che accentra potere e ricchezze nelle mani di pochi, distruggendo diritti umani, ambiente, beni comuni). Il reddito d’esistenza dove è finito?

Manca il nocciolo della questione. Se il PP non l’ha affrantato ancora diamoci la priorità di discuterlo. Magari incontrandoci di persona, in assemblee pubbliche. Senza questo punto il pp resta una tra le tante belle iniziative di civismo e di buon senso, ma che non cambia nulla alla radice.

Il punto cruciale è REDISTRIBUIRE.

  1. Redistribuire il processo decisionale (con la democrazia liquida nei partiti e al servizio delle istituzioni). E ce l’abbiamo.
  2. Redistribuire le ricchezze e la gestione dei beni comuni (con reddito d’esistenza e una rivoluzione verde). E qui siamo carenti.

Solo così possiamo andare verso una società più felice, con una politica capace veramente di contrastare l’ingiustizia sociale, la crisi ambientale, la mancanza di libertà e uguaglianza.

Pensiamo anche a qualche citazione d’effetto da mettere in cima a questi sunti.

Io comincio con «La politica è la lotta per la felicità di tutti» di Pepe Mujica (non ritrovo l’intervista precisa, però possiamo citare qualche brano dove sostiene praticamente questo)

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Allora…le disuguaglianze economiche consistono in un fatto: c’è chi ha molto e chi poco. Ma molto e poco cosa? Denaro. E questo in linea puramente teorica può essere un problema come può non esserlo. Due persone su un’isola deserta possono essere una ricca sfondata e l’altra nullatenente, ma ciò sarebbe del tutto irrilevante finché possono campare mangiando ciò che trovano sull’isola, riparandosi in una capanna etc. Il denaro ha senso se è l’unico modo di ottenere il necessario alla sopravvivenza. Ergo, per risolvere il problema esistono due vie: o redistribuire, o…fare sì che il denaro conti il meno possibile (cioè, all’atto pratico: abbassare il più possibile il costo della vita).

Redistribuire è idealmente giusto ma complicatissimo a farsi, almeno finché ci saranno i paradisi fiscali e altri mezzi tecnici per eludere il fisco. Mentre l’altra strada…se ad esempio l’energia costasse quasi niente (perché prodotta da fonti rinnovabili), se il cibo costasse quasi niente (perché autoprodotto), se i mezzi di trasporto costassero quasi niente (magari perché potrebbe esserci meno bisogno di spostarsi, in generale). Se tutto questo avvenisse, anche chi ha poco denaro camperebbe egregiamente. E il probabile crollo occupazionale legato all’automazione e ai software non sarebbe un problema. E se tutto ciò può sembrare un’utopia, c’è chi sta provando a realizzarla.

Comunque del reddito di esistenza in realtà se ne parla spesso: ad esempio qui e qui.

Non si può fare tutt’e due? Il denaro non serve solo per l’autosufficienza. Il denaro è anche potere. Banalmente, persone come Marchini, ricco sfondato, che non ha un’idea in croce (tanto che inizia come erede della tradizione “comunista” della famiglia e finisce con l’imbarcare Storace perché un “fascista de core”) raggranella comunque un 5% grazie alla montagna di pubblicità spazzatura con cui ha sommerso Roma. Avessi io la possibilità di parlare in tv, dire le mie idee ad ogni persona giorno e notte, sicuro avrei pari se non superiore successo.

Ho detto redistribuzione delle ricchezze e della gestione dei beni comuni. Il denaro fa parte delle ricchezze da redistribuire, ma non è l’unica cosa; e la sua mal distribuzione deriva anche dallo sfruttamento dei beni comuni per interessi privati. E a sua volte è fonte di potere. Un circolo vizioso dove tutto è collegato.

Io parlo di redistribuzione di potere, sia decisionale (nella politica delle istituzioni pubbliche, ma anche a livello individuale, nella libertà di ciascuno di vivere come vorrebbe), sia materiale nel senso di ricchezza sotto ogni suo aspetto (non solo denaro).

Piccola nota sulla salute: un importante epidemiologo, Marmot, parla di Status Syndrome, cioè che le speranze di salute sono direttamente proporzionali alla propria condizione di Status socio-economica in relazione agli altri membri della società.

È assodato negli studi di Igiene e Sanità pubblica (nel campo della Salute Globale e dei determinanti di salute) che la disuaguaglianza (in ogni ambito) è l’elemento che più condiziona la salute umana.

Importante concetto però è che la salute varia in modo graduale e proporzionale, cioè è un fenomeno che colpisce tutti. Non solo i più poveri, non solo quelli che stanno sotto una certa asticella. La salute non dipende solo dal soddisfare o meno certe condizioni materiali (altrimente il mondo sarebbe diviso in due, chi non gode di certi servizi e beni e chi invece ne gode e quindi può curarsi; invece il mondo è distribuito in una scala progressiva). La salute, anche a parità di servizio sanitario, varia in base allo status.

In ultima analisi la salute varia in base al potere che ha la persona di determinare se stessa. Perciò dipende dal contesto in cui sta (e dal livello di disuguaglianza).

Quindi @Exekias è importare ridistribuire sia i beni materiali per la propria sussistenza, quanto il potere nelle sue basi immateriali (come il denaro e il controllo dei mezzi di comunicazione) per ridurre le disuguglianze di status.

Altrimenti nella tua isola di Utopia le due famiglie avranno entrambe cibo, casa, acqua, medicine, ma quella più povera (“meno potente”) godrà ingiustamente di minor salute.

Sei stato bravo con i loghi, però il logo n. 4 ha uno stile diverso dagli altri. Inoltre, i primi 2 hanno un bordo nero che gli altri non hanno. Il logo n. 3 forse si focalizza esageratamente sulle coppie? (la presenza dell’arcobaleno è azzeccatissima invece). Riguardo il logo n. 4 mi trasmette un senso di potere e dominio che mi sembra fuorviante… una sola mano che tiene dei fulmini… L’ultimo logo “sa” troppo di Europa XD meglio mettere al centro la diversità dei popoli.

Detto questo, andrei a cercare su flickr se trovo qualche immagine copyleft che possa portare ad un risultato migliore. Sei stato comunque bravo Exe con i loghi, non è per niente facile.

Difficile rappresentare “democrazia e trasparenza”, ho trovato questa immagine (tra tantissime) che mi piace: URL: https://www.pexels.com/photo/blue-abstract-glass-balls-1341/

Per la “green transition” metteri un romantico mulino ad acqua: URL: https://www.flickr.com/photos/yortw/8698694637

Per i “diritti umani e civili” la bandiera arcobaleno era ottima e useri questa immagine: URL: https://www.flickr.com/photos/samm4mrox/4553080294 Attenzione: evitare di riprendere volti ben visibili della gente che tiene sollevata la bandiera, in alternativa: URL: https://www.flickr.com/photos/gazeronly/14348154698

Per i temi digitali fatico a trovare qualcosa, lascio questo (Internet Café): URL: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cafe_internet_uninorte.JPG

Per l’internazionalismo, la Terra credo va bene: URL: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Earth_Eastern_Hemisphere.jpg

E’ quella “ufficiale” dei Cyber rights, a quanto mi risulta

In effetti sì. Il fatto è che quando uno dice “diritti civili” la prima cosa che viene in mente è quella. Poi ci sarebbero anche cose come l’aborto, l’eutanasia etc., ma francamente mi pareva brutto mettere un omino stilizzato che si stacca la spina dal respiratore :smile: Forse la cosa più semplice è lasciare solo l’arcobaleno, credo si intuisca (dopotutto ci sarà scritto sopra).

Quanto alle immagini di flickr: francamente preferirei dei loghi autoprodotti (mica per forza i miei eh), che rispetto a delle immagini comunicano meglio. La casetta col mulino ad acqua ad esempio sarà romantica quanto ti pare, ma francamente non mi dà molto l’idea di “politiche energetiche” (come invece dovrebbe immediatamente suggerire le pale eoliche e i pannelli solari).

P.S. Man mano che procedono i suggerimenti aggiorno il primo post

Bravo, mi piace come hai portato al nocciolo tutti gli sforzi politici in corso. Sorveglianza, ecologia, democrazia, welfare… il nocciolo è sempre la distribuzione di potere. Potere in mano a persone che non se ne fregano se collettivamente, stando alla ricerca di HANDY, siamo in rotta per l’estinsione o perlomeno al collasso della attuale civiltà mondiale. Non è un obiettivo del quale rallegrarsi perchè il pianeta sarà meno vivibile e miliardi di persone la vedranno brutta.

Denaro, potere. Potere, denaro. Il denaro è la valuta virtuale del potere. Chi detiene il potere, può inventarsi il denaro come vuole. Chi non detiene potere, se la prende andergulo.

L’attuale struttura di potere, stando a HANDY, ci porta alla distruzione delle risorse. In pratica la ricca sfondata distrugge l’isola anche per i nullatenenti.

L’idea che si possa unilateralmente uscire dal contratto del capitalismo è naif. Se lo fa una persona, forse gli altri gli danno l’elemosina, ma una isola non gliela da nessuno. Se lo fa una società, arrivano i capitalisti e offrono prodotti – e la gente i prodotti li vuole. Se imponi che i prodotti non si debbono volere, i capitalisti trovano un modo per entrare in guerra. Chissà perché, tutti i paesi che si ribellano al capitalismo (per esempio non avendo aderito alla WTO) si trovano attualmente in guerra o guerra civile.

Perciò la proposta che feci qualche anno fa prevedeva di mettere le tasse sulla creazione di valore piuttosto che sul lavoro. Per esempio, la Coca-Cola lucra sull’assenza di tassazione degli zuccheri per compensare i danni che il consumo arreca al sistema sanitario, sull’assenza di tassazione sul fatto che produce dipendenza, sull’assenza di tassazione della pubblicità manipolativa (branding) e sul fatto che produzione e distribuzione sono largamente automatizzabili e non necessitano molta manodopera. Se si introducessero tre tipi di tasse per ricalibrare il mercato libero a rispettare le externalities, ecco che Coca-Cola non ha più così tanti profitti da portare all’estero. Comunque, quando lo fa, ci si può mettere la transaction tax della quale si parla da decenni.

In pratica qui manca la volontà politica e il potere di fare le cose. Non sarebbe difficile, eccetto se entra in vigore il TTIP che impedisce ai politici di correggere le asimmetrie di mercato con nuove legislazioni. Se arriva TTIP, dobbiamo andare a vivere in un altro continente. Ma il problema si presenta forse già con CETA, se le multinazionali si riinventano ad essere tutte canadesi alllo scopo di impedire all’UE di fare politica vera.

Non tieni conto della natura del capitalismo che è la crescita. Se la tua ditta non cresce, cioè non riesce ad estrarre più soldi dai consumatori di anno in anno, non è una ditta rispettabile… è considerata una ditta perdente. Perciò se i consumatori si tirano indietro, i capitalisti si faranno avanti, e troveranno sempre nuovi modi di toglierti quel poco che ti è rimasto – per esempio introducendo TTIP. In pratica dici si potrebbe questo o quest’altro ma in realtà non si può o non si potrà senza riprenderci poteri e denari.

Esatto. Chi pensa di potersi ritirare senza affrontare il problema sta perdendo una battaglia che altri gli fanno senza che se ne accorge.

Alla faccia delle politiche degli anni 70 che cercavano di rendere la sanità un diritto universale…

Però per la grafica darei in mano i materiali a @FelynX er renderli esteticamente coerenti… non è il caso di improvvisare… :smile:

Lo sfondo arcobaleno intanto non si po’ più vedere… sa di ovvio, di non ci abbiamo pensato su. Anni fa un nostro grafico gay del Piratenpartei fece un volantino con un angiolotto paffuto. Andammo alla manifestazione gay e la gente ci strappava i volantini dalle mani per quanto erano ganzi.

Secondo me i diritti gay sono uno dei pochissimi temi politici che hanno prospettiva di successo perché non sono contrastati da poteri forti. Hanno solo a che fare con il bigottismo di una percentuale della popolazione – un avversario politico decisamente più facile da affrontare che la struttura di potere mondiale. L’unico pericolo che vedo in questo campo è se gli abusi del capitalismo continuano ad alimentare un cieco fondamentalismo. Si avrebbe una assurda situazione per la quale il sistema di potere schiavizza la popolazione e la popolazione se la prende con i diritti civili altrui perchè non ha più strumenti politici per intaccare i poteri.

Ma infatti l’ideale sarebbe uno stato con forme di democrazia molto avanzata (liquida), e con basso costo della vita. Redistribuire il potere è relativamente facile.

La maggior parte della gente di oggi sì, ma perché è stata educata e cresciuta con una certa mentalità. Una volta i vestiti strappati si rammendavano, anziché buttarli via subito. Ora si cambiano i cellulari ogni 12 mesi per lo sfizio d’averli “sempre nuovi”. Questa cosa è inconcepibile per la generazione dei nostri nonni.

E soprattutto, ecco che una lattina di Coca-Cola costa 50€. Molti smetterebbero di berla e l’azienda fallirebbe. Il che forse non sarebbe nemmeno un male, ma non s’era detto “la gente i prodotti li vuole”? Anche nell’altro topic chiedevi come sia tecnicamente possibile portare soldi all’estero: beh, lo zainetto pieno di banconote non è una buona idea, ma solo perché ti sgamano subito. Di metodi ce ne sono tanti: banconote di grosso taglio legate al corpo con lo spago, o nelle mutande. Quanto alla domanda “Quanti viaggi devi fare?” la risposta è “Dipende con quanta gente viaggi”. Non so se hai mai visto The Wolf of Wall Street (tratto dall’autobiografia di Jordan Belfort; lì si vede benissimo (per non parlare del fatto che di paradisi fiscali ne abbiamo anche in Europa, comodamente raggiungibili in macchina).

Smettere di consumare un prodotto non lo chiamerei “tirarsi indietro”. Anzi. Da quando in molti hanno smesso di comprare roba con l’olio di palma, diverse aziende hanno capito che puntare sul “senza olio di palma” poteva avere un ritorno anche economico. I consumatori possono influenzare il mercato, è la legge della domanda e dell’offerta.

Ritengoi che questa materia non sia di competenza dell’AP ma del gruppo RSB e quindi non vedo perché proporla in LQFB.

All’inizio l’avevo proposta solo in lista rsb, ma riflettendoci non si tratta di una pubblicazione come un’altra, si tratta di far capire al visitatore del sito la visione del mondo del PP. Meglio avere un consenso più ampio possibile (e magari anche l’aiuto di altri al di fuori di RSB).

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Sono contrario ai gruppi di potere interni al partito pirata. Non c’è alcuna ragione politica o pragmatica per la quale l’assemblea non possa dare una pacca alle spalle ad ogni testo che il PP pubblica. Il lavoro redazionale dovrebbe limitarsi a fare copia/incolla, correzioni stilistiche ecc, ma mai produrre contenuti politici propri. Questa fissa di imitare i vecchi modi di lavorare dei vecchi partiti (tavoli di lavoro) nonostante siamo il partito che non ne ha la necessità, mi irrita. E secondo me in tutti i movimenti di sinistra il tavolo di lavoro che sviluppa i testi politici è un potentissimo gruppo di potere di fatto e fautore di squlibrio democratico interno.

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Mancano 3 giorni alla chiusura della discussione su lqfb. Al momento Exekias propone questi punti

  1. Democrazia, trasparenza e informazione
  2. Green transition, economia sostenibile e beni comuni
  3. Libertà & diritti civili
  4. Sovranità tecnologica & diritti digitali

A me dispiace che non ci siano due parole chiave: Ridistribuzione (o uguaglianza, o condivisione, o giustizia sociale), e Internazionalismo (o solidarietà, diritti umani, fratellanza…)

Ora provo a impegnarmi sul pad. In caso apro una seconda iniziativa

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Ne possiamo mettere 60 di cose che ci piacciono, ma ogni cosa che si aggiunge il vino si allunga.

Aspè, ti ho invitato come co-autore. Puoi fare le modifiche direttamente da dentro LQFB

EDIT

Ora ci sono. Il tema della disuguaglianza l’ho inserito nel paragrafo della democrazia, ché in effetti senza l’uno difficilmente c’è l’altro e viceversa. Quanto all’internazionalismo, l’ho ripristinato come quinto punto.

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Ho fatto delle piccole modifiche più l’aggiunta di un nuovo paragrafo sotto internazionalismo:

Il Partito Pirata si batte per la pari dignità di ogni essere umano. Abbiamo orrore per le politiche migratorie europee, che impediscono ai cittadini di molti Paesi (afflitti da povertà o addirittura in guerra), di spostarsi legalmente e con mezzi sicuri. Riteniamo i partiti dietro queste politiche di respingimento complici della morte di decine di migliaia di queste persone.

Mi pare francamente un po’ troppo duro, almeno nella forma. Opterei per qualcosa di un po’ più articolato, tipo

Il Partito Pirata è un movimento politico nato già globale, ed attualmente è diffuso in decine di Paesi in tutto il mondo. I vari Partiti Pirata nazionali cercano il più possibile il coordinamento e la cooperazione con gli altri omologhi, nella convinzione che i principali problemi che l’umanità si trova oggi ad affrontare (disuguaglianze, cambiamento climatico etc.) possono essere affrontati e risolti soltanto con uno sforzo globale e coordinato. La suddetta collaborazione è un qualcosa che va oltre i tradizionali rapporti diplomatici tra Paesi; il Partito Pirata si batte per la dignità di ogni essere umano, e in quest’ottica trova inaccettabile la prassi di riversare fiumi di denaro nelle tasche di governi stranieri (compresi dittatori spietati e sanguinari) pur di ottenere qualche vantaggio (come stoppare sul nascere le migrazioni o garantire appalti a qualche colosso di Stato, magari a scapito di imprese locali). Queste politiche non fanno altro che aggravare il problema, anziché risolverlo.

Questo è un di più. Nel senso, è chiaro che è innaccettabile finanziare i dittatori (per bloccare le migrazioni o altro). Ma se l’UE non facesse accordi con dittatori ma mantensse comunque il blocco? Le persone continuerebbero a morire lo stesso. Cos’è inaccettabile? Solo che l’UE sia amica dei dittatori o anche che le persone muoiano?

Io non ho mai votato PD principalmente per questo… la Turco-Napolitano è diversa dalla Bossi-Fini solo nei modi, non nella domanda che si pone, che è sempre “Come impedisco alle persone di arrivare?”.

I Paesi UE semplicemente dovrebbero dare i visti turistici e di lavoro, a tutti, senza discriminazione tra i paesi. Invece ai cittadini di alcuni paesi si negano i visti di default (e quindi vengono via mare, e molti muoiono). Altra cosa i rifugiati: per loro ci si dovrebbe proprio attivare per farli venire e salvarli.

Insomma, noi vogliamo i fili spinati e che la gente venga in barcone, o distruggere i muri e che le persone arrivino in aereo al sicuro?