i6702: Responsabilizzazione dei Proponenti in LQFB

Vorrei discutere la proposta di @lynX i6702: Responsabilizzazione dei Proponenti in LQFB.

Proposta

La seguente parte del Art. 2 del Regolamento attuale:

Ogni iniziativa approvata tramite mediante la Piattaforma sarà vincolante per il Partito Pirata.

è da completare come segue:

Ogni iniziativa approvata tramite mediante la Piattaforma sarà vincolante per il Partito Pirata. Se non indicato diversamente nell’iniziativa, il proponente o i proponenti di tale iniziativa si prenderanno in carico la responsabilità politica dell’attuazione, con il supporto del Gruppo di Coordinamento ed il resto del partito.

Motivazione

Ci è stata molta polemica sulla mancata attuazione di decisioni assembleari. In realtà il problema sarebbe risolto dal 2015 con l’introduzione del Gruppo Coordinamento che da Statuto è obbligato a sorvegliare la realizzazione delle decisioni assembleari. Finora questo approccio non ha funzionato dato che fino al 2019 non ci è stato un Coordinamento effettivamente attivo. Comunque non guasta esplicitare la responsabilità della realizzazione delle decisioni assembleari ed assegnarla ai proponenti eccetto ove indicato diversamente. In questo modo il Partito Pirata riconferma il modello di operazione distribuito ove ognuno può essere il dirigente della propria campagna politica permettendo al Partito di operare meglio in modalità di sciame che con una dirigenza eletta o addirittura “di fatto” (cioè attraverso meccanismi di cooptazione oligarchica antidemocratica che ci costerebbero i rimborsi elettorali).


Per i moderatori: Zero OT,

A me l’idea non dispiace, ma vi vedo un rischio affine a quello sollevato da @Cal

Non tanto per l’incapacità dei Pirati che @Cal teme, ma perché pensando a quali possibili attacchi la modifica potrebbe permettere, mi sono immaginato i Pirati fare a gara per proporre per primi una certa soluzione in AP, in modo da prendere il controllo della sua implementazione ed intestarsene i meriti (qualora avesse successo) o affossarla qualora opposta alla loro linea politica.

@lynX cosa ne pensi?
Esiste un modo di evitare questo tipo di attacchi che la tua modifica permetterebbe?

Soggettivamente ho osservato che chi propone una cosa per primo può partire avvantaggiato, ma se il pubblico generale se ne accorge, per caso sa che l’altro proponente ne parla già da anni o è comunque più competente, alla fine il dibattito sarà lungo abbastanza da virare verso i proponenti più legittimi. Non è mica come una AO alla quale chi c’è ha un vantaggio enorme contro chi non c’è. Oppure saranno i dettagli dei testi di proposta a fare la differenza. In pratica “l’attacco” non esiste.

E se secondo @Cal è l’assemblea intera che deve responsabilizzarsi (ma tanto lo fa comunque), perché vorrebbe eliminare l’art.2 del Regolamento che indica proprio quello? [dovresti cancellare la frase, perché ha dato inizio ad una serie di OT relativi all’articolo 2 n risposta]

Hai degli esempi di mozione su agorà che provino questa percezione aneddotica?

No, non è un problema che si presenta seriamente nei partiti piccoli. Ho osservato questa cosa nel PP-DE.

In realtà il meccanismo è supergenerale e si applica a tutto e sempre: se una persona scrive una cosa apparentemente sensata in AP, raccoglie i primi consensi… poi arriva un’altra e debunka le teorie della prima… col tempo i consensi si spostano. Alcuni restano per inerzia — ci vorrebbe più disciplina nell’uso della DL per evitare quello — ma ci pensa il voto finale a raddrizzare come stanno le cose.

Scusa @lynX ma cercare di risolvere un problema che non si pone apre sempre a maggiori problemi.

In un partito piccolo la probabilità che le decisioni vengano prese per simpatia o peggio invece che sulla base di una attenta analisi della materia è molto maggiore.

Non solo, questo tipo di manipolazioni sono già avvenute in agorà: pensa ai GdL annunciati già con sette partecipanti… :wink:

Beh, ci sono state proposte assembleari vincenti che poi non hanno portato ad alcune conseguenze. Questo è un problema reale.

Quello che non è un problema è la critica che @Cal e tu state facendo alla mia proposta dato che in qualunque situazione di conversazione di gruppo il primo che parla può avere un primo vantaggio di percezione. E se si vuole suggerire altri proponenti basta fare il suggerimento “aggiungi XY come autore”.

Perché @cal insiste a dire che la responsabilità è politica.

Se l’assemblea non fa quello che vota si sta comportando da cialtrona nei confronti degli elettori, non semplicemente in violazione di un regolamento interno.

Ho spostato 12 messaggi in un nuovo argomento: Responsabilizzazione dei proponenti in LQFB

Per tornare al tema di questo thread, perché non stabilire un bilanciamento che riduca questi dubbi?

Per esempio si potrebbe stabilire che, a fronte di una mancata realizzazione della attività stabilita, chi la propone non potrà proporne di nuove per i successivi 6 mesi. Questo dovrebbe ridurre i timori di @Cal riguardo l’incapacità dei Pirati in Assemblea e i miei rispetto alla possibilità che qualcuno prenda il controllo di un’iniziativa per danneggiarla.

Rimarrebbero comunque casistiche problematiche:

  • i casi in cui il Pirata che guida l’iniziativa non è ancora in Assemblea (pensa ad esempio a @Tresa)
  • i casi in cui il Pirata che mette l’iniziativa in Agorà non è il più adatto a dirigerla (non perché incapace, ma magari perché sovraccaricato dal partito di altri incarici)

Questo argomento è stato provvisoriamente chiuso per verificare la presenza di OT

Questo argomento è stato aperto. È di nuovo possibile rispondere.

E allora ripiglio la risposta che è stata spostata…

Si, delle sanzioni per mancate realizzazioni ci vogliono. Nel caso concreto della pubblicazione immediata è stato il sistemista della macchina a non volere applicare un adeguato cron job che faccia funzionare il meccanismo. Cosa fare, devo farmi dare gli accessi root alla macchina affinché si realizzi la volontà assembleare?

E la proposta appunto indica che il proponente può specificare a chi spetta l’attuazione. Altrettanto possono chiederlo gli interlocutori con i loro emendamenti.