Allora.
- E allora il Giappone?!?!1!
Variante del più noto “E allora il PD?!?11!”, di solito usato in questioni interne. Il rischio di default è funzione delle seguenti variabili:
- Livello del debito rispetto al PIL
- Tasso di crescita del PIL
- Interessi sul debito
- Capacità fiscale non utilizzata
- Reputazione della politica fiscale del paese.
Tutti aspetti su cui i nipponici ci danno le paste. Idem per l’argomento “E allora la Francia?!?11!” quando si parla di sforamenti di vincoli europei; la Francia ha un rapporto debito/PIL molto più basso del nostro e un tasso di crescita più alto. End of the story.
- Il problema sono gli interessi sul debito!
Già. Ma chi pensate che li stabilisca, gli interessi, e soprattutto: come? E’ abbastanza semplice: se l’Italia provasse a vendere i suoi titoli di Stato con interessi uguali a quelli dei tedeschi, non li comprerebbe nessuno. Perché nessun individuo sano di mente comprerebbe titoli di Stato di un Paese cialtrone, se offre lo stesso rendimento di un Paese serio. Razzismo? Pregiudizio? No. Semplici valutazioni di documenti pubblici (quali DEF e finanziarie); nel corso del tempo un Paese può cambiare la propria reputazione, a seconda delle politiche che fa. Vedasi Portogallo e Grecia. Se gli speculatori fossero razzisti non comprerebbero mai i titoli di certi Paesi; invece li comprano e li vendono, a seconda di criteri un po’ più oggettivi.
- Ma l’avanzo primario c’è stato (quasi) sempre
Di per sé non vuol dire un cazzo. Soprattutto, non vuol dire che tu stia facendo una gestione saggia dei tuoi soldi: è come dire che un individuo, pur di continuare a reperire contanti per i suoi tornei di poker, vende i gioielli di famiglia o prostituisce i parenti. Magari i conti tornano e non s’indebita, ma ciò non toglie che sia un babbeo.
Ora, l’Italia per anni ha continuato a spendere miliardi in cose tipo
- le pensioni a chi aveva lavorato 14 anni-6-mesi-1 giorno,
- tenere artificialmente in vita aziende fallite tipo Alitalia per l’OnoreDellaPatria®
- condoni fiscali come se piovessero
- assunzioni a volte palesemente clientelari come i leggendari forestali siciliani
- eccetera eccetera eccetera
Il tutto finanziato con:
- Tagli continui all’istruzione e all’Università
- Aumento della pressione fiscale
- eccetera
Gli economisti veri chiamano tutto ciò “spesa pubblica disfunzionale alla crescita”, ma per semplicità continuerei a chiamarlo “spendere i soldi a cazzo di cane”.
(Che poi, a essere pignoli, “a cazzo di cane” non rende bene l’idea, perché presuppone solo cialtroneria; qui c’è proprio la malafede, dovuta al fatto che molte di quelle rendite parassitarie procurano VOTI; e in un Paese di familisti amorali, il politico che ottiene voti in cambio di favori nel breve periodo non è un’eccezione, ma la regola).
Dulcis in fundo, gli interessi sul debito sono diminuiti da quando siamo entrati nell’Euro. Molti hanno tentato di spiegarlo ai vari Bagnai, Borghi e Crusty il Clown, ma senza esito.
- Ma noi abbiamo un risparmio privato che gli altri se lo sognano!
Già. Ed è il motivo per cui -ad esempio- Moody’s, pur declassandoci, ha mantenuto l’outlook stabile, anziché negativo. Semplicmente, all’estero partono dal presupposto che quando la situazione si fa critica, ma veramente critica, il Governo italico di turno fa un bel prelievo sui conti correnti (o cose simili, tipo l’obbligo di acquistare BTP, variante moderna di quel Date l’oro alla Patria di fascistissima memoria). Cioè, siccome gli italiani non sanno gestire il denaro pubblico, attingono all’occorrenza al risparmio privato. Inutiel dire che i Paesi minimamente decenti queste cose non le fanno.
- Ripudiamo il debito (ingiusto)!
E perché solo quello ingiusto? Volete forse insinuare che ce ne sia uno giusto? Ripudiamolo in toto, già che ci siamo! Tanto che volete che succeda?
Beh, principalmente che nessuno sarà più disposto a comprare titoli di Stato nostri, per parecchio tempo. E no, di quei soldi lì non possiamo farne a meno, visto che portano circa 400 miliardi €/anno nelle casse italiche. Senza quei soldi non riusciremmo a pagare cose come le pensioni, lo stipendio dei medici e via dicendo (a meno, naturalmente, di non raddoppiare le tasse, con conseguenze facilmente intuibili).