Il fenomeno Wikipedia

Ho letto il libro “Wikipedia. L’enciclopedia libera” di Emanuele Mastrangelo e riporto alcuni aspetti importanti che ho appreso, aggiungendo anche alcune mie riflessioni. Quanto affermato (e qui c’è giusto una sintesi) è documentato accuratamente dall’autore.

Wikipedia è un progetto che si è rilevato sorprendente con gli anni, spesso viene criticata, snobbata - da molte persone che devono pronunciarsi sulla bontà delle fonti e la qualità del materiale - ma, al tempo stesso, viene utilizzata anche da professionisti (giornalisti, insegnati, politici), oltre che da studenti e utenti di qualsiasi tipo, anche se molto spesso viene usata senza confessarlo (salvo poi qualche errore o citazioni troppo identiche che tradiscono). Enciclopedie come Encarta e molte altre cartacee hanno ceduto il posto a Wikipedia, che si offre gratuitamente a tutta la comunità e copre tanti argomenti quanti mai nessuna enciclopedia è riuscita a coprire. L’enciclopedia Britannica (di cui era scaduto il copyright all’11° edizione) è stata di aiuto per dare un avvio iniziale in lingua inglese, così come sono stati utili dei bot che hanno velocizzato la creazione di bozze (in lingue anche molto inusuali) che sono state poi maturate dagli utenti. La qualità è disomogenea tra le lingue, comunque le voci che finiscono in vetrina, ricevendo una stella, non hanno nulla da invidiare (o sono migliori) rispetto a voci di enciclopedie tradizionali (punto di vista neutrale, linguaggio chiaro, trattazione completa, specificate tutte le fonti ed altri criteri). Negli ultimi anni è diminuita l’attività degli utenti sull’enciclopedia (che sono una bassissima percentuale degli utenti complessivi) e c’è chi ha posto il fatto come l’inizio della fine di Wikipedia, ma il fenomeno dura da troppi anni per credere che sparirà, e la motivazione più verosimile è che ormai si può lavorare soprattutto sul miglioramento delle voci, più che sull’inserimento di argomenti che mancano (ciò vale soprattutto per le lingue più parlate). Migliorare le voci ormai richiede spesso conoscenze specialistiche meno alla portata dell’utente medio.

Interessi suscitati da Wikipedia (oltre quello prettamente culturale)

L’influenza di Wikipedia è notevole e questo si accompagna al lato oscuro del wiki: multinazionali impegnate a curare la loro immagine sull’enciclopedia o minacciando cause; politici impegnati a screditare la pagina dei rivali o ad imbellire la propria; persone interessate per ragioni storiche a veicolare il loro punto di vista su varie guerre o rivolte o governi; ritmi veloci che non permettono la verifica delle fonti e talvolta giornalisti e politici si fidano di wikipedia amplificando alcuni errori; aziende che cercano di farsi pubblicità inserendo qualche link per loro vantaggioso; persone in via di essere famose che cercano di avere uno spazio su Wikipedia per facilitare l’ascesa; motori di ricerca come Google e Bing che usano Wikipedia per completare e fornire tante informazioni; ed altro ancora.

Si può ben comprendere che Wikipedia è tutt’altro che un progetto in via di rallentamento, ma anzi ha raggiunto una posizione che suscita molti interessi. Addirittura Umberto Eco che tanto l’ha criticata, in suoi scritti verso la fine ha usato espressioni come "secondo Wikipedia … " quasi implicitamente riconoscendo un’identità a questa voce collettiva, un po’ maltrattata, ma che magari si colloca a metà strada tra quella popolare e quella degli esperti.

Gli anticorpi di Wikipedia

Riguardo gli ambiti di influenza si potrebbe un po’ rabbrividire leggendo di voci manipolate e guerre tra punti di vista, tanto che i wikipediani in questi casi si ritrovano ad affrontare le cosiddette “edit war”, così come anche casi di errori. Però, occorre inquadrare Wikipedia in un’ottica darwiniana, in cui gli errori a lungo non sopravvivono e il punto di vista neutrale infine emerge. Questa selezione è possibile proprio per lo scalpore e lo scandalo che talvolta può suscitare un errore o una voce palesemente distorta. Inoltre, gli “errata corrige” delle enciclopedie tradizionali sono sempre stati molto più lenti dei tempi wiki (parola che significa appunto rapido/veloce in hawaiano e si pronuncia ‘viki’, anche se spesso inglesizzato con ‘uiki’). Wikipedia corregge i vandalismi in pochi secondi o gli errori in un mese al massimo. Il caso più persistente di un errore si tratta di una foto classificata male in fonti storiche ufficiali e ci vollero 3 anni affinché l’errore fosse scovato e corretto poi in 24 ore dalla presa di coscienza (tempi di reazione non possibili su altre enciclopedie). Emerge comunque il fatto che sul lungo periodo la verità sembra prevalere sull’errore, così come i punti di vista neutrali su quelli distorti.

Bisogna anche considerare che moltissime voci di Wikipedia non sono soggette a guerre ideologiche o desideri di manipolazione e procedono piuttosto bene e indisturbate. Inoltre, trovare un accordo su una pagina di enciclopedia che ha un fine abbastanza univoco, quello di riportare quanto le fonti primarie e secondarie (ufficiali) affermano, dando il giusto e contenuto spazio anche a voci fuori dal coro ma poco condivise. Se l’obiettivo fosse stabilire una condotta politica penso che il metodo wiki potrebbe trasformarsi in una eterna battaglia, invece di una risorsa.

Il metodo di gestione e funzionamento

Il modo in cui funziona Wikipedia è relativamente facile. Mettendo da parte tutti i dettagli informatici, fondamentalmente ci sono gli utenti che lasciano i loro liberi contributi, poi ci sono i moderatori che annullano al volo i vandalismi, aggiungono la necessità di citare la fonte su affermazioni non documentate, correggono eventuali errori tecnici (di collegamento o uso di sintassi), e sono presenti nella sezione discussioni quando tra utenti ci sono attriti su come o cosa dire in merito ad un argomento. Infine, abbiamo gli amministratori che hanno un potere importante, ma non intervengono sui contenuti, piuttosto abilitano moderatori o altri amministratori, li rimuovono, aggiungono voci, cancellano (anche dalla cronologia) materiale illegale ed altri interventi speciali, ma puramente amministrativi. Praticamente si cerca di far moderare i contenuti a persone che hanno meno potere di intervento e dare più potere a chi si occupa di compiti più neutrali.

Detto questo, la struttura non è certo immune da problemi, anzi sono venuti fuori più volte. Gruppi di moderatori che agivano supportandosi uno con l’altro per difendere una versione distorta di qualche guerra storica. Ma sono situazioni destinate a concludersi, quando un amministratore interviene e dopo che utenti hanno segnalato la scorrettezza presentandola e ribadendola con pazienza. Il corretto punto di vista neutrale sulla faccenda alla lunga emerge e quelli che sostengo il punto di vista viziato vengono poi rimossi. In una enciclopedia è relativamente semplice stabilirlo, si tratta “solo” di riportare quanto dicono le fonti primarie e secondarie, si possono esprimere più punti di vista, non c’è un momento di “scelta forte” come avviene in politica o in economia. Non sono mancati casi difficili, e nel libro se ne parla, ma sono casi, non è la norma.

Gli amministratori vengono votati dagli utenti, ma devono anche soddisfare dei requisiti di notevole contributo al progetto, una presenza non breve come utenti attivi e non avere brutti precedenti in discussioni dove si è persa la pazienza, non si sono rispettati alcuni principi etici di fondo, ecc. C’è anche da dire che alcuni amministratori talvolta hanno tirato fuori argomenti che riducevano l’importanza del voto, inoltre cosa succederebbe se gli amministratori diventano un gruppo coeso con interessi personali? Wikipedia è diventata grande, è stato necessario aumentare regole e burocrazia, ma nemmeno troppo secondo me (come invece alcuni sostengono), ma resta aperto l’interrogativo di che cosa potrà diventare l’amministrazione in futuro. Di certo non possiamo avere garanzie che qualcosa non vada storto o che scelte sbagliate non siano compiute… Finora, è andata molto bene.

I moderatori hanno come strumenti il blocco degli utenti, l’impossibilità per un periodo di editare una voce (bloccando una edit war) e così da discutere finché non si chiarisce il problema (discussioni non sempre umane e imparziali, ma talvolta accese o in cui bisogna subire il potere di fatto di qualcuno…), blocco di un gruppo di indirizzi IP (temporaneamente) e cose simili.

Conservare la libertà in Wikipedia

L’autore fa una serie di parallelismi tra 1984 di Orwell e alcuni problemi che si sono verificati (seppur circoscritti e alla lunga risolti) o che potrebbero degenerare dentro Wikipedia. Al tempo stesso, l’autore è un sostenitore dell’enciclopedia: invita come esercizio professori e studenti a portare tante voci in vetrina (compito non facile e di valore per tutti); invita gli intellettuali a partecipare anziché astenersi dal progetto, senza lasciare che aumentino i rischi di deriva (in primo luogo la deriva del punto di vista neutrale in altri punti di vista faziosi); scrive anche un manifesto finale (in sintesi: meno burocrazia e tenere i pilastri al centro; limitare il mandato degli admin; aumentare gli utenti attivi facilitando le operazioni e non introducendo nuovi tecnicismi; le poche situazioni in cui si vota andrebbero affidate a utenti scelti a caso fra i più attivi; far partecipare il “mondo esterno” ed usare l’enciclopedia con la cognizione di come funziona, di cosa può offrire, con un approccio attento alla neutralità ed all’uso delle fonti).

I pilastri di Wikipedia

Li ho nominati nel paragrafo precedente, in realtà, erano impliciti in altre questioni ancora precedenti, ma ora li riporto chiaramente. Ci sono 5 pilastri che fanno da guida alla buona scrittura di Wikipedia: 1) Wikipedia è un’enciclopedia che intende divulgare le fonti ufficiali; 2) si deve fornire un punto di vista neutrale; 3) tutti possono contribuire e i contenuti sono con licenza libera; 4) bisogna rispettare un codice di condotta (non lo riporto, ma è intuibile); 5) “sii audace” (non ci sono regole fisse, ma prevale il buon senso, gli errori sono comprensibili e talvolta per andare avanti capita di commetterli, ma la cronologia consente di venir fuori da qualsiasi eventuale “pasticcio”, meglio provare a contribuire che astenersi).

Conclusione sull’enciclopedia

Ora guardo all’enciclopedia libera con maggior rispetto e consapevolezza, sento che le voci “meno calde” sono facilmente attendibili, mentre conservo un po’ di timore su quelle storiche o politiche. Provo molta fiducia verso le voci in vetrina e sono fondamentalmente sorpreso dal risultato conseguito tramite il meccanismo wiki (senza la prova empirica non lo avrei mai creduto, confesso). Ho anche qualche timore per il futuro di Wikipedia, ma limitato, perché l’obiettivo di scrivere un’enciclopedia, cioè riportare nella giusta proporzione i punti di vista ufficiali è un obiettivo relativamente semplice, credo sia proprio questo che abbia fatto funzionare il wiki, insieme ad una moderazione non troppo sofisticata.

Conclusione sul wiki

Per molti altri fenomeni credo sarebbe un caos il wiki, per esempio, una proposta di legge tra persone che la vedono diversamente mi aspetto diventi una eterna “edit war”. Questo significa che è necessario selezionare i contributi - in primo luogo quelli ben intenzionati, da altri puramente “vandalici” - ma anche portando avanti più forme di un contenuto secondo le diverse impostazioni degli eventuali autori (così da evitare l’edit war, attraverso il pluralismo).

Il wiki resta pur sempre una forza notevole per ricevere indicazioni, suggerimenti, informazioni da parte potenzialmente di tutta la collettività, questo è un grande pregio del wiki. Probabilmente un ingrediente (che da solo non basta) per far emergere la dibattuta intelligenza collettiva.

Un’ulteriore nota di incoraggiamento e conforto, nonché di analisi sul fenomeno, è che basta una piccolissima percentuale della popolazione che si impegna su un tema per ottenere risultati strabilianti. La democrazia liquida deve rendersi conto che la partecipazione va ricercata in quei pochi davvero predisposti a fornirla e non da tutti, nemmeno dalla maggior parte, ma da pochissimi: è più che sufficiente. Questa lezione è del resto già consolidata nel meccanismo della delega, però ci tengo ad evidenziarlo, moltissimi saranno quelli che vorranno delegare e andrà benissimo (pochi nella società, sono comunque meglio di politici ancora più ristretti in numero ed in una posizione manipolabile e facilmente compromessa).

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Grazie @Silvan del tuo contributo.

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Wikipedia funziona solo per le informazioni alle quali nessun potere forte ha un interesse. Dal momento che gli interessi si applicano si crea un effetto “dittatura degli attivi” che opera nel subdolo del tralasciare informazioni scomode ed esaltare quelle comode. Di rado anche esaltando informazioni fabbricate. Senza democrazia liquida, WP resta uno strumento di lavoro dei manipolatori dell’informazione pubblica.

Piuttosto è affascinante quanto WP abbia funzionato nonostante le premesse social-organizzative assolutamente insufficienti, ma come sempre le cose sono genuine finché sono nuove. Se voglio un articolo WP meno sconvolto, in genere vado indietro al 2007 o 2003, o faccio un confronto col passato.

Credo che oltre alla “dittatura degli attivi” ci sia anche quella degli “organi ufficiali”. Confrontare:

oppure quando scrivi “scie chimiche” arrivi a “Teoria del complotto delle scie chimiche”

Beh si, la dittatura degli attivi avvantaggia sempre le organizzazioni che possono permettersi di avere gli attivi pagati… lobbisti, spin doctors ecc.

[Rimosso fraintendimento]

Le scie chimiche sono il classico esempio di teorie animate dall’assenza di fiducia nel principio della scienza. Buttarli nello stesso spazio intellettuale con i dubbi scientifici alla teoria ufficiale di 9/11, cioè dubbi esattamente opposti – scientifici appunto, è un atto appositamente strategico per ridicolizzare coloro che dubitano della rendizione ufficiale riguardo agli eventi di quel giorno.

Non ci vedo nulla di tutto ciò, non ci ho nemmeno pensato, mi sono limitato a sottolineare come due “wikipedia” una inglese e l’altra italiana, diano per questioni di diverso “controllo” versioni molto different dello stesso episodioi. Se poi qualcuno avesse letto wikipedia inglese su questo caso fin dall’inizio si sarebbe accorto quante informazioni sono scomparse nel tempo.

Quanto alle scie chimiche non c’è alcun motivo per cui debba associar loro nel titolo la parola complotto.

Volevo solo sottolineare con esempi quanto avevi affermato sopra.

assolutamente falso, in wp non esiste questo problema, perchè puoi essere attivo quanto vuoi ma se non rispetti il punto di vista neutrale non puoi editare.

[credo che la presentate cosí] per propagandare l’uso di lqfb. [non sono d’accordo con voi] i problemi di wp sono tutt’altri, ma [pare non riuscite a vederli e ritengo che] lqfb non c’entra niente di niente, [credo che il vostro interesse a propagandare lqfb non vi dia una visione chiara di wp]

del tutto falso, c’è il punto di vista neutrale. i problemi sono altri, ma [pare non riuscite a vederli]. i manipolatori hanno vita breve su wp, e non c’entra nulla lqfb ovviamente.

Questo è accaduto e nel libro sono riportati chiari esempi, però sono anche esempi che con il tempo hanno recuperato il punto di vista neutrale. L’autore sostiene che alla lunga Wikipedia riesca a far emergere la verità ed il punto di vista neutrale rispetto agli errori ed alle manipolazioni. Sicuramente è un tema aperto, c’è chi teme una deriva per Wikipedia e chi ha fiducia. L’autore sta a metà strada, crede che si debba contribuire e non snobbare il progetto e propone un manifesto con poche semplici regole per prevenire gruppi di potere che autoselezionano le persone comode a loro.

Se con questo intendi l’applicazione di LQFB a Wikipedia… semplicemente sono molto scettico. Sarebbe un meccanismo di voto complesso e pesante per una enciclopedia che sulla velocità (wiki) ha ricevuto forza e contributi.

Ribadisco, come detto nel primo post, che non c’è la difficoltà di pervenire ad una scelta comune tra tante quando si fa un’enciclopedia, ma occorre raccontare in proporzioni giuste le varie teorie su un argomento (non si deve scegliere quale teoria raccontare) o riportare i fatti in base alla letteratura ufficiale di riferimento. Si può criticare che Wikipedia sia l’eco della voce ufficiale, ma questo è un altro problema ancora. Fatto sta che gli argomenti meno “scottanti” non hanno tanti modi di essere raccontati (stile a parte). La quasi univocità del risultato facilita la soluzione delle controverie, probabilmente è questo che ha permesso tramite discussioni e voti occasionali, di andare avanti tutto sommato bene.

Evidentemente deve esserci una ragione che non è solo una fortunata combinazione io penso… Me la sono data guardando l’obbiettivo: un’enciclopedia generalista non è un obiettivo così complesso e soggetto a tante scelte.

Impossibile che regole semplici possano risolvere il problema. Wikipedia ha bisogno di una strutturazione democratica. Sono riusciti ad andare lontano lo stesso, ma ormai ci stanno di mezzo troppi interessi politici per continuare a fondare il funzionamento sulla fiducia negli amministratori.

Non dico per i contributi quotidiani, ma per le questioni combattute e per le strutture democratiche.

Invece secondo me ne è una conseguenza, se non hai strumento per stabilire una maggioranza democratica qualificata sei costretto a definire meccanicamente una qualche forma di oggettività – il cd. “punto di vista neutrale”, e perciò diventi una entità che riflette il consenso mediatico. Cosa succederebbe, se certe voci fossero messe al voto? Si potrebbero formare consensi che rifiutano la versione della realtà che ci presentano i media, e ne espongono meglio le criticità.

L’approccio del necessitare le fonti ha creato una piattaforma di qualità superiore al web circostante, ma le fonti stesse sono problematiche, e le votazioni a colpi di maggioranza nella pagina Talk non sono democraticamente sicure. Un attaccante può facilmente imporre la sua visione se mobilita una dozzina di account. Alla fine, anche il “punto di vista neutrale” è oggetto a interpretazione politica, ed i manipolatori sanno come influenzare tale interpretazione.

E non scordiamoci il recente attacco organizzato contro la neutralità di Wikipedia per dare a Google e Microsoft il potere di definire ciò che è la realtà.

Probabilmente sì, Wikipedia è ora che entri in una seconda fase organizzativa. Riferivo il pensiero dell’autore, non ne ho uno mio definito. Un segnale di un cambiamento è che gli attivisti stanno diminuendo perché “il grosso è fatto” e ora serve migliorare la qualità di tante voci, solo che gli utenti medi spesso non hanno la capacità di migliorare ulteriormente l’articolo ed è calata l’attività complessiva. Fenomeno che va interpretato in modo assai diverso rispetto alla “fine del progetto”.

La voce ufficiale e la divulgazione dei media sono due cose diverse e spesso la seconda è fuorviante, ipersemplificatrice, se non addirittura errata. E’ pur vero che ricerche mediche o esperimenti fisici possono essere fortemente viziati dai finanziamenti di chi spinge per ottenere una certa “verità di comodo” e giustificare qualche impresa o altra scelta che i governi dovrebbero compiere. Quindi anche la voce ufficiale è ovviamente problematica.

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Per uscire dalla bolla italiana, in Germania ci è stato un fortissimo momento di disaffezione quando WP-DE ha iniziato ad eliminare tonnellate di articoli che non considerava di importanza enciclopedica. Il problema non era il fatto che molti articoli veramente non lo erano, ma la mancanza di credibilità democratica del processo di selezione.

Presumo che WP-EN soffra di più di disaffezione per abusi sociali, dovuti ai forti interessi di strumentalizzare le pagine anglosassoni che necessitano di utilizzare metodi asociali per completare la manipolazione, ma non lo so di preciso. Suppongo che non solo le maggiori agenzie di social marketing, ma anche i servizi segreti mantengano task force dedicati alla manipolazione di WP, specialmente l’influente WP-EN.

Mi dispiace comunque molto per quella ragazza che ora ad età adulta si ritrova l’imbarazzo di dovere nascondere il tatuaggio del logo di Wikipedia.

Giusto, WP riflette il consenso mediatico post manipolazione, non ha un metodo che assicuri un approccio scientifico. Probabilmente una criticità più grossa di quella che avevo esternato io. Grazie, mi era sfuggita.

no, per niente, parlate di una cosa che non conoscete, infatti dite cose che non c’entrano nulla con la realtà di wikipedia. il metodo scientifico è la scelta delle fonti. quello che scrivi su wikipedia deve avere fonti certe e affidabili, questo garantisce la qualità degli articoli.

in realtà questo sistema, apparentemente perfetto, fallisce in modo pauroso, per dei motivi che non vi sto a dire, perchè sono verità scomode, e sappiamo come voi prendete le verità scomode.

ovviamente applicare lqfb a wikipedia sarebbe un disastro, perchè farebbe fallire anche quel poco che funziona su wikipedia, cioè il punto di vista neutrale e le fonti.

purtroppo wikipedia, almeno nella versione italiana, ma credo anche all’estero, ha dei bug micidiali, ma nessuno ha interesse a parlarne, nonostante milioni di italiani consultino tutti i giorni wikipedia, e così le cose non cambiano.

è vero esistono, ma sono fallimentari, al massimo servono ai furbetti del quartierino. di fatto manipolare una voce importante dall’esterno è praticamente impossibile, almeno nelle lingue maggiori. come ho già detto i bug sono altri, ma non interessano a nessuno.