Secondo me fa tutt’altro che schifo, ma il problema è che in Italia questa cosa funzionerebbe assai poco. Parlavano due giorni fa in un Tg della Rai di un imprenditore che in Calabria ha denunciato e fatto arrestare decine di ndranghetisti. Risultato: è vivo e vegeto, ma non vince più un appalto, neanche se si offre gratis. E la gente del paesino finge di non conoscerlo. Finché ci sarà questo grado di omertà e connivenza buonanotte. Lo so che sembra retorico, ma bisognerebbe lavorare sul piano culturale, nel senso di instillare la cultura della legalità, specie tra le giovani generazioni.
- certo, tenevo a sottolineare la natura diversa dei due approcci
- letto, mi sembrano critiche ragionevoli
- d’accordo, questa manca ancora in Italia
- ottima iniziativa, anche questa dovrebbe essere obbligatoria per legge alla presentazione delle candidature
OpenMunicipio: bene, questo è uno strumento utile per verificare l’operato delle PA
Certo questa è una battaglia anche culturale, ma sul piano politico si può iniziare a fare molto. Io sono d’accordo con Storno, trasparenza e conoscenza sono un’arma micidiale contro la corruzione, dobbiamo capire come si implementa in modo efficare ed elaborarla in una proposta politica
mi era sfuggito questo passaggio, credo che sia centrale: organizzare un sistema incorruttibile by design. E’ possibile?
Credo che l’istituzione di una Autorità anti corruzione sia stato un bel passo. Anni fa avevo preso in biblioteca il libro “Statistics by examples”. Uno degli esempi si riferiva agli USA dove avevano implementato un metodo statistico per scoprire quali appalti fossero stati truccati (avevano guardato i prezzi medi di alcuni appalti certamente non truccati, li hanno paragonati … poi hanno preso uno di questi appaltatori, con la promessa … lo hanno fatto parlare …) Quindi se c’è la volontà …
Non è quello che intendo perché introduci in questo modo nuovi livelli di controllori e non risolvi il problema del “chi controlla il controllore”? Semplicemente sposti il problema ad un livello più alto che è sempre corruttibile. I sistemi non corruttibili by design non devono poter essere corrotti.
Aggiungo che un altro tema legato alla corruzione è la “fuga di cervelli” assieme al baronato universitario. Va da sé che come la fratellanza islamica nel libro di houellebecq se dovessimo optare per un ministero sceglieremmo quello dell’istruzione
Lo scopo di una Autorità anticorruzione non è quello di avere una magistratura parallela o di supportare la magistratura ma quello di costruire strumenti da utilizzare per impedire e scoprire la corruzione, fornire informazioni sull’argomento, fornire supporto a chi è in prima linea…
Ah ah: beccato! Confessa: ti è piaciuto, eh? Penpensante che non sei altro!!!
INteressante l’intervento di Cantone sulle strade per la lotta alla corruzione. Piani anticorruzione da parte delle PA, trasparenza, FOIA (un po’ ottmisticamente), Open Data. Tutte tematiche core per il PP-IT sulle quali c’è già un consenso nel paese. Ci vuole una implementazione coraggiosa, una visione che ci porti a proporre sistemi incorruttibili by design nelle PA. Una sfida che dovremmo raccogliere.
Perdona la mia durezza di comprendonio, ma che intendi concretamente con “implementazione”? Un software? Una proposta di legge/regolamento? Altro?
Faccio presente che i Verdi europei hanno lanciato EUleaks, “una piattaforma protetta che permetterà a chiunque, nel pieno anonimato,di inviare documentazione e informazioni su atti e comportamenti illeciti”. (sarebbe stato più “naturale” se l’avesse fatta il PP-EU, ma è pur vero che la Reda sta coi Verdi). Ad ogni modo pensavo: tempo fa era nata l’idea di una distro pirata o sbaglio? Farne una pre-settata per la privacy e con TOR come browser predefinito? (in soldoni EUleaks dice alla gente “usate TOR”, ma a occhio dubito sia una cosa alla portata di chiunque.)
O magari creare una piattaforma analoga per l’Italia. Come nome io propongo Italeaks, o, in alternativa -per essere sicuri che piaccia a Solibo- The Blow job (“il mestiere di spifferare”).
Una combinazione di regolamenti nuovi, leggi e software che ribaltino completamente le logiche corruttibili che attualmente dominano il mondo delle PA
Ma soprattutto a priori, non a posteriori. Oggi l’Autorità anticorruzione ha affermato che la corruzione nella sanità vale 3 miliardi. Non dovrebbe essere difficile fare una lista pubblica dei costi regione per regione.
Però, ricapitolando un attimo:
Sul piano delle leggi e dei regolamenti:
- Il FOIA c’è. Non è perfetto, mancano le sanzioni, ma comunque il principio giuridico che chiunque può avere accesso gratuito agli atti della PA è stato stabilito.
- Il Governo ha anche fatto un nuovo codice degli appalti, anche se non sono in grado di dargli un giudizio
- Secondo Riparteilfuturo e Transparency International-Italia c’è bisogno di una legge specifica sul Whistleblowing anche in Italia, perché quella che c’è ora non è sufficiente, per i motivi spiegati qui (e qui c’è la loro proposta di legge).
Infatti non lo è. A inizio 2016 è stato fatto ciò che da anni si chiedeva, cioè i famosi “acquisti centralizzati” nella sanità (qui c’è un articolo del Sole24h, qui la relazione del MEF). I soggetti appaltanti sono scesi a 33, da oltre 35000 che erano.
Software e applicativi vari
Sempre Transparency International ha messo su la piattaforma ALAC, proprio per segnalare illeciti in forma anonima. Qui c’è un Report del primo anno (ottobre 2014-ottobre 2015).
Tutto ciò per dire che le leggi e i mezzi, anche se imperfetti, ci sono, e questo Governo qualcosina ha fatto. Però i corrotti (e i corruttori) andrebbero anche puniti, oltre che segnalati; ragion per cui la proposta di Gratteri sul Test d’Integritá continua a sembrarmi l’unica vera arma risolutiva (che ovviamente nulla toglie alle altre: ipoteticamente, la magistratura potrebbe mandare un agente provocatore laddove riceve una segnalazione da un whstleblower. Così si vede subito se il sospetto è corrotto o meno. Senza la lunga trafila burocratica prevista dal codice penale).
Sono in gran parte strumenti utili ad un intervento a posteriori, cioè dopo che la corruzione si è verificata (lasciando a parte i test di integrità sui quali secondo me occorre fare altre considerazioni). Il FOIA è uno srumento utile di controllo dell’operato delle PA, ma ancora una volta non c’è un meccansimo che “a priori” impedisca la corruzione, quello che sarebbe veramente interessante è determinare procedure e strumenti che implementino la trasparenza by design cioè che impediscano sul nascere la corruzione. Sto ragionando su questi punti e a breve vi tedierò con l’ennesimo mio documento in merito. I punti sono:
- disintermediazione e trasparenza
- spezzare il legame territoriale che si presenta tra il livello politico (indirizzo e scelta) da quello attuativo (chi fa cosa). Se ci pensate tutta la corruzione passa da qui e spezzare questo connubio sarebbe una rivoluzione copernicana per la società italiana.
Molto di quello che ha elencato Exekias è “a priori”, riguarda cioè la trasparenza. Anche perché l’ “a posteriori” dovrebbe riguardare la magistratura più che la politica, ma mi sembra che la magistratura su questo punto latiti abbastanza.
non ci intendiamo sui termini. In questi modi la trasparenza non può impedire la corruzione (al massimo funziona da deterrente) ma ogni controllo non può che essere fatto a posteriori
Probabilmente arrivati a questo punto della discussione il titolo del thread è fuorviante e non si parla più di trasparenza. Credo che quello che propone Briganzia non credo sia “trasparenza by design”, bensì “meccanismi anticorruzione”.
@briganzia Forse ho capito cosa intendi. E’ quello di cui parlavi in quest’altro topic?.
Immaginate ora che a qualcuno venga in mente di effettuare la nomina del direttore dell’ASL (o della RAI per fare un altro esempio) mediante un software che valuti decine di migliaia di curricula arrivati da ogni parte della UE. Il software è regolato da un algoritmo che è pubblico e pertanto ognuno può verificarne la validità e la regolarità del funzionamento, non c’è elemento umano nella decisione. L’algoritmo lavorerà sui curricula, incrocerà dati, verificherà e peserà i requisiti fino a notificare e sottoscrivere l’accordo con il vincitore. E ora immaginate di nuovo il politico al telefono adesso che il suo potere è stato ridotto a zero. L’algoritmo è stato istruito sulla base di vincoli e condizioni decise dai cittadini ai quali spetta quindi la scelta politica, l’indirizzo strategico. All’algoritmo è delegato il compito dell’attuazione.
In poche parole: vorresti un sistema per cui ad assegnare l’appalto per la costruzione di una scuola non sia un funzionario del comune -per sua natura corruttibile- ma un algoritmo, che valuta un insieme di fattori.
quello è luogo prettamente teorico, non mi spingerei così oltre. L’intervento dell’uomo oggi è ineludibile, perciò ci servirebbero procedure e tecnologie per implementare sistemi incorruttibili by design che si affiancherebbero a quelli repressivi oggi esistenti.