Ma soprattutto a priori, non a posteriori. Oggi l’Autorità anticorruzione ha affermato che la corruzione nella sanità vale 3 miliardi. Non dovrebbe essere difficile fare una lista pubblica dei costi regione per regione.
Però, ricapitolando un attimo:
Sul piano delle leggi e dei regolamenti:
- Il FOIA c’è. Non è perfetto, mancano le sanzioni, ma comunque il principio giuridico che chiunque può avere accesso gratuito agli atti della PA è stato stabilito.
- Il Governo ha anche fatto un nuovo codice degli appalti, anche se non sono in grado di dargli un giudizio
- Secondo Riparteilfuturo e Transparency International-Italia c’è bisogno di una legge specifica sul Whistleblowing anche in Italia, perché quella che c’è ora non è sufficiente, per i motivi spiegati qui (e qui c’è la loro proposta di legge).
Infatti non lo è. A inizio 2016 è stato fatto ciò che da anni si chiedeva, cioè i famosi “acquisti centralizzati” nella sanità (qui c’è un articolo del Sole24h, qui la relazione del MEF). I soggetti appaltanti sono scesi a 33, da oltre 35000 che erano.
Software e applicativi vari
Sempre Transparency International ha messo su la piattaforma ALAC, proprio per segnalare illeciti in forma anonima. Qui c’è un Report del primo anno (ottobre 2014-ottobre 2015).
Tutto ciò per dire che le leggi e i mezzi, anche se imperfetti, ci sono, e questo Governo qualcosina ha fatto. Però i corrotti (e i corruttori) andrebbero anche puniti, oltre che segnalati; ragion per cui la proposta di Gratteri sul Test d’Integritá continua a sembrarmi l’unica vera arma risolutiva (che ovviamente nulla toglie alle altre: ipoteticamente, la magistratura potrebbe mandare un agente provocatore laddove riceve una segnalazione da un whstleblower. Così si vede subito se il sospetto è corrotto o meno. Senza la lunga trafila burocratica prevista dal codice penale).
Sono in gran parte strumenti utili ad un intervento a posteriori, cioè dopo che la corruzione si è verificata (lasciando a parte i test di integrità sui quali secondo me occorre fare altre considerazioni). Il FOIA è uno srumento utile di controllo dell’operato delle PA, ma ancora una volta non c’è un meccansimo che “a priori” impedisca la corruzione, quello che sarebbe veramente interessante è determinare procedure e strumenti che implementino la trasparenza by design cioè che impediscano sul nascere la corruzione. Sto ragionando su questi punti e a breve vi tedierò con l’ennesimo mio documento in merito. I punti sono:
- disintermediazione e trasparenza
- spezzare il legame territoriale che si presenta tra il livello politico (indirizzo e scelta) da quello attuativo (chi fa cosa). Se ci pensate tutta la corruzione passa da qui e spezzare questo connubio sarebbe una rivoluzione copernicana per la società italiana.
Molto di quello che ha elencato Exekias è “a priori”, riguarda cioè la trasparenza. Anche perché l’ “a posteriori” dovrebbe riguardare la magistratura più che la politica, ma mi sembra che la magistratura su questo punto latiti abbastanza.
non ci intendiamo sui termini. In questi modi la trasparenza non può impedire la corruzione (al massimo funziona da deterrente) ma ogni controllo non può che essere fatto a posteriori
Probabilmente arrivati a questo punto della discussione il titolo del thread è fuorviante e non si parla più di trasparenza. Credo che quello che propone Briganzia non credo sia “trasparenza by design”, bensì “meccanismi anticorruzione”.
@briganzia Forse ho capito cosa intendi. E’ quello di cui parlavi in quest’altro topic?.
Immaginate ora che a qualcuno venga in mente di effettuare la nomina del direttore dell’ASL (o della RAI per fare un altro esempio) mediante un software che valuti decine di migliaia di curricula arrivati da ogni parte della UE. Il software è regolato da un algoritmo che è pubblico e pertanto ognuno può verificarne la validità e la regolarità del funzionamento, non c’è elemento umano nella decisione. L’algoritmo lavorerà sui curricula, incrocerà dati, verificherà e peserà i requisiti fino a notificare e sottoscrivere l’accordo con il vincitore. E ora immaginate di nuovo il politico al telefono adesso che il suo potere è stato ridotto a zero. L’algoritmo è stato istruito sulla base di vincoli e condizioni decise dai cittadini ai quali spetta quindi la scelta politica, l’indirizzo strategico. All’algoritmo è delegato il compito dell’attuazione.
In poche parole: vorresti un sistema per cui ad assegnare l’appalto per la costruzione di una scuola non sia un funzionario del comune -per sua natura corruttibile- ma un algoritmo, che valuta un insieme di fattori.
quello è luogo prettamente teorico, non mi spingerei così oltre. L’intervento dell’uomo oggi è ineludibile, perciò ci servirebbero procedure e tecnologie per implementare sistemi incorruttibili by design che si affiancherebbero a quelli repressivi oggi esistenti.