In amore ed in guerra tutto è lecito. E in campagna elettorale?

Da uno spunto di AltraVita: Il risultato del Brexit ha innescato fra i fedeli del remain e non solo il dibattito (anche qui) sulla opportunità del suffragio universale. Non è partito invece quello sulla liceità dell’utilizzo di “bufale” in campagna elettorale. E’ un dibattito che a mio avviso il PP, difensore della libertà di parola, ma anche guardiano dei pericoli della rete dovrebbe affrontare.

P.S. Il risultato di questo dibattito sarà (se non lo fa nessuno lo farò io) un articolo da pubblicare come PP (se concordato, altrimenti lo pubblico a mio nome)

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Possiamo stare a dibattere quanto ci pare, ma siamo di fronte a problemi a cui non si può porre rimedio con soluzioni semplici e in 6 mesi. Esiste il reato di falso, di calunnia, di diffamazione (se detti contro persone singole). Ma le “bufale” hanno tante sfumature; non a caso i siti di fact-checking (tra cui anche il principale italiano, Pagella Politica) hanno ideato varie categorie di “bufale”: si va dal “c’eri quasi” alla “panzana pazzesca”. Ma soprattutto: per farsi eleggere non importa se ciò che dici è vero, importa se la gente crede che lo sia. E la gente, da quando esiste il mondo, tende a credere a quelle storie che più lo rassicurano, indipendentemente da quanto siano inverosimili. Pensate alle religioni, ad esempio. Non si può impedire ope legis che la gente si comporti in modo irrazionale, né quando vota né quando fa altro. L’unica cosa che si può fare, dal punto di vista del legislatore, è affrontare in maniera finalmente SERIA il tema dell’istruzione, perché finora il nozionismo l’ha fatta da padrone. A scuola si deve imparare a pensare con la propria testa, e non esistono saperi “utili” da contrapporre ad altri presunti “inutili”; anzi, quelli “inutili” (che poi sarebbero la storia, la filosofia, la letteratura, insomma tutto ciò con cui “nun se magna”) servono proprio a far crescere le persone. La cosa che mi sentirei di rinfacciare a chi ci governa (oggi) e ci ha governato (negli ultimi 20 anni) è di aver prima sdoganato l’anti-intellettualismo (in tv prima e in politica poi), contribuendo a trasformare milioni di persone in piccoli Homer Simpson, e oggi di pensare di risolvere il problema togliendo loro anche il diritto di voto. La soluzione a breve termine non esiste. E’ tipico della demagogia pensare che esistano. Si può solo provare a “lavorare” sulle nuove generazioni cercando di far sviluppare lo spirito critico, la curiosità e l’amore per la conoscenza.

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Il quesito è un po’ differente: si ritiene lecito sparare bufale in campagna elettorale, Brexit docet, oppure l’elettore deve essere protetto dalle bufale? In campaagna elettorale ci sono delle regole speciali che riguardano la comunicazione: limite nelle spese, par condicio, allo scopo di tutelare l’elettore. Si ritiene cioè che non sia lecita una comunicazione sbilanciata per questioni economiche. ulla viene detto però sui contenuti: una limitazione, dei contenuti, penalizzando le bufale, è tutela dell’elettore o censura?

P.S. vero che esistono alcuni reati sull’argomento, ma, come hai detto, riguardano affermazioni sulle persone e, per di più, la campagna elettorale è sostenuta per lo più da parlamentari che godono dell’immunità.

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