Preambolo al Regolamento
Da sempre, quando un gruppo di persone sviluppa delle attività comuni, si creano delle strutture di potere di persone che ne sono di fatto a capo e di persone che seguono. Tutti i partiti politici, per avere la necessaria struttura disciplinata per ottenere un risultato elettorale significativo, stanno agli ordini di un gruppo dirigente. Cambia solo il numero dei dirigenti, i metodi di elezione di tali dirigenti e il modo come i dirigenti ascoltano i militanti di base. I dirigenti detengono il potere decisionale e strategico della messa in pratica delle campagne politiche, adempiono alla responsablità legale e spesso anche alla messa in pratica di misure disciplinari. I militanti possono, a seconda del partito, sviluppare collettivamente le linee generali della politica, ma per la messa in pratica dipendono da dirigenti ed eletti. Per una campagna elettorale di successo, il verbo viene calato dall’alto ai militanti disciplinati.
Il Partito Pirata vuole essere diverso. Ha scelto di non eleggere dei leader politici, bensì di usare tecnologie di partecipazione telematica per ottenere decisioni operative, non solo politiche. Per ottenere la necessaria disciplina a vincere le elezioni, i Pirati sostituiscono il dirigentismo verticistico con una struttura di potere distribuita, partecipata, ma comunque, dal momento della deliberazione della decisione, vigorosamente rispettata a tutti i livelli e in tutte le sezioni del movimento. Per ottenere ciò sono necessari ben più regolamenti che in un partito tradizionale, dove ci sta sempre un capo in grado di risolvere ogni dubbio e ogni diatriba con l’autorità attribuita. Ecco perchè è inevitabile, affinchè il Partito Pirata possa crescere e vincere elezioni, che abbia una folta e dettagliata struttura regolamentativa, che non lasci dubbi sul modo di procedere dell’insieme - perchè in un partito antiautoritario, dove non c’è regolamento, ci può solo essere ingiustizia. Può sembrare burocrazia, ma in realtà è la formula della libertà.