La legge contro il cyberbullismo

Ecco l’ennesima cazzata di qualche incompetente:

propongo: la creazione di un dizionario di allegorie, dove, utilizzando figure di animali, vegetali, armi, fenomeni naturali si possa descrivere la realtà senza incorrere in querele.

Ho letto, personalmente credo che qualche limite vada messo ed avevo in passato tentato di sollevare il problema. Se vuoi è simile alla moderazione del forum e di altro. Credo sia una discussione, difficilissima perché si tratta di trovare un punto di equilibrio, fra tutela della privacy e censura, ma credo che si tratti proprio di pane per i nostri denti.

C’è già la giustizia ordinaria in grado di intervenire. Inoltre non puoi paragonare la libertà di stampa a quella di un forum. Un forum è una discussione che avviene liberamente tra persone e accetti la presenza di un moderatore. Io invece non accetto la presenza di un moderatore per la stampa, al più di un giudice che valuta secondo la legge se ho commesso dei reati ma che tende sempre a bilanciare la questione privata con l’interesse pubblico. Qui basterà la parola di un sindaco in odore di madia per imporre la rimozione dei contenuti scomodi. Questa legge è un attacco alla libertà di stampa, non c’è da stupirsi che l’Italia continui ad arretrare nella classifica che indica la libertà di stampa dei paesi in tutto il mondo (77), è l’ennesimo tentativo di imporre un bavaglio al web e chiudere per sempre la bocca al giornalismo di inchiesta, quello indipendente che adesso non potrà neppure stipulare assicurazioni per mettersi al riparo dai risarcimenti milionari delle sentenze (es Report) visto che ci si infila dritti diritti nel penale. Una legge in stile fascista, alla Erdogan, che guarda caso prima di incarcerare militari, funzionari pubblici ed insegnanti, ha pensato bene di chiudere un po’ di giornali e televisioni. Molto preoccupato.

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Mi pare un’assurditá questa legge. Fondamentalmente viola il principio di presunzione d’innocenza: io posso sentirmi diffamato e dunque ritenere tizio un diffamatore, ma se lo é davvero dev’essere l’autoritá giudiziaria a stabilirlo. Non puó essere un normale cittadino a poter imporre la chiusura di un intero sito web sulla base di criteri soggettivi: sarebbe come dare a chiunque la facoltá di far incarcerare il proprio vicino di casa perché si sospetta sia un pedofilo. É in pratica una riproposizione della legge D’Alia di qualche anno fa, e credo che non passerá.

E’ troppo facile criticare una legge così, la domanda però è: sull’argomento cosa proponiamo?

Cioé sul contrasto al (cyber)bullismo? Personalmente proporrei di riaffermare un concetto che potrebbe sembrare elementare ma che in realtá non lo é piú da anni, e cioè che non tutti i problemi si possono risolvere per legge. Soprattutto, non quelli derivanti da scarso senso civico, maleducazione o stronzaggine tout court. Non si puó vietare il commercio di automobili perché esistono i pirati della strada, o quello dei coltelli perché c’é chi li usa per sgozzare i coniugi. Ugualmente é sbagliato tenere illegale la cannabis per paura che i teenager si facciano dalla mattina alla sera: sta (starebbe) alle famiglie educare i figli ai pericoli dell’eccesso di alcool, di droghe (anche leggere) etc. E starrebbe sempre alle famiglie (oltre ovviamente alle scuole, ma in misura minore) educare i ragazzi alla non violenza e al rifiuto del bullismo. Invece da qualche annetto prevale la convinzione che lo Stato debba supplire all’incapacitá genitoriale di educare i figli, e dunque con le scuse piú nobili si approvano (o si tenta di farlo) leggi liberticide.

La “soluzione” contro il cyberbullismo é l’educazione, le campagne di sensibilizzazione a scuola e altrove. Per non parlare del fatto che esistono giá delle leggi che tutelano chi é vittima di diffamazione e denigrazione, anche online; se uno ritiene di aver subito ingiustizia puó sporgere denuncia. Casomai si possono “rafforzare” quelle giá esistenti.

Io sinceramente lo capisco poco il cyberbullismo, dato che niente come nella realtà virtuale ti permette di chiudere i ponti con qualcuno: lo blocchi sui vari social network e mandi le sue email direttamente nel cestino, ammesso che abbia tutti questi contatti. Se tenta di rompere ancora deve comunque mostrarsi con un diverso profilo e una diversa email, facilmente non accettiamo contatti non attesi e comunque appena capiamo che è qualcuno che vuole infastidirci: nuovamente bloccato.

Diverso è il problema delle diffamazioni, pubblicare falsità sul conto di qualcuno, ma anche queste hanno una relativa efficacia. Se è il blog di un pinco pallino qualsiasi o il post su un forum ha una visibilità ridotta, probabilmente resterà sconosciuto a vita a tutti i miei colleghi di lavoro e a forse tutti gli amici che ho, mi rendo conto che persone più labili possono sentirsi colpite e temere danni peggiori, però direi che la denuncia è la strada più praticabile. Qualsiasi altra cosa rischia di danneggiare la libertà di tantissimi altri.

Il bullismo a scuola è un problema decisamente più serio e non raggirabile… lì però ci si impegna poco a partorire idee per tutelare bambini e adolescenti…