No attenzione! Nessuno mi tocchi Shakespeare, Milton, Blake o Dio non voglia, Emily Dickinson! Nessuno mi tocchi Joplin, o i Queen, o i Beatles o… (lista troppo lunga)
Non confondere la consapevolezza e la resistenza all’omologazione imposta dall’imperialismo americano che ci ha trasformato in una colonia dal Piano Marshall in poi con un atteggiamento di chiusura o addirittura astio nei confronti della popolazione anglofona!
L’inglese non è solo la lingua franca di questo periodo (ma attenzione che ce ne sono state altre in passato e ce ne saranno altre in futuro) e non è solo la lingua di una Nazione ricca di Storia come l’Inghilterra e di una Nazione ricca di contraddizioni e potenzialità come gli Stati Uniti. E’ la lingua ufficiale in Australia, India e più di 10 nazioni africane…
Subito dopo la votazione pro-Brexit, ho invitato tutti gli Inglesi che conosco a venire a vivere in Italia. E due l’hanno fatto davvero!
Però attenzione: una cosa è amare e apprezzare gli anglofoni, le loro tradizioni e la loro produzione culturale, un’altra è permettere che questa soppianti quella di altri popoli! Leggere in modo critico e disincantato l’attività propagandistica del capitalismo statunitense è fondamentale per difendersi dal pensiero unico che diffonde. A me il 31 ottobre viene l’orticaria.
No. Diverso non vuol dire superiore come non vuol dire inferiore. Intendere la constatazione della diversità come la dichiarazione di una gerarchia è una tara culturale antica.
Io apprezzo la cultura e la produzione culturale inglese. Contrasto semplicemente l’egemonia culturale e politica che (talvolta) veicola e diffonde.