Le Grandi Riforme: la doppia camera

Aggiungo: ad Atene la cittadinanza si attribuiva per diritto di sangue (ius sanguinis). Si potevano perdere i diritti politici per indegnità, ma acquistarli senza il diritto di sangue - almeno nel periodo storico in cui la cittadinanza contava effettivamente qualcosa - era pressoché impossibile, Si trattava, insomma, di una soluzione estremamente sciovinista che un partito non può permettersi di copiare :slight_smile: Un partito, per assicurarsi l’integrità ideologica, deve studiare forme di cooptazione (per esempio con procedure pubbliche appellabili, precedute da un periodo di prova ragionevolmente lungo) - esposte comunque sia al rischio di un eccesso di chiusura da parte dei vecchi militanti, sia a quello di “scalata” da parte di qualcuno dotato di eccessivo carisma politico personale. D’altra parte, però, l’ideologia di un partito non può rimanere immobile nei secoli: dunque una volta che la dottrina del partito sia protetta da una costituzione rigida, cioè modificabile solo con maggioranza ampie e procedure complesse, si può anche accettare un certo grado di “ospitalità” nell’attribuzione della “cittadinanza”.

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Ho seguito solo la discussione qui sopra e ho riassunto i suoi temi e i problemi che in essa si erano proposti. Non posso pronunciarmi sulla democrazia liquida perché dovrei vederla in funzione - cosa che mi sarà possibile solo dopo almeno 90 giorni. Per questo premettevo “visto dall’esterno”.

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Siamo molti in questa posizione di attesa ma va benissimo così.

Sorteggiare delle commissioni di breve durata con un compito preciso è utile a semplificare e ridurre il lavoro in AP. I gruppi di lavoro non dovrebbero controllare l’agenda anche se le loro proposte ricevessero molti like. La responsabilità delle decisioni dovrebbe favorire scelte discusse e ponderate. La casualità e la non ripetitività di questi incarichi è utile alla democrazia.

A Venezia chi proponeva le nomine era sorteggiato assieme ad altri in commissioni in cui veniva eletto il proponente ma poi doveva anche ascoltare i pareri contrari e si andava infine al voto a maggioranza qualificata della commissione. Questo meccanismo può essere ripetuto per qualsiasi scelta a partire dagli argomenti in agenda e con quale ordine. Per sicurezza dai brogli ogni commissione faceva una sola proposta, quando le candidature necessarie erano due o quatto, quindi due o quattro commissioni per decidere i candidabili a un incarico e per il Doge lasciamo perdere. Essendo un numero sufficiente di iscritti certificati si può fare a turno per sorteggio una selezione ottimale ma poi la AP decide.

la certificazione costa 0 euro, SPID costa. Ma ci risparmierebbe l’impiccio di dover prendere appuntamento e molto altro. Sarei quindi favorevole all’uso di SPID.

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La certificazione ci consente di introdurre un elemento umano fondamentale nella procedura di iscrizione.

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vero, ma niente di impedirebbe di assumere SPID per la certificazione formale (verifica identità) e poi una procedura che preveda incontro umano.

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A quel punto però la ragione per cui passare al SPID

non viene meno?

Che cos’è il “molto altro”?

organizzare via e-mail un appuntamento fisico o via webcam, non sempre banale sia per motivi meramente organizzativi (tempo) che tecnici (linea carente, niente webcam…)

Ok, ma allora che cambia fra

  • usare la certificazione attuale
  • usare SPID e un incontro equivalente come complessità organizzativa alla certificazione attuale

?

Non sono pregiudizialmente contrario ad alcun processo, vorrei solo capire veramente i pro e i contro.

Inizio con una premessa: la ragione per cui esiste il periodo di attesa di 90gg prima dell’iscrizione per accedere a LQFB, anziché 90gg dopo è per evitare discriminazioni tra gli iscritti. Ogni concezione di doppia camera dovrebbe partire da questo punto.


Detto questo, la mia idea è piuttosto semplice: con la certificazione si avrebbe accesso immediato alla prima camera, su cui io sposterei le sezioni locali, in modo che i Pirati possano essere immediatamente operativi prima di essere formalmente iscritti e procedere alle verbalizzazioni degli incontri e all’utilizzo per le votazioni delle iniziative locali. Eventualmente possiamo provvedere ad aggiungere sezioni in cui le iniziative vincenti verranno poi trasposte in AP quando richiedano una ratificazione da parte degli iscritti - per esempio nei casi di utilizzo del logo del partito pirata per appoggiare candidature o liste locali, o per altri tipi di richieste che si pensa possano richiedere un avvallo ufficiale, per esempio per questioni nuove che non siano coperte dalle posizioni del partito già pubblicate. Eventualmente si potrebbe aggiungere un’area “nazionale” per le petizioni all’AP. È fondamentale che i Pirati già iscritti partecipino ANCHE a questa camera.

Inoltre, mi sembra che al momento le risorse per i nuovi iscritti manchino: volevo vedere come era messa la wiki e ho scoperto che non abbiamo la wiki citata nel regolamento, e non esiste più neppure la wiki non ufficiale che era su wiki.piratpartiet.it. Ora, io sono favorevole all’idea che l’accesso all’AP non sia “indiscriminato”: se ricordate bene, quando avemmo la prima ondata di notorietà nel 2012 fummo avvicinati da una serie di personaggi impresentabili, che ci avevano scambiato o per il M5S on steroids oppure per un involucro vuoto da far confluire in qualche fascistume. E un po’ tutti tendevamo a usare LQFB come un forum anziché come uno strumento legislativo. Non voglio rivivere quell’incubo.

Da un lato, occorre che chi entra in AP sia già in qualche modo avvezzo all’uso di LQFB, dall’altro che ci sia accesso a tutte le informazioni possibili, quindi sarebbe carino riavere la wiki, così potremmo scrivere un po’ tutti quello che occorre - dalle vecchie posizioni di programma tuttora formalmente in vigore, a informazioni di varia natura. Per esempio io potrei scrivere quello che ho imparato nelle mie attività piratesche presso il PPI, o sulla differenza tra l’idea nordica di partito piattaforma e il modello tedesco, o sulla storia del partito.

Il comitato di accoglienza a questo punto dovrebbe svolgere un ruolo molto più attivo (ed essere numeroso) nel guidare i Pirati non ancora iscritti nei meandri del Partito.

Sono un po’ restio a proporre votazioni per la cooptazione, perché c’è davvero il rischio di suscitare ansie non giustificate. Piuttosto, propongo una modifica, affidando al Collegio Arbitrale la facoltà di negare l’iscrizione in AP entro i canonici 90 giorni su istanza motivata, con le solite regole sull’appellabilità della decisione.


Esatto, e aggiungerei che il radicamento territoriale serve anche a molto altro. Esattamente come il radicamento virtuale in rete ci dà una visione privilegiata su quali siano i problemi in questo ambito, la presenza sul territorio ci darebbe la visione sui problemi locali. Per questo sono dell’idea di aprire le sezioni locali ai Pirati certificati ma non formalmente iscritti.

Assolutamente contrario che il meccanismo sia “automatico” per i candidati. Questo rischia di avvantaggiare l’arrivismo, che è cosa ben diversa dallo sbattimento, ma voglio precisare che parlo in generale, non certo dei nostri candidati alle Europee! Certamente però è qualcosa di cui tenere conto in molto positivo se arrivassimo alla cooptazione.

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Scrivilo, per favore. Anche sul forum se necessario.

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Per questo abbiamo introdotto i Responsabili della Convivenza ed un organo di giustizia come tu per primo proposti. Inoltre abbiamo introdotto il Gruppo Integrità affinché se il PP si è dichiarato antifascista, nessuno può proporre un’alleanza con Forza Nuova. Non abbiamo bisogno di nuovi marchingegni ma solo di persone che non siano d’accordo ad ignorare quelli esistenti, o addirittura sono elette in conflitto d’interessi.

Piuttosto, propongo una modifica, affidando al Collegio Arbitrale la facoltà di negare l’iscrizione in AP entro i canonici 90 giorni su istanza motivata, con le solite regole sull’appellabilità della decisione.

Ok, mi pare il luogo giusto dato che c’è da trattare eventuali dati personali di persone coinvolte.

Ma hanno bisogno di prendere decisioni locali? In tutti questi anni le poche decisioni prese in aree regionali si sono sempre dimostrate di fatto di portata/importanza nazionale. Non basta che esistano incontri e ci sia lo scambio?

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Non solo, per due ragioni:

  1. Occorre a mio parere reintrodurre l’obbligo di verbalizzazione degli incontri locali, ora che abbiamo molte nuove leve, e tale obbligo deve poter essere assolto anche dagli attivisti non iscritti
  2. Occorre uno strumento che abitui i nuovi certificati a utilizzare correttamente Liquid Feedback. Come tu stesso hai fatto notare in passato, se viene utilizzato come un giocattolo o per meri scopi sondaggistici abbiamo la quasi certezza che non verrà utilizzato correttamente, pertanto ne va disciplinato l’uso, la sua autorità sarà in qualche modo soggetta a quella dell’AP, ma deve avere un potere decisionale nel suo ambito di utilizzo.
  3. Avrei in mente anche altri utilizzi, ma vorrei verificarne la compatibilità con l’attuale Statuto.

Imho non è necessaria una piattaforma decisionale locale.

Tenderei più che altro a usare il metodo sciamano nei gruppi locali, perché penso che non abbia alcun senso pretendere o accettare che chi vuole implementare decisioni politiche del pp debba chiedere il permesso.

D’accordissimus sulle tre ragioni che elenchi, eccetto che non ho capito in quale modo siano in conflitto con quanto ho detto io. Riguardo allo Statuto: Agorà contiene aree per due funzioni legali, da una parte è la camera legislativa, dall’altra il direttivo esecutivo. Per questo è anche legittimo richiedere delega obbligatoria in ambito esecutivo dovesse servire, cosa che @solibo insiste a negare, ma si sbaglia.