Le promesse di COP21 ci salveranno dal Climate Change?

Alle 19:26 del 12 dicembre 2015 a Parigi è stata annunciata dal presidente della Conferenza Laurent Fabius l’approvazione del testo sulla cui base tutti i paesi del globo dovrebbero affrontare la minaccia urgente del cambiamento climatico, cooperando, per accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra. A questa adozione si è arrivati dopo 12 giorni di negoziati a Le Bourget in Francia, durante i quali il testo di partenza è stato corretto e ridotto dalle delegazioni di 196 paesi. Per poter entrare in vigore nel 2020, il testo dovrà essere approvato da almeno 55 paesi, produttori del 55% delle emissioni mondiali.

(foto AP - La Repubblica)

Alcuni percorsi di informazione, approfondimento e analisi:

http://comune-info.net/2015/10/il-bivio-di-parigi-cop21/ http://comune-info.net/2015/11/notizie-parigi-clima/

http://www.globalproject.info/it/tags/cop21/

L’Huffington Post | Marica Di Pierri | 12/12/2015

Cop21: l’accordo di Parigi non ci salverà dal Climate Change

L’accordo si definisce vincolante ma non prevede meccanismi di sanzione. E per gli obiettivi che proclama prevede impegni del tutto insufficienti.

Internazionale | 13/12/2015

Global Project | Riccardo Bottazzo | 13/12/2015

Parigi, il vertice è finito. Adesso cominciamo a fare sul serio

Toccherà ai movimenti sociali e ambientali, alle loro lotte, ricordare che c’è una emergenza clima e pretendere che Cop21 venga rispettato. Dopo Parigi, possiamo scriverlo senza tema di smentita: trivellare l’Adriatico va contro l’accordo sul clima che l’Italia ha sottoscritto. Questa è una verità che nessun politico, nessun amministratore, nessun petroliere, neppure un Salvini (tanto per dire la cosa peggiore che mi viene in mente), potrà negare. Questa è una verità sulla quale chi dice No ad Ombrina deve battere, ribattere ed ancorarsi senza far sconti a nessuno. Lo stesso lo possiamo ribadire per la Tav, le industrie cancerogene come l’Ilva, la Pedemontana e tutte le Grandi e devastanti Opere che hanno partorito crisi sociale, economica, ambientale e, adesso è ufficiale, anche climatica. Pure le Grandi Navi, viste sotto i criteri dell’accordo parigino, navigano verso la parte sbagliata della storia. Fuori dalla laguna? No, fuori dal mondo le vogliamo!

Internazionale | George Monbiot (The Guardian) | 13/12/2015

Comune Info | Alberto Zoratti | 13/12/2015

La magia di Parigi http://comune-info.net/2015/12/la-magia-di-parigi/

L’accordo di Parigi è storico, perché è l’ennesima occasione persa. Perchè mette le basi per un sistema post-Kyoto, con impegni non più vincolanti, in un processo che è più attento agli interessi economici delle grandi imprese e a quelli politico-tattici dei governi che non all’esigenza di invertire la rotta. Se il Paris Agreement dà ossigeno a una Francia sotto attacco e a una Cop in crisi di identità, non dà strumenti veramente efficaci per contrastare il caos climatico, anche se, nei fatti, rimette al centro il ruolo dei governi e dei loro piani di azione. La palla torna sui territori e in questo, i movimenti sociali, dovranno saper giocare all’attacco.

Comune Info | Silvia Ribeiro | 13/12/2015

Menzogne http://comune-info.net/2015/12/cop21-geoingegneria-menzogne/

Con l’accordo di Parigi, i paesi maggiormente responsabili del cambiamento climatico hanno sorprendentemente sostenuto l’obiettivo di cercare di limitare l’aumento di temperatura globale a 1,5 gradi centigradi. Questo implicherebbe una riduzione delle emissioni di più dell’80 per cento entro il 2030: un’eventualità che però gli stessi governi rifiutano. Per attenersi all’accordo della Cop21 ricorreranno quindi ad altri strumenti: geoingegnerie, tecnologie ad alto rischio come il nucleare, incremento del mercato del carbonio e anche peggio, come la manipolazione della radiazione solare. Un percorso che va smantellato subito. “Non si tratta di ridurre, non si tratta di obiettivi bassi, non si tratta di affrontare il cambiamento climatico – scrive Silvia Ribeiro – Non sono false “soluzioni”. Sono menzogne”.

Internazionale | Naomi Klein | 14/12/2015

Comune Info | Andrea BaranesUgo Biggeri | 14/12/2015

Brutto clima per la finanza http://comune-info.net/2015/12/brutto-clima-per-la-finanza/

È poi necessario fare sentire la nostra voce (molte organizzazioni della società civile italiana si sono unite in vista di Parigi nella Coalizione Clima). Una finanza che ha già previsto e prezzato tutte le scorte esistenti sul pianeta e le ha già quotate e vendute in Borsa pretende di imporre la propria “soluzione” ai governi e ai cittadini di tutto il mondo. Una finanza che in pratica ha già messo un prezzo e venduto il nostro futuro.

Comune Info | Alberto Castagnola | 14/12/2015

Finanziare ancora gli inquinatori? http://comune-info.net/2015/12/finanziare-inquinatori-clima/

Cap and Trade, il finanziamento e la compensazione delle emissioni inquinanti negli ultimi anni ha rivelato tutta la sua dannosità ed è sicuramente uno dei meccanismi che rivelerà se si è veramente deciso di cambiare strategia o se i poteri forti sono riusciti ancora una volta a imporre la logica del profitto ad ogni costo. Per ricostruire la storia di questo errore drammatico seguiamo l’approfondita analisi contenuta nell’ultimo libro di Naomi Klein, uscito in Italia a gennaio di quest’anno.

Se attivarsi a salvare la nostra biosfera necessitasse vera democrazia sarei disperato, ma in questa faccenda non importa libertà, equità ne giustizia. Dovrebbe bastare che chiunque detenga il potere si renda conto che l’imminente GAME OVER vale per tutti, senza eccezione. Il sistema finanziario è un colosso meccanico che si muove seguendo le proprie logiche disrispettose degli interessi umani, ma se a capo di questa mostruosità ci sono solamente un centinaio di persone (stando al documentario BBC che ho citato qui e la) – per quanto ottuse e disinformate queste persone siano, immerse nella propaganda dei loro compagni plutocratici, incapaci a giudicare l’inadeguatezza del proprio ruolo in questo mondo – almeno questo messaggio di immediato pericolo per l’intera umanità dovrebbero recepirlo. E posso anche immaginarmi in cosa consiste la novità: fino a tre giorni fa non avevano capito che dobbiamo smettere di usare le energie fossili prima che si siano esaurite. Fino a tre giorni fa erano convinti che bisogna accedere alle riserve di petrolio del polo nord, intensivare l’off-shore drilling e il fracking. Forse ora finalmente anche coloro che hanno l’umanità per le palle capiscono che bisogna cambiare rotta. Certo, sarà pesante per alcuni di loro dovere ammettere che Al Gore aveva ragione. Non smetteranno di manipolarci e tenerci per le palle, ma in questo aspetto sono lievemente ottimista che almeno questa idiozia l’umanità non la farà, di distruggere la maggioranza delle proprie infrastrutture edili. Da qualche parte vidi quella statistica per la quale la stramaggioranza dell’umanità ha edificato nei pressi del mare. I plutocrati non la passerebbero liscia, se lasciassero che tutte le città sulle coste dei mari ed oceani diventino delle Venezie. Sarebbe il momento dei forconi di Hanauer. Il momento sarebbe già adesso veramente, ma siamo troppo manipolati, troppo sorvegliati, troppo incapacitati di organizzare una qualsiasi forma di resistenza.

Internazionale | Gwynne Dyer | 14/12/2015