Linee Guida per Responsabili della Convivenza (bis)

Continua la discussione da Linee Guida per Responsabili della Convivenza:

L’emendamento su sanzioni ed entità, essendo solo teorico e lasciato al buon senso del RdC è completamente inutile da inserire. Inoltre ne è già stato discusso nella precedente discussione.

Invito quindi a discutere solo sull’emendamento relativo ai “rischi dell’ambito digitale” per non finire in ripetizioni inutili. Inoltre, ricordo che se gli emendamenti non vengono presi in considerazione, è sempre possibile creare un’iniziativa alternativa contenenti le modifiche richieste.

Penso che la lunga lista di citazioni scientifiche che ho aggiunto alla proposta esaurisce quella parte della discussione…

Perchè la ratio per rifiutare un emendamento deve stare nella proposta. Per me non è una discussione quella.

Mi costringi a riportare un documento specifico per ogni frase che sta nelle linee guida?

È la terza volta che fai cambiamenti politici al pad nonostante avevo chiesto di farne solo stilistici.

[Non dovevi riformularlo, è comunque un’azione che va oltre il solo stile: è facile che tu possa commettere errori nel riformularlo] Io faccio community management in rete dal 1990.

Ho notato che https://it.wikipedia.org/wiki/Polemica definisce la POLEMICA in modo ben diverso e assai bellicoso di quanto pensavo significasse. Perciò mi serve una parola per descrivere quello che io intendevo per polemica:

Per me polemica era quando una persona parte da un dato falso (una falsa analisi, una valutazione errata, una pigrizia ad informarsi sulla verità) e da lí ci costruisce tutto un ragionamento di conseguenze teoriche e implicazioni riguardo alle persone… tutto un discorso conseguente inutile che però danneggia l’atmosfera di dibattito. Esempio: “avete introdotto i moderatori nel forum!?? ma allora siete un nazi-partito!!11!1!!!”

Esiste un modo succinto di descrivere ciò nel punto dove parlo di polemica nella proposta? Esiste un nome dedicato per questo pattern di logica fallacia?

Calma, calma… ho avuto due eventi politici di fila con risvolti non da poco e una settimana di riunioni del gruppo core di secushare.org. Ho dovuto rimandare il nostro lavoro di sviluppo della proposta, ma se osservi la versione sul mio sito vedrai che ho lavorato molto sulle fonti.

Non è casuale che in LQFB ci si prende mesi di tempo per sviluppare questi materiali… e se non è stato fatto sufficiente lavoro, l’Assemblea dovrebbe rigettarne il risultato – come lo fece nell’iterazione precedente.

Ciò è esattamente non quanto avvenuto in questa discussione in quanto ho discusso con te di ogni tuo ragionamento o ho in mente di farlo per i punti ancora aperti, ma ti do ragione che ci sono stati casi tristi nei quali proposte sono state accolte dall’AP senza reagire ai quesiti e senza esporre una valida motivazione. Abbiamo vinto la prima battaglia per la convivenza e l’integrità, ma si può fare di meglio.

Guarda un po’… Deleuze aveva proposto la cosa giusta… ma non se l’era venduta bene https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/1380.html – mancava la proposta per la messa in pratica.

Ho aggiornato la proposta con il nuovo elenco di fonti e trattando tutti i suggerimenti, anche quelli ritirati recentemente. Ma visto che il supporto è ancora piuttosto magro penso che farò una modifica strutturale, separando le linee guida etiche da quelle poche frasi veramente regolamentative che perciò vanno integrate nel Regolamento del PP. Ho ancora dieci giorni per fare questo lavoro. Prima o poi ci riuscirò.

Ribadisco che non è necessario diventare co-autori della proposta in liquid per contribuire al testo. Ci sono emendamenti e il pad per le cose linguistiche– e devo tornare sul pad per integrare i recenti cambiamenti. Sigh. Molto lavoro.

Rispondere a botta e risposta in forum è più divertente. Perciò ho pensato che con l’idea dei Factlets si possa sviluppare le proposte politiche insieme con un approccio più motivante, quello del botta e risposta. Una specie di gamification dello sviluppo di proposte politiche senza perderne di vista la razionalità.

Messaggio rubato da Dodeska:

cmq tutti i tedeschi con cui mi capita di parlare del pp confermano quello che dicevi te – le liti interne lo fanno sembrare come gli altri partiti, quindi perde di credibilità

Ho scovato un’altra analisi severa dei problemi di convivenza ma anche di deliberazione in http://www.zeit.de/2014/40/piraten-lauer-domscheit-berg (in tedesco, come al solito). Questi articoli sono piccoli manuali d’istruzione sul come imparare dagli errori. Basta non fare finta come se nulla fosse accaduto. Purtroppo in ogni partito dove sono capitati gravissimi incidenti restano proprio quelli che sono bravi ad immaginarsi che nulla fosse accaduto, mentre gli altri scappano – a loro volta semplificando la questione dando la colpa alle persone individualmente invece di comprendere gli errori sistemici.

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C’è un metodo chiamato spina di pesce , per individuare le ragioni prime. E’ l’equivalente dell’ossessionante “perché?” dei bambini piccoli.

La moderazione cura i sintomi, non le cause e finisce per aggiungere altre cause.

P.S. Non ho comunque capito se i tedeschi con cui parla sono ex che hanno abbandonato od altri. Se sono ex (e ne conoscerà senz’altro perché non prova a fare il gioco del “perché?”:

  • perché hai lasciato?
  • perché si litigava
  • perché si litigava?
  • … )

Spiegalo ai sociologi che raccomandano la moderazione. Magari lo fanno perché è necessario prima trattare i sintomi per poi arrivare alle cause. Se ignori i sintomi, le cause ignorano te.

Gente comune. Considera che in Germania tutta una generazione per un periodo pensava che i Piraten potrebbero essere il loro partito.

Effettivamente mi sono espresso male: correggo la mia frase da “La moderazione cura i sintomi, non le cause e finisce per aggiungere altre cause.” a “La moderazione cura i sintomi, non le cause e può, (se fatta male) aggiungere altre cause” Dove il “fatta male” può dipendere dal moderatore o dalle regole che deve rispettare.

Ma il contenuto mi sembra chiaro: un invito ad approfondire le cause dei litigi.

In questo momento c’è in atto un litigio, perché? Perché il soggetto si sente offeso e ritiene non gli vega resa giustizia. Perché? …

Una delle cause si è dimostrata essere la voglia di imporre le proprie scelte politiche sugli altri e l’esperienza che se non esistono sanzioni si ottiene politicamente di più abusando del prossimo. In un certo senso l’assenza di moderazione si è dimostrata causa, non sintomo.

Ho ripreso il testo delle linee guida in una versione aggiornata da @lynX che per un errore di inserimento su LQFB rimase come iniziativa alternativa e fu scartata. Ho portato avanti il lavoro e continuerò a farlo con lynX. Non ci sono rilevanti cambiamenti rispetto al testo attuale, ma soprattutto un guadagno nella chierezza e nell’espressione. Invito tutti a leggerlo: https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/6288.html e a discutere eventualmente qui.

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Novità 2018: Il nuovo partito post-piratico tedesco “Demokratie in Bewegung” sta facendo le stesse brutte esperienze dei Piraten con i problemi di convivenza nel loro Discourse. Ora stanno discutendo intensamente l’adozione del nostro regolamento di convivenza!

Il vostro regolamento per la convivenza, quello per cui voi avete sempre ragione, e chi non vi dà ragione viene espulso. Bella convivenza! :smiley:

Se centinaia di persone lo stanno considerando saggio e buono, magari forse forse sei tu ad averci un problema? Pensa che quel regolamento sarebbe inteso ad aiutare persone difficili ad integrarsi — ma solo se la volontà c’è davvero.

Dato che c’è ancora chi cita la netiquette del 1995 come se fosse il massimo della filosofia… mentre in realtà è un ammasso burocratico di regoline dato che le regole grosse (siate ben educati, civilizzati ecc) non funzionano in un ambito senza moderazione e senza giustizia.

Buffamente esiste una sezione intitolata “Linee Guida alla Moderazione” — eccola per intero:

Scusate se fa ridere per la superficialità ed incompetenza sociologica al confronto con le nostre linee guida odierne. Addirittura ci sta un errore ortografico, evidentemente la netiquette del 1995 non se la sono cagati manco all’IETF. Notasi come nessuno dei punti presentati dall’IETF nel 1995 è presente nelle nostre linee guida, e vice versa non esiste alcun ragionamento riguardo a giustizia e democrazia ne RFC 1855.

Più che una netiquette, quel documento è un manuale d’istruzioni per capirci qualcosa della Rete pre-web per coloro che sono comunque in buona fede, che gli altri queste regole non le hanno mai volute ne leggere ne rispettare. E alla fine hanno spesso ottenuto di più: quando lo spamming era vietato, i primi che lo hanno fatto ci hanno guadagnato bene. Quando lo squatting di domini era contro la netiquette, coloro che lo hanno fatto ora sono considerati pionieri del net business.

  • Don’t get involved in flame wars. Neither post nor respond to incendiary material.

Sociologicamente è dimostrato che questa regola al punto 3.1.1 è sbagliata: se lasci che un attaccante/bruto/troll esprima liberamente i suoi testi di diffamazione, discriminazione o altra manipolazione, otterrai che terzi si mettano a leggerlo e seguirlo. Il gruppo si disgrega e l’attaccante vince, almeno parzialmente.

  • For files being transferred, try to make filenames unique in the first eight characters.

Ma veramente stiamo a leggere questo ammasso di ragionamenti che andrebbero posti al museo dell’elettronica funzionante? Non ci trovo nulla di ancora applicabile alla Rete odierna.

Buffo questo documento del 1989 che in pratica dice solo che è vietato abusare dell’Internet. Ah ah. Non ha trovato molto ascolto: