"Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare ‘usque ad finem’, ‘fino alla fine’.“
Rita Levi-Montalcini
L’Europa è un continente dove gli adulti sono superiori ai nuovi nati, e questi adulti sono in larga misura “anziani” o tendenti all’invecchiamento. L’Italia ha il primato in invecchiamento della popolazione. Eppure le politiche economiche che adottiamo sono totalmente distanti dal contesto presente e futuro…ed, anzi, sono fondate sull’illusoria pretesa d’invertire il corso della storia e tornare ad una condizione esistente secoli fa, quando le politiche nazionali vincenti erano quelle che investivano prioritariamente sul rinnovamento generazionale. Non ci sfiora nemmeno l’idea che, invece, ci sta suggerendo da tempo il contesto attuale, ovvero che il futuro sarà soprattutto un mondo popolato di longevi. Non mi dilungo uleriormente in considerazioni su questo mio ultimo assunto, anche perché esistono molti articoli e saggi che affrontano questo argomento. Stanotte ho iniziato a leggerne uno che mi sta entusiasmando al punto da avermi fatto balenare in testa questa proposta folle…ma il futuro è folle. E se, per aumentare la produttività, investissimo negli “anziani”? Esempio pratico: invece di espellerli dal lavoro sfruttassimo la loro esperienza in quella che viene definita “formazione permanente” e non solo? Se anche la stessa “formazione permanente” cambiasse totalmente aspetto, proprio in virtù del fatto che si sta investendo sull’invecchiamento della popolazione, invece che sul ricambio generazionale, quindi creando le condizioni non di maggiore specializzazione nell’ambito lavorativo (che sarebbe invece implementata dall’esperienza diretta) bensì dall’aumentare le condizioni di criticità evolvente? Spiego meglio questo mio ultimo assunto: l’idea “giovanilistica” poggia sull’assunto che la mente di un giovane è maggiormente predisposta ad adattarsi a nuove sfide ed a trovare nuove soluzioni. Questa capacità viene legata all’età, ma in realtà l’efficenza mentale nel contesto attuale non è per nulla legata all’età quanto, piuttosto ad una maggiore capacità di problem solving sfruttando una varietà maggiore di elementi cognitivi in modo da sperimentare collegamenti nuovi più efficaci. Per esempio, se la metà dell’orario di lavoro fosse spesa, invece che cercare un iperspecializzazione maggiore sul settore dove si lavora, nello sperimentarsi laorativamente in un contesto lavorativo totalmente differente per permettere al cervello di uscire dalla propria “zona confort”, ampiandola in modo da arricchirla di elementi differenti che permettano una maggiore produttività proprio nel settore dove si lavora? Non so se sono riuscita a spiegarmi…in realtà la mia è un’idea ancora in embrione però mi piace l’idea di sfruttare questo ambiente, così ricco di competenze e voglia di fare, per provare ad immaginare approcci politici differenti dal solito…