@storno Le ragioni dell’esistenza di un progetto o un’associazione o altro sono proprio gli obiettivi fondamentali. Inoltre, il manifesto riformulato che non hai gradito conteneva gli stessi contenuti del manifesto precedente (dimostrato frase per frase nella discussione dedicata sul forum), più un nuovo paragrafo che è totalmente in linea con i temi pirati (addirittura quelli core). Più di così…
Infatti non avevo gradito nemmeno il precedente. Ti invito alla lettura di alcuni manifesti, molto diversi fra loro: Il manifesto della razza il manifesto del futurismo il manifesto del PD Non ti invito alla lettura del manifesto di marx perché è un libro (magari l’hai già letto) ma magari all’inizio e l’impostazione.
Ognuno è libero di intendere come vuole il manifesto, anche se io, dato l’argomento mi rivolgerei più ad una enciclopedia che ad un vocabolario. Ad es. wikipedia riporta: il manifesto è un documento programmatico di un movimento o di una corrente politica, artistica o religiosa, che ne espone regole e princìpi e le sottopone al giudizio pubblico; Pur parlando di manifesto programmatico non inserisce nel contenuto il programma. Ma quello che apprezzo in questa definizione è che il “cliente” del manifesto è il pubblico. Spesso ho invitato a mostrare al “pubblico” i nostri documenti. Ovviamente il mio pubblico è diverso come composizione dal vostro, ma quasi nessuno di quelli cui l’ho mostrato se non si è sentito quasi obbligato (ad es. mia figlia) è arrivato a leggere il manifesto sino in fondo.
‘programmatico’: che si riferisce a un programma, che costituisce un programma, e simili (Treccani)
Dunque andiamo a vedere bene che cosa è un programma:
‘programma’: enunciazione particolareggiata, verbale o scritta, di ciò che si vuole fare, d’una linea di condotta da seguire, degli obiettivi a cui si mira e dei mezzi con cui s’intende raggiungerli; discorso, scritto, manifesto in cui si espongono le intenzioni, i fini, o si illustrano i principî, le ragioni, i limiti di un’opera o di un complesso di opere, e simili (Treccani)
Le parole che ho messo in grassetto sono tutte espressioni sinonime di ‘obiettivi’.
Le regole sono nello Statuto e soprattutto nel Regolamento. Sottoporre il manifesto o altro al giudizio del pubblico significa che il destinatario è il pubblico e questo avrà una certa reazione al manifesto (approvazione, esaltazione, rabbia, disgusto, ecc., alcuni manifesti possono nascere proprio per provocare, più che raccogliere consenso o essere ben visti).
Se era il vecchio manifesto: io lo trovo davvero poco scorrevole - nonostante dentro ci siano temi importanti e attuali - non mi stupisco che non venga letto, per questo mi sono messo di impegno per formularlo in modo più chiaro e scorrevole.
Se era il nuovo manifesto e quanto dico vale per qualsiasi altro: la gente deve anche volerle leggere le cose, anche il manifesto futurista se uno se lo ritrova piazzato davanti, preso da altri impegni, potrebbe non arrivare fino in fondo o annoiarlo. Per valutare, se è buono o meno un manifesto, possiamo farlo noi che siamo interessati, attraverso un lavoro collettivo (pochi sono intervenuti nella discussione del nuovo manifesto) e non “fermando il passante per strada”. Questa è la mia opinione.
Sappi che ero andato a leggere il manifesto futurista per avere un esempio o quanto meno un confronto quando ho riformulato il nostro. Comunque ora ho preso il manifesto del PD come “caso di studio” (visto che è un partito e la tipologia di manifesto è quella a noi più vicina).
Non posso trattenermi dal dire che è un esempio di parole vuote e menzogne… le uniche cose vere riguardano il chinare la testa di fronte al mercato globale (davvero poco di sinistra), ma non è questo il motivo per cui lo stiamo leggendo. Mi sono fermato a metà di pag. 4 perché avevo già raccolto abbastanza aspetti da valutare come esempio e non ci interessa realmente cosa il PD dica nel suo manifesto. Ecco cosa ho trovato:
Il manifesto del PD si apre con un obiettivo di fondo: dare una nuova guida all’Italia per fare un’Italia nuova.
Il manifesto delinea il quadro storico-politico della situazione italiana: i giovani temono precarietà e insicurezze permanenti; la struttura di governo e l’economia italiana non sono preparati per far fronte alle sfide della mondializzazione; l’inadeguatezza ha creato un vuoto politico in cui può emergere la demagogia populista; sono presenti oligarchie arroganti e “poteri opachi” che si sottraggono alla legge; c’è divisione politica tra ideologie e tradizioni diverse; il PD rappresenta lo sviluppo dell’Ulivo; la libertà delle donne sta cambiando il mondo; i legami tra Paesi sono sempre più fitti e irreversibili; ci sono dei cambiamenti climatici in atto; ci sono forti resistenze verso l’unificazione europea a causa di egoismi nazionalistici; […]
Il quadro è accompagnato dagli obiettivi: ridare voce ai giovani; far prendere coscienza del potenziale di crescita dell’Italia e trasmettere questa fiducia agli italiani; non diventare solo una maggioranza parziale, ma includere le articolazioni delle autonomie sociali e istituzionali; costruire un nuovo bipolarismo; promuovere una nuova classe digirente e ridurre i suoi privilegi; dare più diritti alle donne e difenderle dalle violenze; mettere il 50% di donne nelle assemblee costituenti nazionali e regionali; rafforzare e rinnovare istituzioni internazionali cominciando dalle Nazioni Unite; realizzare un accesso universale al sapere (perché risolve disuguaglianze e discriminazioni); attuare uno sviluppo economico sostenibile scongiurando una crisi ecologica; diffondere la cultura dei diritti umani; costruire l’unità dell’Europa; liberalizzare i mercati; diminuire le disparità economiche tra nazioni e tra ceti sociali; […]
Sono anche presenti (raramente) alcune qualità che il PD si attribuisce: partito aperto al dialogo costruttivo e propositivo; […]
Io spero @storno che, dopo questo post, tu riconosca che gli obiettivi sono una parte essenziale, specie per un partito politico, e sono proprio quelli che si ritrovano nel Programma (articolati e accompagnati con dettagli che non è opportuno inserire nel manifesto), essendo (come citi tu) un documento programmatico il manifesto.
Un elemento, che non si è esplicitato quanto gli obiettivi, è il contesto o quadro storico-culturale (anche sociale, economico, ecc.), così come emerge chiaramente dal manifesto del PD. Sono andato a rileggere il “nuovo” manifesto e riporto tutti gli aspetti del contesto che ho trovato:
Contesto nel manifesto del PP: un sistema di potere corrotto legalizza gli abusi e l’oppressione proprio con le regole (le leggi); nel mondo ci sono persone che si ribellano spontaneamente agli abusi (pirati); ci sono urgenze ambientali che richiedono impegni collettivi; l’informatica è una nuova risorsa che ci aiuta a gestire la complessità e ad estendere le interazioni; i beni digitalizzabili sono abbondanti per eccellenza e non vanno artificiosamente sottomessi alla logica del mercato; grandi case produttrici usano il copyright in modo oppressivo (e vorrebbero farlo sempre di più); c’è un diffuso desiderio verso un nuovo modo di concepire l’economia; c’è un attrito tra il guadagno di pochi ed il bene della collettività (in più situazioni); la conoscenza mitiga i pregiudizi e gli egocentrismi e rende più maturi; le risorse ambientali si stanno logorando e nuove scarsità possono essere sfruttate per fare nuovi mercati (nell’interesse dei venditori); la trasparenza rende possibile una maggior tutela e c’è poca trasparenza nelle istituzioni pubbliche; il finanziamento a debito congiunto con il mercato dei capitali ha esasperato lo squilibrio della ricchezza; molti servizi gratuiti online non danno reali garanzie sulla privacy degli utenti; c’è un forte interesse verso i dati degli “utilizzatori / consumatori”; esistono accordi tra aziende e governi per concedere ai governi l’accesso ad ogni dato richiesto; molti contratti impliciti salvaguardano l’azienda e scaricano le responsabilità sugli utenti; la corrispondenza segreta (Costituzione) è di fatto venuta meno con i nuovi mezzi di comunicazione.
In questo contesto non si parla dell’Italia, se non per quei problemi che sono diffusi in molti Stati e quindi anche in Italia, però il PP è internazionale e i fatti messi in elenco (presi dal manifesto) sono le istanze che poi portano alle intenzioni del partito (gli obiettivi).
Ho modificato la forma. Credo che sarebbe utile far leggere a qualche amico le varie versioni proposte del manifesto e sentire le loro opinioni. L’impostazione di questa proposta di manifesto è: è successa una cosa nuova ed importante, e noi vogliamo gestirla perché gli altri non lo fanno. Ci sono vari tipi di “manifesto ddi partito”, quello classico è: questa società fa schifo, arriv iamo noi che, essendo meglio degli altri, la mettiamo a posto, se sei piccolo (M5S agli inizi) grazie ad una rivoluzione, se sei grande perché il tuo programma è migliore. L’altra cosa è che soprattutto oggi non siamo abituati a leggere testi lunghi, o molti punti, quindi il manifestoo per essere vletto non deve essere un pippone. Se qualcuno è interessato leggeràqualche articolo sull’argomento.
Manca una frase che dica che intorno a questo tipo di manifesto si raduna un certo tipo di persone, ma non mi viene.
Mi sto leggendo, un po’ a rilento causa tempo libero, 1984 di Orwell, perché ha unito inizialmente diversi pirati nella mailing list (io non c’ero) ed è menzionato nel manifesto. Proverò a seguire l’impostazione che convince te storno, magari proponendo qui su questa discussione qualche aggiustamento e vediamo se questa volta verrà accolto.
Aggiornamento 3 luglio: lettura conclusa.
Per inciso, lo sto rileggendo anch’io, impressionato (e spaventato) dalle impressionanti analogie con il M5S. L’ultima, la riscrittura dell’art.10 della Brexit spiegata in breve.
Il giorno 1 luglio 2016 00:57, Silvan cto@lists.partito-pirata.it ha scritto:
Ho riformulato il tuo testo @storno, la struttura è la stessa, però secondo me scorre meglio ed è più incisivo in alcuni punti se scritto in questo modo (continuerò a leggerlo perché sento che va ancora migliorato, però mi sembra un passo avanti):
Manifesto
La rivoluzione della Rete, come tutte le grandi innovazioni, ha aperto opportunità straordinarie in campo sociale e politico, ma ha contemporamente ingigantito alcuni pericoli, che vanno nella direzione temuta da Orwell nel suo romanzo “1984”; la cui tendenza è ravvisabile già nei mezzi di comunicazione preesistenti. Il pericolo dell’invasione della sfera privata dei cittadini, con la possibilità di conoscere opinioni, timori, aspettative e tendenze di massa. Il pericolo della manipolazione delle informazioni sulla lontana realtà globale, che è difficilmente verificabile a differenza della vicina realtà locale, con cui perdiamo sempre più contatto, perché consideriamo sempre meno importante. Fino al conseguente pericolo di manipolare l’opinione pubblica, inscenando eventi strumentalizzabili di cui sarà nota la reazione emotiva prevalente. I partiti politici sono fortemente in ritardo nel comprendere i pericoli e le opportunità della Rete oppure sono direttamente asserviti a chi manovra i fili dai reali centri di potere finanziario. È quindi quanto mai urgente che i cittadini si mobilitino per arrestare il rischio di una nuova forma di totalitarismo ed in difesa degli interessi collettivi, anche attraverso i nuovi strumenti informatici resi possibili dalla Rete.
Il Partito Pirata intende dunque seguire due direzioni principali:
DIFFONDERE LA CONOSCENZA per maturare una cultura sempre più consapevole e adatta alla nostra specie ed evitare che si producano distorsioni della realtà e delle informazioni. Ciò richiede l’opposizione a forme eccessivamente limitanti di copyright, la trasparenza delle attività pubbliche e la libertà di parola.
PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE che è essenziale nell’ottica di distribuire ai cittadini il potere politico. Ciò comporta la dotazione di strumenti aperti e paritari per avanzare proposte, discuterle e approvarle. Questa novità culturale richiede una maggior propensione alla collaborazione, un impegno nella capacità di ascolto e il rispetto delle diverse opinioni. A tal proposito occorre privilegiare ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide, così come prevede il nostro Codice Pirata.
Ti ho invitato come coautore. che è essenziale per realizzare un’autentica democrazia, ancora più necessaria nell’ottica di distribuire ai cittadini il potere politico. [mi sembra una tautologia] Toglierei la parola “distopica” La prima volta che l’ho letta ho dovuto cercarla su Wikipedia e quindi dà un po’ l’impressione di “sboroni”
La seconda frase è troppo lunga, andrebbe spezzata e sottolineare i motivi del pericolo, cioè la manipolazione
Ci rifletto sopra.:
Ho accettato, tengo il testo aggiornato in questo post, quando c’è una versione che ti risulta valida, tramite messaggio privato ce lo diciamo e aggiorno LQFB.
Tautologia eliminata, così si è abbreviato anche il testo. Tolto il termine ‘distopia’. Scomposta la frase lunga un meraviglioso chilometro in tre frasi più brevi.
Ho riletto, dopo tempo, il manifesto nuovo, mi sembra buono, però l’ultimo paragrafo non mi convinceva e propongo questo cambiamento:
Attuale versione:
PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE che è essenziale nell’ottica di distribuire ai cittadini il potere politico. Ciò richiede di dotarsi di strumenti aperti e paritari per avanzare proposte, discuterle ed approvarle, come abbiamo fatto con Liquid Feedback. Questa novità culturale richiede una maggior propensione alla collaborazione, un impegno nella capacità di ascolto e il rispetto delle diverse opinioni. A tal proposito occorre privilegiare ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide, così come prevede il nostro Codice Pirata.
Versione che ritengo migliore:
PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE attraverso strumenti aperti e paritari per avanzare proposte, discuterle ed approvarle. Ciò comporta la distribuzione del potere politico ai cittadini, come anche la necessità di strategie difensive verso le ingenuità e gli errori. Questa novità culturale può funzionare anche se una piccola percentuale della popolazione si attiva in tal senso, risultando comunque più numerosa e di diversa estrazione sociale, rispetto alla tradizionale classe dirigente. Ciò richiede di privilegiare gli elementi che ci uniscono rispettando le diversità, così come prevede il nostro Codice di Condotta.
Motivi:
- parlare di distribuzione del potere senza menzionare il problema del populismo (anche se ho voluto evitare questo termine) allarma molte persone, del resto è ingenuo presentarsi così, ho corretto il messaggio (visto che ci sono attenzioni in quella direzione in cui ci impegnamo).
- ho voluto evidenziare il fatto che basta una piccola percentuale della popolazione, questo dà speranza e rende la strada più credibile, altrimenti più grande appare l’obiettivo, più aumenta il senso di incredulità.
- ho sintetizzato la frase sui valori mettendo l’essenziale (ho riletto tutto il codice per non farmi sfuggire elementi rilevanti), dato che questo paragrafo si stava allungando troppo: “elementi che ci uniscono rispettando le diversità” questa è l’essenza del nostro Codice.
- ho detto Codice di Condotta anziché Pirata, perché - capisco l’allegoria dei pirati informatici - però non tutti conoscono tanti dettagli in merito e può suonare piuttosto stravagante…
- ho anche eliminato la menzione a LQFB perché, anche se è la piattaforma a cui siamo approdati, è un dettaglio successivo, in futuro potrebbe cambiare, o comunque non lo metterei nel manifesto, limitandomi a parlare di strumenti aperti e paritari (caratteristica davvero importante).
E’ un po’ meno forte come manifesto, ma sarei contrario all’ultimo punto: la collaborazione significa proprio Privilegiare ciò che unisce rispetto a ciò che divide. Il contrario è rinunciare a combattere insieme per ciò che abbiamo in comune perché su altre cose divergiamo. Quello su cui divergiamo non è detto che io lo rispetti, magari lo combatto, ma ciò non impedisce che su ciò su cui convergiamo ci battiamo insieme.
Potrei eliminare il riferimento al Codice di Condotta, del resto è un manifesto, non uno Statuto, giusto per abbreviare di una frase ed esprimere meglio quanto evidenzi @storno, che è effettivamente importante. Così, per esempio:
[…] Ciò richiede di privilegiare ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide, continuando a collaborare, pur nella divergenza su altri temi e sempre nel rispetto reciproco.
Ho riproposto il RI-MANIFESTO per 2 motivi A) Continuano sul forum gli interventi sulla rete, a dimostrazione della nostra vocazione B) Si fanno sempre più insistenti, nel mondo, i richiami a 1984, dimostrando così la preveggenza dei fondatori (ne allego uno http://comedonchisciotte.org/la-svolta-orwelliana-neleconomia-contemporanea/ ) Vediamo di non arrivare buoni ultimi a queste conclusioni dopo essere stati i primi a capirle
Ok, buona idea, purtroppo non abbiamo convinto solibo che non vedeva abbastanza “forza” nel manifesto. Quindi, possiamo riprenderlo e cercargli di dare più… carattere. Grazie per il link, interessante, l’ho letto.
@storno Ho riformulato l’attuale manifesto per dargli più forza, è anche più breve (meglio) e credo non si sia perso nulla nella sostanza. Puoi fare un salto nel pad e leggere. Su LQFB fammi coautore oppure aggiorna il testo (sperando che sei d’accordo).
Ho letto, ma mi sembra troppo coinciso, quasi lo stile di un comunicato stampa. Comunque hai fatto bene a ricordarmi che c’è anche il manifesto. Ti faccio senz’altro coautore. Dovresti spedire una mail a Solibo per invitarlo a partecipare, visto il suo commento la scorsa volta (se lo faccio io mi sfancula)
Dunque, ho dato un nome più chiaro alle tre discussioni sui manifesti: 1) quello adottato a maggio 2015; 2) il tentativo di riformularlo nella forma conservando i contenuti; 3) questo nuovo focalizzato su Internet e le sue conseguenze. C’era un manifesto 4 che avevo scritto, ma ho revocato l’iniziativa e cancellato la discussione… faceva solo confusione.
Il 2) non è passato per un pelo, quindi potrebbe anche farcela riprendendolo in mano. La cosa positiva è che eredita tutta la lunga discussione che ha portato all’attuale adottato manifesto. Quindi c’è maggior continuità e più facile consenso.
Il 3) continua a non convincere solibo (il suo intervento è nel pad). In sintesi, dovremmo chiarire perché vogliamo riscrivere il Manifesto, a chi rivolgerlo, quali contenuti devono esserci ed infine resta il problema della forma sulla quale solibo ci darebbe anche una mano.
Praticamente c’è la necessità di un percorso più ragionato, al momento, credo sia più fruttuoso mettere mano, con l’approccio suggerito da solibo, al manifesto 2 che eredita già un lungo percorso ragionato collettivamente (e difficile da ripetere…).
Notizia molto azzeccata e questo attesa la buona scelta dei contenuti che hai fatto nel manifesto 2 storno. Sarebbe da aprire un’altra discussione e procedere passo passo…