Metodologia delle Riunioni fisiche (OST ecc.)

In quanto organizzatore (o per meglio dire promotore e comunque organizzatore) dell’AO di fine luglio se si terrà a Milano (diversamente, come ho detto in Agorà, saranno altri a doversi sobbarcare quest’onere), vorrei tentare col contributo di tutti (anche i non milanesi) una due giorni del tipo:

  • sabato 27 OST - dibattito, brainstorming, tavoli tematici
  • domenica 28 relazione E laddove richiesto deliberazione su proposte presentate dai relatori (ost e non ost va benissimo, purché adeguatamente presentate)

Certo, sarebbe bene che chi intende portare una proposta NON discussa il 27 magari abbia la compiacenza di farla avere un po’ prima, per evitare di dover sentire e poi decidere a stretto giro

Io non credo che ci saranno TANTE cose da decidere: ragazzi, la politica è un percorso, come la vita. (A ostacoli aggiungerei). Nessuno nasce imparato: siamo agli inizi. Io vorrei gettare le basi (coi volenterosi) per riuscire a crescere nel dibattito e nella produzione di contenuti politici di qualità, sostenuti poi dall’azione politica (dal volantinaggio ad andare fino in Islanda, passando per le raccolte firme varie ed eventuali).

Spero di poter contare su tanti alleati e so che ci sono, sia qui dentro che là fuori.

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e se fosse su una sola giornata?

Sarebbe molto molto difficile: credo che a quel punto dovremmo fare una scelta. O Assemblea deliberativa (con una modalità probabilmente più tradizionale), oppure solo tavoli tematici, riportando in AP le relazioni dei relatori.

Ricordiamoci che per noi la “delibera” in AO è (in questo momento) solo un incidente burocratico: quale ratio ci serve per deliberare in una AO fisica visto che possiamo deliberare sempre e rolling release in AP?

Addenda: il voto è sempre un momento importante in politica, sia alle elezioni che alle assemblee, ma è sempre sempre un momento di divisione (anche quando si hanno maggioranze nettissime). Non può essere che così: se credo fortissimamente in una cosa e sono l’unico mi girano lo stesso i coglioni.

A volte però non si può prescindere, o saremo tutti sempre morti di fame mentre decidiamo dove andare a mangiare la pizza.

Quello che vorrei fare è iniziare un buon dibattito. Se poi servirà anche il voto bene, sennò lo rimanderemo.

Su questa andrei a votare solo se ci sono proposte non conciliabili tra loro, pensavo che fosse piú qualcosa da concordare. Peró si, immagino che in una logica di ottimizzazione delle presenze si potrebbe votare, peró secondo me dovrebbe essere piú una conta di presenze che un voto vero e proprio. Che senso ha votare una data per una persona che magari non ci viene comunque?

Io credo che il gruppo che si autopropone, lo faccia perché ha un’idea in testa e abbia voglia di sperimentare, trovo antipatico che persone che non fanno parte di quel gruppo debbano bloccare in qualche modo la loro visione dell’evento. Io credo che mi sentirei come se mi tarpassero le ali al posto loro. Noi possiamo dibattere e dare consigli, ma lascerei le valutazioni finali a loro, poi se qualcosa non ha funzionato possiamo sempre ragionare in termini di miglioramenti nel prossimo evento, o un altro team potrebbe proporre la sua visione quando sará il suo turno di organizzare.

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La proposta di OST è adottata nella mozione relativa ad una singola giornata (dove peraltro non cì l’ordine del giorno).

Forse se quanto detto nel forum fosse riportato nelle mozioni sarebbe tutto più semplice per la scelta.

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Ho cercato di fare una sintesi, eliminando di fatto le proposte di assemblea in un solo giorno. In questo modo possiamo avere tutto:

  • sabato 27 dibattito con metodo OST
  • domenica 28 assemblea classica (deliberativa)

Mi sembra inutile fare tutto un giorno sacrificando qualcosa quando possiamo fare tutto in due giorni e lasciare libertà di scelta ai partecipanti. Che ne dite?

La riporto anche qui per informare anche chi non può leggere Agorà.

Proposta Preso atto degli ottimi spunti tratti dal forum riguardo all’organizzazione della prossima assemblea occasionale, propongo:

  • sabato 27 luglio: workshop tematici (3-7 persone) su argomenti proposti sia prima che durante (se possibile), tutto il giorno
  • domenica 28 luglio: relazioni workshop (massimo 20 minuti ciascuna), eventuali mozioni al voto (bilancio primo semestre).

Ordine del giorno Assemblea Occasionale (nella giornata di domenica 28 luglio)

  • relazione tecnica gruppo CTO (servizi tecnologici presenti e proposta futuri)
  • relazione gruppo di lavoro riforme Statuto (voto possibile ma non obbligatorio in quanto AO non deliberativa per modifiche Statuto) o altre mozioni inerenti al tema presentate dai singoli (previa presentazione al gruppo di coordinamento entro il 21 luglio)
  • relazione gruppo di lavoro “comunicazione” o altre mozioni inerenti al tema presentate dai singoli (previa presentazione al gruppo di coordinamento entro il 21 luglio)
  • relazione gruppo di lavoro “accoglienza Pirata” o altre mozioni inerenti al tema presentate dai singoli (previa presentazione al gruppo di coordinamento entro il 21 luglio)
  • bilancio primo semestre consuntivo 2019 e preventivo secondo semestre 2019 (previsto voto)
  • mozioni varie ed eventuali sia presentate dai gruppi di lavoro che da singoli Pirati (previa presentazione al gruppo di coordinamento entro il 21 luglio)

Ratio Per massimizzare gli sforzi di chi viene da lontano, due giorni di vero dibattito ed eventuale voto finale (la domenica) mi sembrano più opportuni. Il metodo che verrà utilizzato sarà https://it.wikipedia.org/wiki/Open_Space_Technology (compatibilmente con le esigenze organizzative) per la parte NON deliberativa (ovvero sabato e in caso domenica prima mattina), mentre classica con interventi la giornata di domenica 28.

Per la parte di domenica 28 (quella con interventi con iscritti a parlare) sarà garantito sia lo streaming che gli interventi da remoto.

Note Il dettaglio logistico sarà comunicato solo dopo formale convocazione (approvazione di questa iniziativa) e lista iscrizioni. Direi che le iscrizioni a parlare dei relatori si chiuderanno sabato 27 luglio (anche da remoto), lasciando uno spazio per eventuali iscritti dell’ultimora che si iscrivessero il giorno stesso (domenica 28) in quanto presenti sul posto. Ovviamente gli interventi non potranno essere infiniti così come il tempo a disposizione per ciascuno.

Chi é seduto alla cattedra dá l’impressione psicologica di essere uno dei leader del partito. Chi porta l’acqua, magari solo perché é gentile, dá l’impressione di essere un gregario.

Chi é al tavolo puó fare facce strane durante gli interventi di persone specifiche, fare finta di non ascoltare chiacchierando con quello a fianco sminuendo l’intervento de-facto.

Quanta saggezza.

Adesso c’é la proposta:

E così si fece a Milano… anni or sono.

E allora il dibattito che svogliamo qua serve solo se qualcuno in agorà apre una proposta alternativa?

Si chiama discussione o dibattito ma in realtà si intende che la discussione avvenga esternamente e con i mezzi degli emendamenti e proposte si misurino i consensi per certe modifiche alla proposta, affinché non si faccia qualcosa solo perché lo ha detto persona X, ma perché le altre 50 persone sono d’accordo!

Se qualcuno esagera con il protagonismo si ritrova da solo al tavolo.

Per esperienza mia il protagonismo si scopre solo quando fa la relazione del tavolo e ti accorgi che sta tralasciando tutte le cose che non gli sono piaciute.

Dato che l’AP funziona molto bene ed è più inclusiva di qualsiasi AO, metterei l’enfasi sul sociale— sul rendersi conto come siamo tutti umani, come combattere la realtà che nel digitale si litiga più del necessario. A Cal e solibo gli servirebbe una bella serata in discoteca con me per rendersi un po’ conto che sono una persona costruttiva in buona fede che sta dicendo cose sensate e facendo avvertimenti ragionevoli a questo partito che altrimenti non impara dal proprio passato.

Perciò secondo me un AO potrebbe essere anche un incontro interamente informale, e forse sarebbe meglio per lo spirito costruttivo se ci venissi anch’io…

Mi pare il caso di fare notare che @ale, @o_zone, @erdexe ed io abbiamo tutti elencato buone ragioni per le quali OST non solo non è concludente, non riesce nemmeno ad apportare l’inclusione per la quale è stata inventata. A favore di OST sono stati @mac, @solibo e @daviderix — tra cui solo uno ha spiegato le sue motivazioni. @storno e @marcat90 si sono espressi indecisi. Non mi pare un buon fondamento per insistere con l’OST…

Io sarei a favore del metodo proposto da @ale

Su questo sono (vedi i casi della vita) paradossalmente d’accordo anche io. L’AP per come è strutturata è effettivamente inclusiva. L’AO potrebbe non esserlo. Il problema è se l’AO prende decisioni. Se si limitasse a rigirare mozioni all’AP, avrei molti meno problemi.

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E quale sarebbe stato il tuo contributo costruttivo allo IUF 2015, che utilizzava questa metodologia? Ti ricordo che l’unico tavolo che ha presentato una relazione finale, approvata da tutti i partecipanti al tavolo è stato quello sul copyright, di cui fungevo da segretario. Come mai i tavoli in cui hai apportato il tuo contributo costruttivo di relazioni non ne hanno presentate?

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Questo possiamo farlo: il 28 ad esempio possiamo sentire i relatori in AO, eventualmente votare i bilanci di medio termine e altre piccole cose (come ad esempio incarichi eventualmente vacanti), lasciando all’AP l’approvazione delle mozioni uscite dai tavoli dei workshop.

Prendiamoci tutti i vantaggi di un’organizzazione flessibile.

Questo. Ai tavoli non ho potuto partecipare, non mi ricordo più perché. Non ho capito il nocciolo di cosa vorresti criticare. Sbaglio, o questo ad hominem è off-topic?

Personalmente mi piacerebbe se ci fosse uno spazio per discutere tutti insieme di temi generali.

Mi piacerebbe se si confrontassero apertamente visioni alternative di come il Partito Pirata dovrebbe organizzarsi ed operare. Io la mia visione l’ho già descritta qui sul forum, ma per il momento ho ottenuto ancora pochi feedback, siano essi positivi o negativi.

Credo siano temi fondamentali, da affrontare con urgenza. Forse persino preliminari. E non sto parlando solo di struttura del partito, perché credo che questa debba derivare dai valori e dagli obiettivi di lungo periodo, in funzione dei metodi che si scelgono. Non viceversa.

Non saprei dire quale formato potrebbe essere più utile a questo scopo.


Sui meccanismi di dialogo, sarebbe bello avere un momento per le “Domande ai dirigenti”. Visto che tutti gli iscritti sono (almeno per il momento) dirigenti del Partito Pirata, sarebbe interessante provare un formato di questo genere:

  • chiunque dire il proprio nome e porre una domanda a qualcun’altro
  • al termine della risposta, gli ascoltatori decidono se ha risposto esaurientemente
  • se sì, chi ha risposto alla domanda può fare una domanda a chiunque altro
  • se no, il turno di chiedere passa al prossimo che non ha ancora parlato

Come no, disponibilissimo. Solo che tecnicamente questo non è un dialogo è un interrogatorio del tribunale del popolo.

Un dialogo è quando uno parla e dice ciò che lui pensa e vuole dire, nel modo in cui vuole dirlo e tu ascolti e ne trai le conseguenze, poi tu parli e l’altro ascolta. Non quando si pretende di tirar fuori da qualcuno cose che eventualmente non vuole dire. Di solito bisogna aver commesso dei crimini, anche abbastanza gravi, per doversi sottoporre a questo trattamento.

Nemmeno i c.d. dibattiti prevedono il giudizio del popolo.

Ma perché non passiamo direttamente all’ordalia o al duello, sarebbero anche più divertenti.

Ma veramente non ti rendi conto di quanto è contrario all’idea di accoglienza, che peraltro tu vorresti sostenere (a parole ma chiaramente non nei fatti), questa proposta?

Io credo che nelle riunioni fisiche il tempo sia l’elemento piú complicato da gestire. Il forum elettronici creano questo meccanismo da dibattito eterno, dove sembra che il tempo non esista. Invece un dibattito vero ha dei momenti, e si deve ballare tutti allo stesso ritmo, mi permetto di fare un esempio con l’accetta:

  1. Benvenuto e introduzione
  2. esposizione dei contenuti da parte dei convenuti
  3. discussione
  4. decisioni
  5. comunicazione delle decisioni

In un forum su internet sembra normale dibattere senza arrivare mai ad una conclusione. In un forum fisico si avrebbe la chiara sensazione che il forum é fallito o che si é sbagliato qualcosa.

Quindi é importante segmentare i tempi.

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@ale hai centrato pienamente il punto: le riunioni fisiche sono sincrone per eccellenza (e quindi tempo finite), quelle elettroniche asincrone (forum, chat, eccetera) e praticamente tempo infinite.

Questa disparità (materiale) crea anche nel discorso e nella produzione dei contenuti una differenza abissale: se hai 10 minuti per parlare e sei abituato a dire una cazzata ogni due parole, finirai per dire solo cazzate e avrai sprecato tutto il tuo tempo.

A me con OST e i workshop di sabato piacerebbe ottenere un duplice obiettivo:

  • prendersi i vantaggi delle riunioni tempo finite (sforzo produttivo)
  • prendersi i vantaggi dell’essere presenti di persona (conoscersi meglio, usando anche il paraverbale).

Vediamo.

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In realtà metto insieme molti elementi. A) Il sistema decisionale pirata scandito da LQFB mi sembra quasi perfetto. Bisognerebbe rivedere alcune policy (qualcosa è stato già fatto) per correggere il difetto di ogni sistema assembleare: la lentezza.

B) Il forum non ha nessun obiettivo decisionale, serve solo alla fase della discussione.

C) Gli incontri fisici quasi mai danno contributi decisionali, solo quando di fatto ratificano decisioni già prese. Per lo più hanno un grande valore motivazionale e, soprattutto, di conoscenza fra i partecipanti, visto che in essi si può dispiegare la comunicazione non verbale totalmente assente in rete.

D) In questa ottica i tavoli con un ridotto numero di partecipanti limitano la conoscenza e, quindi, per me dovrebbero non essere del tutto liberi: inutile che allo stesso tavolo siedano persone che già si conoscono, meglio che siedano persone logisticamente prossime, che quindi un indomani potrebbero dover collaborare, …

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Oppure cercare la carriera di politico e per questo cercare di ottenere la fiducia altrui. In tal caso bisogna sopportare anche domande inquisitorie. Massima trasparenza da parte di chi si considera un politico, giusto?

L’accoglienza vale per i nuovi iscritti. Anche per coloro che hanno dichiarato di volere essere bravi politici, ma in modo diverso… più inquisitorio appunto.

Questa parte la possiamo tralasciare dato che l’AP è più democratica a riguardo. Le persone presenti all’AO sono una minoranza non rappresentativa.

Perfetto. D’accordo. Ma come gestire la fase 3? Proprio praticamente. Ammetti di avere una sala con 30 persone. Come gestiresti il batti e ribatti di una “discussione”. Ammetti di avere uno come shamar o lynx che pretende di voler ribattere e ribattere ogni cosa e poi ogni risposta non gli è sufficiente finché non ha portato l’interlocutore a dire quello che lui pensa si debba dire, come sta avvenendo sul forum, come la gestisci? Perché la discussione negli ambienti professionali e accademici prevede la figura del ‘discussant’ (controrelatore), che di solito è uno che ha studiato la tesi presentata, e non parla a caso? E se avessi, come sarà speriamo presto possibile, una platea di centinaia, migliaia, di persone?

D’accordissimo. Però è un modello diverso. Quello in cui c’è un “rappresentante” (o un candidato rappresentante almeno) che si espone (liberamente e proprio in ragione della sua scelta) a questa “interrogazione”. Durante le elezioni io, come tutti gli altri candidati, ci siamo esposti a questa forma di fronte al pubblico e alle telecamere. Ma per me questa è una fase che attiene alla «comunicazione», non al dialogo. Non c’è dialogo in questo.

Ma assolutamente no. Bisogna essere sempre accoglienti con tutti e per tutti. L’accoglienza è una forma continua, non è che una volta entrati poi si può adottare forme di bullismo cameratesco, solo perché uno è “entrato”. Bisogna adottare forme accoglienti, anche del pensiero, di ogni altro. Ripeto, questa non è una chiesa che deve indottrinare i suoi adepti. È un partito politico e io spero che sia un partito politico moderno e che rispetti la nostra costituzione e le leggi, alla lettera e nella sostanza (a meno di non decidere, politicamente, di volerle modificare o addirittura violare, ma questa deve essere una decisione cosciente, collettiva e assunta per motivi politici).

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Credo che @Shamar (che conosco poco e non di persona, purtroppo) e @lynX siano diversi: al primo voglio dare il beneficio anche del dubbio e quindi lo gestirei riportandolo all’ordine.

L’unico metodo valido invece per il secondo credo sia il metodo dei due passi.

Diciamo che il mio schema non entra nel merito, anche nel punto 2 non affermo in quale modo i contenuti devono essere esposti. Il mio obiettivo era mostrare che é necessaria una contingentazione. Io direi che intanto la discussione va collegata ai contenuti, quindi il mio schema non é preciso, cioé andrebbe inserita dopo la presentazione di ogni singolo contenuto. Il modo in cui verte la discussione dipende dal contenuto. Se il contenuto é una proposta, la discussione potrebbe andare nella direzione di chi l’appoggia, chi aggiunge qualcosa, chi la smonta.

Il problema che tu poni é che il dibattito potrebbe venire rovinato da interventi fuori luogo che alla fine mettono a rischio la capacitá di arrivare a delle conclusioni.

Negli interventi é anche molto comune quella forma di protagonismo narcisistico dove si comincia a trovare piacevole l’ascolto della propria voce. Penso che tutti l’abbiamo provata qualche volta. Quando si innesca questo meccanismo é molto comune che si parli un sacco senza andare a parare da nessuna parte.

Per evitare questo, bisogna tenere d’occhio i tempi di intervento, chiedere all’interlocutore di stare sull’argomento. Io ho il mio personale metro, io valuto scadenti gli interventi che alla fine del ragionamento non presentano una proposta.

Cioé: ti ho ascoltato 20 minuti, ma cosa mi hai detto? Cosa hai tolto e cosa hai aggiunto al contenuto del quale stiamo parlando? Se io appoggio il tuo ragionamento dove andiamo a parare?

Ma questa é una cosa che puó valutare solo chi ascolta, non é compito del moderatore decidere questo, al massimo il moderatore puó chiedere quando manca qualche minuto di arrivare alle conclusioni e di fare la sua proposta per metterla ai voti. E possibilmente la proposta deve essere chiusa in una frase, perché altrimenti non si capisce.