Non è un’idea sbagliata far pagare tutti, perché a Roma essendo 2,8 M di persone se il costo diventa irrisorio: si possono levare i controllori che faranno altro (magari controllare che funzioni il servizio); non servono più biglietti e i relativi costi di gestione (però ho qualche dubbio riguardo i turisti, ma sono quelli che pagano più regolarmente di norma - ci sono stato 5 anni a Roma); se tutti di fatto pagano si è incentivati ad usare il servizio pubblico, magari con un occhio di riguardo per chi ha redditi molto bassi, naturalmente ci sarà chi paga e non usa il servizio, ma lo stesso discorso accade con la sanità o in generale con il concetto di imposta. Si tratta solo di capire quanto incide su ciascuno, se è troppo, tocca fare i biglietti, se è marginale, penso proprio che ci sia tutto di guadagnato.
Esatto, sono sempre 1,20 euro per un biglietto di 90 minuti
L’alternativa pirata è una amministrazione dalle decisioni liquide, burocrazie automatizzate ed eliminazione di cariche corruttibili… e l’eliminazione dei costosi sistemi di pagamento individuale…
Non confondere il servizio pubblico con un bene comune. Non ci è mai stata un’ATAC bene comune.
Infatti la gente può prendere il tassì o comprarsi un motorino.
Hanno già introdotto la tassa turistica alle pernottazioni… non ci vuole nulla ad aumentarla di qualche euro.
Come tutte le tasse a fine anno, se sei sotto la soglia non le paghi… prendi i sussidi piuttosto.
Attento però alle tempistiche… il capitalismo ormai si è adattato alle esigenze della democrazia: se il servizio privato deve apparire di successo fino alla prossima tornata elettorale, faranno in modo di raccogliere sufficiente capitale per apparire un progetto di successo… poi appena concluse le elezioni si inizia a tirare su i prezzi…
Eccerto… un’altra volta privatizzare i profitti e collettivizzare le perdite! … NO In ogni caso non funziona esattamente come si potrebbe pensare. I ricavi dei biglietti non vanno ai gestori delle singole tratte, che vengono pagati a km percorsi, quindi paradossalmente le tratte “più redditizie” per loro sono quelle con meno traffico e meno utenza. Non devi prendere a riferimento, per intenderci, le logiche che useresti per l’ADSL.
No, non le confondo. Comunque, alla luce di quanto sotto, nella fattispecie non si parla né dell’una né dell’altra, bensì di esternalizzazione del restante 80% del servizio.
E quindi invece di aumentare la partecipazione ed il controllo dei cittadini sull’operato dei politici eletti, lo diminuiamo esternalizzando ed introducendo ulteriore distanza dalla gestione del servizio…
Ci sarebbero TEORICAMENTE già questi dati disponibili come Open Data
Chiariamo un punto: quando dite liberalizzare il trasporto pubblico, vi piace pensare che diamo spazio ad un privato che magari è più efficiente. Quello che probabilmente non è chiaro è che la cosiddetta “liberalizzazione” consiste in gare pubbliche in cui dei fornitori di servizi fanno una corsa al ribasso per accaparrarsi la fornitura del trasporto pubblico, garantendo teoricamente una qualità minima del servizio. Quindi: quello che stanno proponendo in questo referendum, se andate a leggere, non è di liberalizzare la possibilità di affiancare un servizio indipendente (e non sono nemmeno certo che questo non sarebbe già possibile), ma di mettere a gara tutte le tratte.
Infatti attualmente il 20% delle tratte è GIA’ affidato ad un ente esterno ad ATAC, ovvero “Roma TPL Scarl”, che viene pagato dal Comune per fornire il servizio. Andiamo a leggere come sta andando e come funziona il contratto di servizio, che al Comune costa 101milioni all’anno:
E anche per quel che riguarda Firenze: quali sono i termini in base ai quali è stata affidata la gestione del servizio a questi privati? Chi paga chi? Siete sicuri che il TPL di cui parlate non sia stato semplicemente esternalizzato? Quanto paga il Comune di Firenze per il servizio? Sicuramente nel contratto di servizio è specificato che il controllo sul prezzo del biglietto rimane in mano al Comune, è per questo che non aumenta.
Fare un appalto per affidare una cosa pubblica ad un’azienda privata è una soluzione che con i decenni si è sempre maggiormente preferita, suppongo perché aiuta il mercato e le aziende ad avere un po’ di espansione interna in più, piuttosto che far scegliere rigidamente allo Stato tutti i dettagli.
Come soluzione può andar bene, però l’azienda che vince si deve render conto che si sta inserendo in un mercato garantito (i mezzi pubblici a Roma saranno sempre presi da tantissimi, si tratta di gestire bene personale, tariffe e innovazione). Siccome il mercato è garantito, si deve accettare l’eliminazione dell’aspetto speculativo da questo mercato e quindi lo Stato (Comune di Roma in questo caso) deve vigilare sulle tariffe, sugli effettivi costi sostenuti dall’azienda, sulla pianificazione di nuovi acquisti, sugli stipendi pagati al personale, sul ruolo di tutti i dipendenti, ecc. Tutti questi dati devono inoltre essere resi pubblici (con solo l’omissione dei dati personali dei dipendenti).
Infine, nulla vieta che insieme a questo scenario, il Comune metta un’imposta irrisoria a tutti i cittadini di Roma per abbassare i biglietti di chi prenderà i mezzi o per eliminare proprio la necessità di fare biglietti ed avere controllori. Se la qualità del servizio scende, si può rifare una gara d’appalto (si manda via l’azienda che non si impegna) oppure si emettono ordinanze per imporre all’azienda certi impegni di innovazione o altro, dipende dai casi…
Silvan, i contratti di servizio TPL non funzionano come presumi tu: il Comune paga un tot a km un ente terzo per un servizio che per qualche ragione non vuole gestire. Le tariffe le fa il Comune, così come stabilisce i requisiti minimi del servizio erogato.
Scusate, visto che (almeno per quanto mi riguarda) la prospettiva si sta evolvendo man mano che approfondiamo la questione… Proviamo a modificarla ulteriormente ed a ragionare in termini di economia “P2P”? Quale sarebbe la nostra soluzione di riferimento in quest’ottica?
Il P2P è il mercato libero… sarebbe una soluzione indonesiana per esempio… li chiunque vuole si compra un bussetto, mette una insegna che indica quale tratta vuole fare e per anni fa sempre la stessa tratta. Prende i soldi contanti da chi scende. Non so se ci sono licenze statali o se è tutto informale.
La qualità del servizio a volte è sbalorditiva… ho raramente aspettato più di un minuto finché passasse il prossimo bussetto. Per qualche moneta in più è disposto anche a farti da tassì e adattare il giro alle tue esigenze.
Presumo che in Italia non funzionerebbe perché dal controllo statale si passerebbe direttamente al controllo mafioso…
Perciò direi di lasciare stare la ricetta ideologica del P2P e passare alle metodiche del commons: se riusciamo a rimpiazzare ruoli eletti/incaricati con impiegati che riferiscono ad un liquid feedback dirigente… magari si riesce a combattere il marcio dello statale, verso la trasparenza e il buon senso collettivo…?
Al di là di pianificazioni per la mobilità a Roma, che richiederebbero penso non pochi documenti e monitorazioni da studiare per capire come intervenire… se non siamo nel Comune (nemmeno come minoranza), possiamo sì fare un programma, ma molto sommario.
Bisognerebbe definire bene come ora il Comune amministra quel che deve amministrare e a quali problemi si va incontro (mafia locale sicuramente), in funzione di ciò, capire se basta trovare il modo di risolvere la corruzione oppure bisogna cambiare anche il come il Comune amministra quel che deve.
Purtroppo, non ho la serenità e le giuste motivazioni per entrare in questi dettagli…
Capisco l’equivoco, perché in effetti P2P in senso letterale è quello a cui ti riferisci tu. Io però avevo in mente il P2P come lo intende la P2P Foundation, ovvero in senso cooperativistico. Per spiegare il concetto vedi ad esempio questo pezzo che avevamo tradotto io ed @Exekias … ma mi sa che non abbiamo mai pubblicato la traduzione…
Collettivizzare le perdite è ciò che avviene ora
Esatto, ed è una cosa assurda. L’azienda fa uscire gli autobus anche se stanno in condizioni pietose, perché il pagamento scatta in automatico una volta percorsi quei tot km, e nulla importa se i passeggeri viaggiano in condizioni decenti o meno. Forse sarebbe diverso se chi gestisce il servizio avesse interesse a perseguire la soddisfazione degli utenti. Quanto al P2P ha ragione lince: è questo. Volendolo tradurre con una parola italiana (cosa ormai demodè, me ne rendo conto) si potrebbe chiamare “disintermediazione”.
I contratti di servizio hanno dei livelli minimi da rispettare: cfr. accordo sul livello del servizio Ad esempio nell’articolo che spiega come funziona Roma TPL (vedi qualche post sopra) si legge che una delle condizioni contrattuali era il rinnovo delle vetture.
Certo che lo è, ma penso che sarai d’accordo che c’è molta differenza tra l’esempio di disintermediazione di Lince in cui ognuno fa per sè, e gli esempi di disintermediazione della P2P foundation, basati sulla collaborazione e sulla generazione di valore per la comunità intera.
… che in pratica si farebbe come? Io in questo caso ho guardato al mercato anarchico indonesiano perché l’approccio cooperativistico per me sarebbe bene comune e democrazia liquida … e non trovo P2P una descrizione adeguata dato che il bene comune non lo vedo molto decentralizzabile …
Anche i profitti, però. No?
Come sempre in politica e società, se vuoi ottenere dei vantaggi per la comunità devi creare regole e farle rispettare… una disintermediazione come nel caso indonesiano cambia “le regole” — i tramvieri dipendono direttamente dal pagamento dei viaggiatori e se quelli sono insoddisfatti nella cultura indonesiana possono pagare di meno della rata usuale — ma non significa che questo modello sia sempre migliore, capita solamente che il modello anarco-capitalista in questo scenario funziona abbastanza bene. In altri scenari è l’orrore.
Un aspetto che il modello indonesiano per esempio non tiene conto sono gli standard di sicurezza stradale… ai viaggiatori in genere non importa granché se il tramviere ha montato le cinture di sicurezza… se ne accorgono solo quando sarebbero servite… oppure se la comunità vieta che si passi per il parco nazionale per non disturbare la quiete degli animali, al tramviere e i suoi viaggiatori non gliene può fregar di meno, se risparmiano mezz’ora di tragitto.
E insomma domani si vota. Questi i quesiti (grassetti miei):
Volete voi che Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, nel rispetto della disciplina vigente a tutela della salvaguardia e la ricollocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?
Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?
Come si può constatare, i privati non vengono nemmeno menzionati. Si chiede che i vari servizi vengano gestiti da soggetti diversi, anziché ad uno solo, ma questi soggetti potrebbero essere anche tutti pubblici (cioè in teoria la gara potrebbe vincerla FS o altre imprese pubbliche).