Nasce la carta dei diritti del lavoro indipendente

Un articolo del manifesto che spiega tutto ciò che si muove sul tema…

Nasce la carta dei diritti del lavoro indipendente

Nasce la carta dei diritti del lavoro indipendente

La coalizione propone una riforma universalistica del welfare basata su un «reddito minimo garantito a tutela dei periodi di non lavoro»; una riforma della fiscalità generale in senso progressivo e una della previdenza (vero cruccio per tutti gli autonomi under 45) con la proposta di una «pensione minima di cittadinanza». Una tesi avanzata anche dai freelance di Acta. Una proposta che cerca di tenere i freelance con gli autonomi delle 19 casse previdenziali private, un legame che rischia di perdersi nella proposta del governo. Si prevedono anche misure di contrasto alla penetrazione del capitale negli studi professionali e contro lo sfruttamento del lavoro.

La notizia più interessante è che la coalizione sindacale 27febbraio per i diritti dei lavoratori autonomi ha elaborato una Carta dei diritti e dei principi del lavoro autonomo e indipendente

Mi paiono proposte ragionevoli. Qualche perplessità me la suscita il passaggio sulle pensioni d’oro; è un leitmotiv del dibattito politico dalla notte dei tempi, c’è chi dice che valgano miliardi c’è chi dice poche centinaia di milioni. Poi c’è il discorso “non-si-possono-toccare-i-diritti-acquisiti”, che rende difficile qualunque intervento (vd. la recente sentenza della Consulta sul blocco della perequazione).

Quanto al Reddito minimo garantito, a me personalmente è sempre parsa una cosa molto più fattibile del RdE, e peraltro incontra giudizi favorevoli anche da opinionisti molto distanti culturalmente da Il Manifesto (vd. qui)

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