Apro questa discussione poiché ritengo il commento di Aram all’iniziativa i6321: RI-PROPOSTA di RI-MANIFESTO“Questo è il manifesto di un partito di scopo, che butta alle ortiche tutto il resto delle tematiche.”
un argomento importante da forum e non un emendamento (brutta abitudine quella di non discutere sul forum) [fori motus]
Finora si è discusso se partito di scopo sì o no.
Ora mi sembra che Aram ponga la corretta alternativa: Partito di Scopo o Partito di Programma?
Perché non mi sento lontanamente degno di discutere della Filosofia della Democrazia Razionale Collettiva.
In un primo momento ho pensato di rivolgermi ad Adriana, molto più colta ed intelligente di me, ma poi mi sono ricordato di averla praticamente costretta ad iscriversi al PP-IT e non volevo che potesse collegare le cose e quindi cercare di soffocarmi nel sonno.
Tornando all’argomento:
Il programma è una serie di argomenti che il partito promette agli elettori di perseguire e, possibilmente, di realizzare.
Gli elettori valutano quanto il programma aderisce alle loro intenzioni, ma anche (ahimé) quanto il partito è in grado di realizzare il programma stesso.
Il partito di programma inoltre usa il programma suo e degli altri per valutare (e farsi valutare) riguardo le alleanze.
Essere “Partito di Programma” ha quindi senso per i grandi (con riferimento all’obiettivo, comune, provincia, …) partiti che se vincitori possono davvero realizzarne gran parte.
Oggi non siamo certo in questa condizione.
Il Partito di Scopo invece si pone un numero molto limitato di obiettivi, che siano metodi o principi o punti di un programma su cui è “specialista”.
Il suo obiettivo non è conquistare il potere, ma fare da “consulente” su quegli argomenti a chi ha ottenuto il potere.
E’ un obiettivo raggiungibile anche per un piccolo partito.
Faccio l’esempio concreto del comune di Milano dove il radicale Lorenzo Lipparini è Assessore a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data benché il Partito Radicale non abbia nessun eletto nel consiglio comunale.
A mio avviso, oggi, il PP-IT non è nemmeno lontanamente candidato ad un posto di potere, e nemmeno è in grado di fare manutenzione al programma Faccio un esempio: gli Esteri sono fermi alla revisione dei Patti Lateranensi, senza essere in grado di dire in che senso, Lelio Basso ci ha scritto un libro. Ma, soprattutto, oggi l’interesse è altrove, sul ruolo dell’Europa, sull’Ucraina, sui rapporti con la Russia, …
Nella parte economica ho letto “Ripensare il PIL” e già il titolo …
Ovvia quindi la mia opinione: il partito deve individuare due o tre temi che diventino il suo “core” lasciando libero chi vuole di dedicarsi a compilare un programma che di fatto è solo ufficioso, anche perché la composizione del PP-IT varia continuamente (delle decine di persone che hanno approvato alcuni articoli del programma sono rimaste poche unità) e analogamente può variare il contenuto senza che per questo venga sfigurato il partito.
Vediamo un po’, quanti argomenti si possono rimuovere dal programma che hanno nulla a che fare col digitale? Uhm… forse le unioni civili…
I “consulenti” mi pare che già lo facciamo da anni… ovviamente capita spesso che veniamo invitati per nome e non per associazione…
Sui patti lateranensi e il PIL ripensato… okay, sono da ripensare… perché non proponi il remix o la rimozione degli articoli che ti disturbano? Al sentirsi competenti o meno ci pensano poi gli iscritti, no? Perché prendere una decisione astratta se c’è da prendere molte decisioni concrete?
Come ho detto sono per il Partito di Scopo, in fondo descritto, come giustamente dici, dal RI-MANIFESTO: Trasparenza, Partecipazione --> il metodo DIL (Vedi A (sto stronzo non poteva scegliere un nick + semplice?) e la tecnica (per il momento) LF.
Da qui segue tutto, da cui anche un programma, solo se e quando necessario.
Starò via sino a domenica e sto pensando ad un giochino che proporrò la prossima settimana.
E’ stato presentato un manifeston alternativo da Apsirtydes (spero tu non abbia sorelle).
Puntando sul fatto che, conoscendomi, possa aspettarselo lo critico pesantemente.
Nella mia visione il Manifesto dovrebbe servire ad attirare l’attenzione verso un partito che ha qualcosa di nuovo da dire, che sia un programma od un’impostazione particolare od altro.
Non può essere un insieme di banalità come il fatto che in Italia crediamo ai prinncipi della costituzione italiana.
Un manifesto simile è mortale soprattutto per un partito pirata, cui quelli che ho sentito (soprattutto se non lo conoscono) attribuiscono il carattere di originalità.
Devo comunque riconoscere che manca la parola “antifascista”, che è il prezzemolo di tutti i manifesti e gli statuti “moderni”.
Persino il nostro sito si rifiuta pervicacemente di sostituire il vecchio manifesto con il nuovo approvato in assemblea, forse perché il nuovo non contiene questa parola chiave.
Un suggerimento per chi ama tanto il concetto, così moderno (Livertà vo cercando …) di libertà da evidenziarlo nel vecchio manifesto e nella nuova proposta: fondiamoci con il Partito Radicale (oggi possiamo scegliere anche la sfumatura) chge da tempo ne ha fatto la sua bandiera.
Sono per il partito di Programma.
Primo, perché credo che i PP nel mondo siano molto piú che la riforma del copyright o dei brevetti. Credo esprimano una visione del mondo e della societá intrinsicamente coerenti, e i cui perni sono, appunto, la libertá dell’individuo e la giustizia sociale.
Secondo, perché gli scopi che dovremmo prefiggerci sono talmente elitari che, dipendesse da quelli soli, non ci voterebbe quasi nessuno (e dunque sarebbe impossibile realizzarli).
Terzo, perché se il corollario é che pur di realizzare quegli scopi ci si allea o si collabora con chiunque (incluso magari un Salvini o una Meloni o altri f.d.p.) credo che la maggioranza dell’AP sarebbe contraria. Il che, a sua volta, dimostra che in fin dei conti un’idea di ció che é giusto e cosa sbagliato ce l’abbiamo.
Infine, se il problema é che siamo piccoli, non avere un programma é il metodo migliore per rimanere tali. La Lega non sarebbe al 14% se non avesse cominciato a parlare (seppur sparando cazzate a go-go) di euro, di legge Fornero etc.
Nel nostro piccolo, quando si é cominciato a parlare anche di sharing economy e di lotta alla corruzione/digitalizzazione qualcuno in piú ha cominciato a seguirci.
Il mondo di oggi funziona cosí.
Mah, a me pare che oggi dichiararsi “antifascista” sia il metodo più rapido per essere etichettati come “buonista-zekka rossa-abboldrini”. L’Uomo Comune odierno (che a casa ha un libro solo -l’elenco del telefono- e lo usa per pareggiare la gamba del tavolino), alla parola “fascismo”, parte col refrain che “Il Duce ha fatto anche cose buone” (o variazioni sul tema).
Idem come sopra. Sarà anche un concetto antico, ma non per questo va dato per scontato.
Non commento il resto, perchè si tratta di opinioni assolutamente legittime, ma dire che la Lega è al 14% perché ha parlato di euro e legge Fornero …
La Lega è il classico partito di scopo: “no stranieri”, dove lo straniero è prima il meridionale e poi l’immigrato. Per questo ha il suo “fortino” nel lombardo-veneto. Credo che se chiedi al contadino di quelle terre della Fornero difficilmente sa dirti cosa abbia fatto.
Analogo discorso per il M5S: partito di scopo “No casta”.
Naturalmente anche loro hanno presentato dei programmi su tutto lo scibile umano, soprattutto il m5S, interessante vedere che fine hanno fatto.
La Lega cominciò sì come partito di scopo, ma lo scopo era l’indipendenza della Padania (lol) dall’Italia
Finché hanno parlato quasi solo di questo non sono mai andati oltre il 10%. Il massimo dell’era pre-Salvini fu quando presero l’8%, non mi ricordo in che anno (ma cmq tra il 2008 e il 2011).
Nel 2011 crollarono ai minimi storici per una serie di ragioni: avevano governato assieme a Sivlio e condotto l’Italia sull’orlo del default, erano stati beccati a rubare come tutti gli altri (vd. Bossi, diamanti Tanzania, lauree fasulle etc.) crollarono nei sondaggi
Dopo un breve interregno di Maroni è arrivato Salvini, che ha capito che bisognava rinnovare un po’ il pacchetto degli slogan. Ha scoperto Bagnai e ha capito che cavalcare l’onda anti-europa poteva far presa sulla gggente. Poi ci ha messo anche la riforma Fornero e un sacco d’altra roba demagogica (dagli evergreen contro l’immigrato al diritto a sparare ai ladri. L’unica cosa che non può fare è la tiritera anti-casta, perché la gente ancora si ricorda di tutte le loro malefatte).