Pirates! No leader?

Continua la discussione da Campagna 2016 - bozze grafiche:

Correggo. “NO LEADERS” può suonare accusante nei confronti degli altri partiti. Meglio “NO LEADER”.

In Italia se non ovunque il termine LEADER si attribuisce a quelle persone che stanno all’epicentro di una organizzazione politica e le danno la direzione in allargata autonomia. In questo senso noi non abbiamo leader, noi abbiamo persone che a volte dimostrano grande LEADERSHIP e a volte lasciano che venga a mancare. Se ci sono tanti leader, è ovvio che abbiamo a che fare con democrazia o perlomeno oligarchia. In questo senso mi pare un messaggio politico praticabile dire che non abbiamo leader mentre è più difficoltoso dire che siamo orizzontali in quanto non possiamo evitare di avere persone in ruoli eletti per certi scopi – perciò siamo orizzontali come il mare con le sue onde e burrasche, che è sempre e comunque molto meglio dei partiti verticistici. Forse ci vorrebbe un sondaggio per sapere se “NO LEADER” viene compreso come l’assenza di un CAPO o se qualcuno realisticamente sarebbe capace di interpretarci l’assenza di leadership politica.

Avendo interagito con non poche persone che credevano nei movimenti orizzontali, ho potuto constatare che le interpretazioni di motti, indicazioni, principi riassunti in una frase, sono molto semplicistiche, talvolta fuorvianti, ma non di rado è il principio stesso ad essere ingenuo.

Espressioni come “dal basso”, “orizzontale”, “senza leader” e simili, vengono intese nel senso che chiunque deve poter dire la propria opinione ed essere ascoltato. Questo è ovviamente impossibile e non poche persone (a Roma per esempio) si sono risentite tantissimo, fino a costituire alcune assemblee o gruppi di opposizione contro eventuali “portavoce” o contro i fondatori di un simile movimento, ecc.

Dov’è il problema? È ingenua l’interpretazione o il principio? Credo che se da una parte ci sono molte persone con scarso senso pratico e realismo, tanto da credere ad un princpio impossibile, che viene poi necessariamente disatteso, dall’altro lato non ci si può affidare soltanto ad un princpio, ma serve un intero metodo, a cui possiamo dare un nome, ma poi va letto e accettato.

Aggiungo che personalmente non mi piace usare la negazione di qualcosa (es. “no leader”) per indicare un aspetto della propria organizzazione; è meglio dire positivamente cosa ci si impegna a fare: es. democrazia partecipata, democrazia diretta, consultazione popolare, metodo di XYZ, ecc.

Cosa che nel PP è effettivamente realistico, anche se fossimo in centomila iscritti. Con il metodo della democrazia liquida se raccogli un numero sufficiente di sostenitori alla tua idea si passa in fase di dibattito e si fa una analisi costruttiva di quello che hai da offrirci. Certo, per chi crede di potersi imporre sugli altri ci sarà spesso il risveglio amaro che i sostenitori alle sue iniziative non li trova.

Il problema a descrivere un metodo è che prima non lo conosce nessuno, e dopo qualcuno lo invalanga di fango usando qualche trucco mediatico antidemocratico (ricordo certe pubblicazioni su WIRED riguardo alla democrazia liquida che erano pura manipolazione negli interessi di Casaleggio).

Anche il termine partecipazione è in uso overdosato e underrealizzato, e non rende il concetto di uguaglianza realizzato dalla democrazia liquida. Anche il PD potrebbe aprirsi alla partecipazione senza per questo mettere in dubbio il verticismo decisionale.

Considerando che siamo tra i pochi dove il “senza leader” è un dato di fatto (esiste anche la rete dei cittadini che usa una struttura vagamente simile alla nostra) e non una esclamazione populista, non so se facciamo bene a non andarne fieri.

Boh.

Beh, certamente non si può mettere la descrizione in un volantino (se è questo che state preparando), però, a prescindere da chi ne parla bene o male, va esposto. Ricordo che Grillo disse provocatoriamente “i Pirati con liquid feedback si sono liquefatti”. Sono affermazioni che dispiacciono, perché c’è un impegno serio e difficile che dà risultati col tempo e “sparare sopra” non è né costruttivo, né intelligente, è giusto propaganda.

Non posso però, non far presente, che la parziale verticalità del M5S, anche se non ammessa, gli ha dato una marcia notevole, a livello di identità, per guadagnare la posizione che ha raggiunto. Lascio stare se ha fatto bene o male, c’è molto nel M5S che “non mando giú”, come anche cose che apprezzo. Però, tra questi due poli “democrazia liquida” (PP) e “semplici occasionali sondaggi” (M5S), la differenza è nel livello di dettaglio che si vuol raggiungere per scegliere tanti piú aspetti in modo democratico.

Credo sia importante stabilire quale “granularità” debba avere una democrazia diretta per funzionare, senza essere dispersiva e senza essere banalizzata.

C’è stato un periodo, e ogni tanto torno a pensarlo, che serve un classico partito onesto (e dietro questa parola c’è un’impresa miracolosa, me ne rendo conto…) che faccia ricorso a semplici consultazioni popolari. Il motivo di questo “ripiego”, che a tratti mi prende, è che i cittadini sono molto ignoranti (non ne faccio una colpa, però è cosí, l’ho constatato in tante occasioni), non hanno tempo e voglia di pensare a quel che non rientra nella propria quotidianità e, ancora di piú, si aspettano che qualcuno li rappresenti, che si gestiscano bene molte faccende che non competono al cittadino (questa è una percezione diffusa) in merito all’economia, al rapporto con l’estero, alla tutela dell’ambiente.

I motivi predominanti (su cui tutte le campagne politiche si basano) che “attivano” i cittadini sono: meno tasse, piú soldi, piú diritti, meno immigrati (per chi li ritiene un problema) e poche altre cose che devono impattare fortemente sulla quotidianità, il resto per il cittadino medio (la maggioranza) non esiste.

Siamo pronti per la democrazia diretta? A me piacerebbe, ma quello che vedo mi fa quasi ricredere.

Sicuramente è una novità importante e ha un valore, suggerivo soltanto di mettere in positivo questa qualità, “non c’è un leader”, dunque le decisioni come nascono? Diciamo questo. Ad ogni modo, non sono iscritto al PP e non penso di avere voce in capitolo.

Ribadisco che è fondamentale gestire il “livello di dettaglio” della democrazia diretta, altrimenti si potrebbe essere fieri di una cosa che, in realtà, terrà lontana la maggioranza…

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Si, i partiti autoritari hanno più successo politico di quelli democratici – infatti la maggioranza delle democrazie al mondo sono governate da minoranze reazionarie/autoritarie. Nel caso del M5S si tratta addirittura di un modello stile benevolent dictatorship. Purtroppo è lo stesso modello che scelse anche Adolf.

Noi vogliamo una via diversa. L’autoritarismo se proprio inevitabile preferiamo metterlo nella convivenza per assicurarci che riusciremo a essere politicamente capaci di agire ma certamente non lo vogliamo in forma di strutturazione di potere verticale che implica una predisposizione alla corruzione che equivale alla garanzia che un partito di questo tipo non potrà trattare i veri grossi problemi dell’umanità in quanto interviene prima la corruzione. Meglio risolvere le challenges di partecipazione e convivenza che di arrendersi ad una struttura verticale. Ma continuiamo ad avere problemi a fare i necessari passi…

Dato che non è la verità, di conseguenza è diffamazione, giusto? Potremmo agire legalmente contro di lui?

La democrazia liquida è il metodo più granulare che conosciamo. Provalo. Hai visto qualche presentazione a riguardo? Ce ne sta una che diedi al Forum PA.

Appunto per questo stiamo limando con tale intensità regolamenti vari… perchè solo quando si è in pochi si possono mettere tutti i paletti giusti per partire dopo.

Le consultazioni popolari rischiano di non dare abbastanza spazio alla razionalità e troppo spazio all’opinionismo cioè alla manipolabilità del popolo. La democrazia liquida è un metodo migliore a mio avviso.

Appunto per questo ci vuole il sistema liquido.

Ma si è dimostrato migliore (almeno per me che c’ero di mezzo) che la rappresentanza sia un gruppo di mille o diecimila persone in una piattaforma di democrazia liquida piuttosto di quattro gatti eletti – perchè quelle persone che poi si daranno da fare a occuparsi delle cose lo faranno molto meglio dei gatti.

Infatti i Pirati sono contrari alla democrazia diretta se non utilizzata con le pinze e tantissima cautela. Sono i cinque stelle che non hanno mai capito la democrazia liquida e parlano di democrazia diretta come se fosse una soluzione praticabile.

Purtroppo ogni semplificazione dei concetti dietro alla democrazia liquida rischia di non dare l’idea del potenziale complessivo. Non si riesce a riassumere in due parole, “NO LEADER” invece si.

Provaci, ci stiamo avvicinando ad uno stato operativo per il quale posso tentativamente iniziare a raccomandare l’iscrizione. Qualche problemino ancora c’è per mancanza di adeguata cultura, ma l’impostazione legale è buona.

Mi sembra un po’ poco, comunque non mi intendo delle sottigliezze della diffamazione. Ho trovato questo video che preoccupa sulle intenzioni della piattaforma del M5S (anche in futuro vogliono roba proprietaria?) e la trascrizione di un’intervista a Grillo di cui riporto solo questo estratto:

[Grillo:] Ma i pirati sono scomparsi… con liquid fiibert si sono liquefatti con liquid fiibet. Allora no, voglio dire, per fare un gruppo e inserirlo nel parlamento devono essere rappresentate sette nazioni, quindi noi siamo uno… abbiamo bisogno di rappresentanti di altri sei. Li andremo a conoscere, metteremo in rete le persone, i curriculum, se ci sarà un piccolo gruppo, non so… i verdi tedeschi oppure di certi gruppi spagnoli o francesi che vogliono le stesse cose sul fiscal compact, che vogliono abolire, magari con un referendum, l’euro o vogliono ritrattare tutte le i trattati… e noi faremo-potremo anche farla un alleanza. Chi l’ha detto ? Per avere, per avere peso dentro il parlamento… ma se noi mettiamo venticinque dei nostri, preparati, perfetti dentro quel parlamento cambia l’europa e cambia l’italia. Noi andiamo la per cambiare le leggi qua…

Il video non l’ho trovato, ma da qualche parte esiste (l’avevo visto).

Se la webcam è considerata un mezzo attendibile di certificazione (mostrare la carta di identità vicino al volto, recitare il codice segreto, eventualmente altro) potrei farlo, altrimenti devo rimanere in attesa…

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Grazie. A suo tempo avevo visto il video (integrale) con Di Maio, ma non il resto della discussione pubblica; che avevo pero’ letto su qualche articolo de IlFattoQuotidiano … e’ roba di circa 2 anni fa.

A me preoccupa il pressapochismo linguistico anche li’ dove condivido il valore semantico espresso da chi parla. Comprendo che sono faccende estremamente complicate e quindi occorre un po’ di esemplificazione, pero’ chiedere, dalla TV, “la certificazione del blog di Casaleggio” introduce una quantita’ incredibile di rumore nel tessuto sociale perche’ … non e’ il blog, lo strumento di pubblicazione, a dover essere certificato… e’ la macchina di voto a dover essere (eventualmente) certificata!!!

Quando parli di “certificare il blog” stai parlando di “registrare in tribunale la testata giornalistica”; che e’ uno dei problemi dell’impianto giuridico italiano per quanto riguarda il giornalismo. L’esistenza di un albo dei giornalisti, l’obbligo di registrare il giornale, etc, sono stati spesso impiegati per togliere la voce invece di garantirne (es: Carlo Ruta, Telejato). In Germania (come nel grosso dei paesi europei, e molti altri fuori dall’europa) non hanno questa merda (ma hanno altri problemi).

La macchina di voto invece deve avere dei meccanismi di sicurezza per garantire l’integrita’ del voto. Se lo vuoi risolvere dal punto di vista meccanico puoi impiegare alcuni dei sistemi tecnologici impiegati, ad esempio, per risolvere il problema del ‘double spending’ osservato durante gli studi delle valute elettroniche. Se invece lo vuoi risolvere dal punto di vista umanistico, allora hai quello che sembrerebbe aver fatto la Casaleggio Associati (quando Casaleggio risponde a Travaglio): pagare un’azienda esterna che garantisca l’integrita’ della macchina di voto. Ed anche qui e’ simile ai servizi di escrow finanziario, es: mandarsi i soldi con Western Union. Entrambi gli approcci pero’ introducono dei problemi, GROSSI PROBLEMI, che richiedono una certa quantita’ di integrita’ etica da parte di chi li produce ed esegue, una certa quantita’ di denaro per produrli ed eseguirli, ed una certa quantita’ di rischio e azardo morale. Combinando ad arte questi due approcci, si ottiene un risultato molto vicino alla perfezione. Volendolo.

Pertanto, discutere in modo improprio queste faccende, porta alla confusione mentale generale in cui ci stiamo arrovellando noi popolino. Perche’ almeno uno tra {soggetto,verbo,oggetto} e’ SEMPRE sbagliato. Per un ignorante e’ praticamente impossibile capire, imparare, migliorarsi. Io, per capire queste 4 cazzate, ho dovuto spendere 4 anni di vita a leggere volumi inumani di chiacchiere: uno che lavora… come fa? Anche eliminando tutti i momenti di svago, non ne ha modo. Per questioni di educazione pregressa, tempo ed energie mentali, non ce la fara’ mai.

E in tutto questo non si arriva mai alla cosa piu’ importante di tutte, la MOAB (Mother Of All Bombs): non esiste metodo tecnologico o metodo umanistico tale che la macchina di voto e’ integra al 100%. Pero’ esiste un ‘buon compromesso tra costi e risultati’. Volendolo.

Quando 3 anni fa abbiamo discusso questo, lynX sbraitava che voleva il voto pubblico come da protocollo LQFB, per consentire la verificabilita’ ex-post dei voti espressi e quindi la certificazione della macchina di voto, e io sbraitavo che, VISTI:

  1. gli espedienti impiegati dai politici per falsare i risultati elettorali (es: Storace, scandalo Laziomatica, qualcuno accede impropriamente all’anagrafe digitale … probabilmente per facilitarsi la raccolta delle firme necessarie a presentare una lista elettorale; cosi’ come in altre occasioni ci sono stati brogli per lo stesso motivo… da Cota in Piemonte a fantomatici personaggi che acquisiscono residenze in paesetti del sud dove vengono eletti come sindaci, assessori, etc, senza che nessuno in paese li abbia mai visti ne conosciuti).
  2. considerata la situazione penosa della sicurezza degli strumenti elettronici in uso, dai terminali alle reti. Dal bootloader degli smartphone, alle black box nei punti di peering della rete italiana. Alla generale incapacita’ di usarli…

Non era fondamentale preoccuparsi ex-ante che tutti i voti fossero integri. Era invece necessario preoccuparsi che la gente non finisse sparata per cio’ che votava; sistema troppo corrotto, non puo’ produrre onorevole dignita’. Senza il supporto dei militari (delle lupare, di chi COMANDA) non sarebbe mai comunque avvenuto.

E i militari stavano li’ a fare l’esatto contrario: hanno manipolato le rotte BGP per inseguire i mafiosi all’estero… loro dicono… e io ci credo perche’ ci devo credere per forza (in quanto non ho le palle per correre dietro ai mafiosi, quindi mi affido a chi ce le ha). Ma avrebbero dovuto ANCHE fare questo di cui avevamo bisogno noi, il popolo loro sovrano.

Oggi le cose sono cambiate. Una delle forze armate ha avuto il coraggio di adottare il software libero. E’ solo un germorglio … ma e’ un inizio. Lo scrivo piangendo per annaffiarlo. Proteggetelo con i vostri corpi, se necessario.

Non mi sento completamente apposto con la coscienza quindi a discutere ulteriormente le scelte politiche, non solo di sedicenti Pirati, M5S … ma anche dei piddini e dei berlusconiani. E nemmeno di militari e mafiosi. Di nessun individuo. Visto il degrado in cui tutti ci siamo dovuti muovere, in Italia e in qualunque altro luogo nel mondo. Gloria per chi e’ riuscito a produrre una qualunque cosa di positivo in questo senso … e a suo insindacabile giudizio esclusivo. Questo e’ uno dei riflessi di luce prodotti dalla sentenza della corte costituzionale 01/2014.

Bene produrre testimonianze fuori dal coro su faccende grosse come la trattativa stato-mafia; ma solo per fini storici. Per evitare cioe’ che le Foibe vengano stralciate dai libri di storia. Non per rimborsare finanziariamente 50 anni dopo gli eredi dei trucidati. Io in Via Mario Intreccialagli ci passavo tutti i giorni quando ero in Italia; per tornare a casa di mia nonna quando vivevo li’, o per andare a comprare i fischiabotti di capodanno quando ero bambino … il signor Mario Intreccialagli, parti’ una mattina dal mio paesetto per andare nella capitale e non torno’ piu’ … le sue ossa sono da qualche parte nelle varie fosse (quelle Ardeatine, se non ricordo male) in cui furono trucidati gli italiani rastrellati a caso in quel periodo maledetto. Ma io non vivro’ per sempre e molti degli attuali abitanti del mio paesetto non sanno chi era Mario. E’ solo una strada, per altro molto fastidiosa da scrivere. Quindi servono i libri di storia.

E’ poco dignitoso da parte di Di Maio dire che i pirati si sono liquefatti, perche’ in realta’ ci siamo fatti da parte (per lo meno io) per dare tempo a tutti, M5S in primis, di fare bene senza avere anche noi in mezzo alle loro palle … ma non e’ un illecito. Anche volendo prendere in considerazione i reati d’opinione, un parlamentare non e’ responsabile di cio’ che fa in termini politici durante il suo mandato… chiaramente uno stupro a scopo propagandistico produrrebbe quantomeno una richiesta di autorizzazione a procedere dalla magistratura al parlamento… ma la cosa assomiglierebbe ai tanti casi in cui, da decenni, si trovano coinvolti alcuni politici (il re inglese che voleva sposare anche Anna Bolena, Cossiga e il divorzio, Assange e lo stupro). Questioni spinose.

LEADERSHIP LIQUIDA Ogni membro del partito può proporsi o delegare a uno o più membri la leadership per l’esecuzione di una determinata funzione o il raggiungimento di un determinato obiettivo, il quale (o i quali) s’impegna a rispettarne tempi, modalità e condotta precedentemente stabiliti.

Non è tipo questo che dovremmo comunicare?

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Buongiorno sono Noi, il nuovo leader carismatico

Spiego un po’ l’idea qui: https://taverna.arrembaggio.eu/t/nuovi-strumenti-di-democrazia-sparwasser-mar-15-dic-h18-30-pigneto-dibattito-pirata/

Secondo me la novità politica che offriamo è che non ci sono gerarchie rigide imposte dalla struttura, che se si creano disparità di “peso politico” attraverso le deleghe esso comunque rappresenta perfettamente la volontà di tutta la collettività. Mentre altrove si può non essere soddisfatti dei rappresentanti, qui lo si è sempre, perché ognuno sceglie il suo.

Quindi è l’intera collettività che partecipa alle decisioni, sempre. Non c’è leader, ma solo un Noi, che si esprime per voto diretto di tutti o indiretto di alcuni tramite dei loro delegati di fiducia.

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Magnifica la motivazione e in bocca al lupo per Sparwasser, ma non facciamoci prendere troppo dall’entusiasmo: utilizziamo la democrazia liquida in quanto il metodo meno peggio che conosciamo, ma non facciamoci scappare promesse troppo grosse, addirittura perfette. :wink:

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