Pirati for Dummies - Manuale operativo gruppi locali

Credo fortemente nella necessità di capitalizzare queste 60.000 espressioni di voto e di crescere, come ha scritto bene Exedre, partendo proprio dall’aiuto dei nuovi iscritti.

Per evitare dispersione di energie e di dover continuamente reinventare la ruota, da bravi hackers condividiamo le esperienze pregresse per buttare giù una specie di “manuale operativo” per i gruppi locali.

Premesse:

  • Si può iniziare anche da soli, non serve essere in gran numero
  • La sfera di influenza del gruppo locale iniziale non deve essere né troppo grande né troppo piccola. Dimensione comunale/provinciale entro i 100-200.000 abitanti.
  • Se esistono già altri gruppi vicini, federarsi e coordinarsi nelle attività.

Strumenti:

  • Social network
  • Siti web/Blog
  • Email
  • IM (Telegram)

Operatività:

  • Creare pagina FB e profilo Twitter con nome riconoscibile. Personalmente ho creato “Siena Pirata” ed è piaciuto molto perché da proprio l’idea di qualcosa di rivoluzionario e insubordinato;
  • Creare luogo di scambio/discussione, come gruppo pubblico su Telegram e/o su Facebook;
  • Avere un sito web/blog, anche su piattaforme gratuite come Wordpress.com, dove pubblicare comunicati stampa e eventuali appuntamenti o altro materiale prodotto dal gruppo;
  • Creare indirizzo e-mail ufficiale del gruppo, tipo su ProtonMail;
  • Strumento per l’invio dei comunicato stampa ai media locali, dopo aver raccolto l’indirizzario delle redazioni: personalmente uso MailChimp, gratuito fino a 500 invii mensili;

Fare “politica locale”:

  • ogni posto ha le sue peculiarità e problematiche, dal problema parcheggi al caro affitti alla sanità che non funziona: usare questi argomenti per far conoscere, attraverso comunicati stampa, sia il gruppo che le “idee pirata” in merito;
  • i gruppi locali diffonderanno ai media locali i comunicati provenienti dal “nazionale”, anche declinandoli o integrandoli per la propria realtà;
  • organizzare eventi fisici periodici, come l’aperitivo pirata del venerdì sera sempre nel solito bar/luogo, e promuoverlo via social/stampa;
  • organizzare serate a tema, come presentazione di libri (ovviamente sui nostri temi) o su argomenti specifici (es. Opendata), invitando personalità note e la stampa;
  • coinvolgere e contattare eventuali associazioni “nerd” locali, come LUG o hackmeetings;

Credo di aver sintetizzato, male e in modo incompleto, la mia idea di “gruppo locale”. Ma con il vostro aiuto, sicuramente questo thread potrà diventare un riferimento per tutti!

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Solo una precisazione: 600 è un numero fittizio, letterario (come “eran trecento, eran giovani e forti”). Non sono realmente 600, tanto per chiarire.

Social network (anche fossero cento senza la S finale, lo chiedo per favore).

Possiamo appuntare questo thread da qualche parte, tipo Hacklab o Strutture, finché forse lo ratifichiamo in AP? Mi pare una di quelle cose da non disperdere nel database…

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This topic is now pinned. It will appear at the top of its category until it is unpinned by staff for everyone, or by individual users for themselves.

Per quanto riguarda i siti internet, forse sarebbe meglio centralizzare, tipo: partito-pirata/regione/città o similare. Il sito personalizzato genera ripetizione inutile, ed è soggetto a morte precoce, mentre in questo modo, in caso di morte del circolo, la storia dei comunicati resta archiviata

Avevamo creato dei terzi livelli, tipo regione.partito-pirata.it che puntavano ai vari applicativi creati in autonomia (nei limiti del possibile).

Il livello regione per ora mi pare sufficiente, tranne forse le grandi aree metropolitane che potrebbero avere milano.partito-pirata.it o roma.partito-pirata.it

Avevamo anche pensato a siti regionali generati automaticamente dal database centrale — capaci di servire allo scopo territoriale, a distribuire informazione a tutti che riconducano al lavoro comune nazionale/continentale/mondiale, a non disperdere energie in lavori di manutenzione ridondanti, a garantire la qualità visuale del marchio anche dove non ci sono professionisti della grafica capaci di seguire la CI creata da altri (a suo tempo col placet assembleare)… ecc.

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O forse si potrebbero semplicemente creare delle sezioni locali nel sito principale, creando utenti con permessi limitati di gestione solo in quel settore (se possibile), e permettere di pubblicare i propri articoli li. Anche un planet potrebbe essere un’opzione…

Visto che vengo chiamato in causa (grazie!) mi permetto di specificare meglio il mio pensiero. Michele è stato già abbastanza chiaro, ma è bene sottolinearlo tre volte.

Personalmente sono fortemente contrario alla creazione di partitini locali sotto l’insegna del partito pirata, il quale è UNO ed è bene che tale rimanga, e a questo vengano convogliate tutte le energie dei pirati dovunque essi siano. È bene esercitare la massima moral suasion perché ciò accada se non vogliamo trovarci con 8000 partitelli comunali in conflitto tra loro, potenzialmente interessati solo alle piste ciclabili sotto casa. Un giorno, forse, potremmo anche occuparci di questo, ma ora non abbiamo tempo e forze per farlo.

Sono invece favorevole ad incardinare, anche a livello locale, le battaglie che cercheremo di incardinare a livello globale. L’essenza della nostra politica è, quantomeno, a livello continentale, già pensare di agire al solo livello nazionale dovrebbe darci una chiara indicazione che stiamo prendendo una scelta sbagliata (poi potremo farlo, ma sempre consapevoli di quello che stiamo facendo).

Il Partito Pirata ha, oggi, solo quattro rappresentanti istituzionali e il nostro compito è aiutare loro e non inventare cose che possano eventualmente essere confliggenti, o anche solo incasinanti, una posizione che dovrà essere comune.

Non sono contrario in qualche occasione che potremmo scegliere tutti assieme di impegnarci in qualche specifica battaglia locale investendo l’impegno di tutti nel partito su quella battaglia (questo sarebbe un ottimo posto dove valutare la policy 90% (e se non 90 almeno 55%). Ma sono certamente contrario all’idea di pre-costruire il conflitto campanilistico, per mezzo dei gruppi locali.

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Guarda un po’, stavolta @exedre ha scritto esattamente quello che di solito scrivo io… questo è quanto intendo quando dico di stare alla larga dalla sussidiarietà

Immagino che il ragionamento sia sul piano strategico, in quanto lo Statuto prevede la possibilitá di creare circoli.

Attualmente il problema del PP é crescere, quindi andrebbero costruite delle strategie, che ferme restando le istanze, siano in grado di prendere piede sul territorio e di entrare nel dibattito politico.

Il modello classico del partito di massa vuole la costruzione di circoli locali nel quale i militanti lavorano per convincere il loro cerchio di conoscenze e per fare propaganda locale come tavolini o organizzare dibattiti.

Questo modello é entrato parzialmente in crisi con l’ingresso di partiti fortemente mediatici come Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Il problema di questa tipologia é che ha bisogno di imporsi sui media per funzionare e per ovvi motivi é debole sul piano locale.

Non avere sedi locali ti rende debole quando devi agire su quel piano, per esempio, raccogliere firme per un circolo é una cosa molto semplice.

In realtá oggi le sedi servono solo quando devi partecipare alle elezioni, perché il dibattito, la crescita e la costruzione dell’appartenenza non avviene piú in sezione ma tutta su internet. Anche potenziali blog locali non parlerebbero dei temi nazionali, ma solo di quelli locali. Io ragionerei in termini piú dinamici, intanto farei uno screening per capire dove siamo e come siamo posizionati sulla cartina geografica. Per esempio se a Milano si ha la forza e la voglia di creare una lista, non vedo perché non lo devono fare, ma se devo obbligare una singola persona che si trova isolata a sputare sangue per stare dietro al dibattito politico locale, allora eviterei.

Piú che sezioni territoriali io creerei dei gruppi di scopo, dove la sezione territoriale é un caso particolare, per esempio, la sezione di Taranto, é un gruppo di scopo dove lo scopo é analizzare le problematiche specifiche di Taranto.

Peró ci sono temi che possono essere generalizzati, come ad esempio, l’introduzione di tecnologie open-source in tutti i comuni d’Italia, o un gruppo di scopo “Ambiente” potrebbe raccogliere i temi ambientali di Taranto e di altre zone industriali e rilanciarle sul piano nazionale. Quindi vedrei le sezioni territoriali come qualcosa che appare e scompare a convenienza, evitando le spillette “segretario, coordinatore etc.” e magari creando un coordinatore di lista solamente durante le elezioni.

Peró cercherei di essere presente alle occasioni elettorali, ovunque possibile.

Analizzare si va bene, certo, ma anche con l’aiuto di esterni a Taranto. Ma poi i problemi che hai trovato in ambito di corruzione, ambiente e digitalizzazione saranno più o meno gli stessi nella maggior parte della nazione, no? Le cause alla radice sono più globali…

Non proprio, dato che ogni particolare declinazione di una direttiva a livello statale presenterà difficoltà peculiari allo specifico ambiente in cui viene applicata. Proprio per questo non è sufficiente operare solo su livello nazionale, per quanto sia la priorità: si sente il bisogno di attivismo anche a livello locale, per richiamare all’ordine e al buonsenso chi vi si astiene.

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Se posso, pur comprendendo le perplessità (e anche l’avversione) ai localismi, credo che cellule operative locali siano essenziali sia per concretizzare le iniziative che per consolidare e far crescere il Partito. Per quanto possano rappresentare un rischio, anche sotto il profilo politico, creare luoghi fisici di incontro locale serva anche a dare una percezione più solida del PP, oltre che per segnalare eventuali situazioni politicamente interessanti da combattere sul piano nazionale.

L’idea di creare circoli comunque indipendenti, es. “Siena Pirata”, che richiamano ma non ricalcano in toto il Partito Pirata, serve a una duplice funzione:

  • raccogliere simpatizzanti
  • creare un riferimento locale
  • creare un megafono locale per le tematiche nazionali ed europee
  • creare un “captatore” per tematiche di interesse nazionale

Ovviamente è fondamentale, soprattutto in vista di eventuali tornate elettorali, tutelare il nome del Partito Pirata ed evitare situazioni di potenziale imbarazzo. E qui il POW diventa fondamentale per riconoscere a eventuali persone o gruppi la legittimità di usare il logo del Partito Pirata in competizioni elettorali locali.

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si, approvo. Va bene anche un dominio di terzo livello regionale e poi eventuali pagine comunali/provinciali (es. toscana.partito-pirata.it/siena) e ovviamente per le grandi metropoli usare il dominio di terzo livello (eventualmente che punta alla pagina sotto il dominio regionale, es firenze.partito… —> toscana.partito…it/firenze) così da mantenere omogeneità