Sussidiarietà come vettore di Corruzione

Ho ascoltato la testimonianza di una giovane madre fuggita da una setta a Williamsburg. A parte la drammaticità di una crescita in un ambiente tossico e rendersi conto di stare in una bolla di bugie a diciassette anni ho notato un dettaglio importante per i nostri discorsi sulla democrazia:

Per potersi slegare dalla setta e comunque ottenere la potestà genitoriale ha dovuto spostare abitazione verso Manhattan per ottenere una giurisprudenza indipendente. Fosse andata in corte a Williamsburg non avrebbe avuto speranza. Come è possibile?

Ce lo spiega così: A Williamsburg nessun politico riesce a fare carriera senza il sostegno di questa setta che vota tutta in blocco, perciò tutti accettano di proteggere tale setta con le sue usanze liberticide — ne consegue che l’intero esecutivo protegge tale setta. Altrettanto forte la pressione sull’apparato giuridico della zona. Un magistrato che vuole tornare a casa sano e salvo evita di mettersi contro la setta. Ne risulta che all’interno della bolla di Williamsburg non c’è giustizia, non c’è separazione dei poteri, non c’è democrazia.

Tutto ciò dovuto al principio di sussidiarietà.

Vedi anche Sussidiarietà e Federalismo in rapporto al libero mercato. Dibattiti precedenti sulla sussidiarietà (interna nel partito però): – No al principio di sussidiarietàAbbiamo sufficiente sussidiarietà

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IMHO tutto ciò è dovuto alla mafiosità (lo scenario che hai descritto non è molto dissimile da quello mafioso). Se questi scenari si riproponessero ovunque esista la sussidiarietà allora potresti aver ragione. Ma esistono svariati esempi di luoghi nel mondo dove non accade nulla del genere.

Spiegami in quale modo la corruzione mafiosa non è figlia della sussidiarietà. E mostrami esempi di sussidiarietà ai quali partecipano persone normali (cioè corrompibili), denari o valori di rilievo, eppure non succede nulla di grave…?