No, scusate, visto che ho iniziato questo thread cerco di chiarire meglio: Port Royal è un’idea di rivista di area completamente avulsa dal Partito Pirata.
Vorrebbe essere una rivista di area, su temi Pirata (ovvero anche, ma non solo, quelli di cui si discute qui, coi contributi di @erdexe, @Shamar, @Cal, @mutek, @briganzia e tanti altri).
Come si dovrebbe fare una rivista del genere?
Si crea, come spiegava prima @briganzia, un comitato di redazione, fatto prevalentemente da chi poi avrà intenzione di partecipare al progetto assiduamente, non solo scrivendo in prima persona articoli ma anche curando l’impaginazione, la stampa, il design, verificando le fonti, le citazioni, eccetera eccetera…
Insomma, un bel lavoro - ve lo dico perché ci sono passato, a cavallo degli anni 2000, con una rivista letteraria, “Il Viaggiatore Immaginario. Appunti.” - sicuramente molto più di quanto si pensi.
Questo comitato, in genere composto da massimo una dozzina di persone, decide in autonomia, collettivamente e in armonia. Non ci sono capi, né piattaforme: non pensiate di usare LQFB o altre merdate (parola intenzionalmente volgare) del genere. Non solo non servirebbero, ma sarebbero assolutamente fuori luogo.
Questa redazione deve per forza contenere un giornalista accreditato - @erdexe ci sei? - che sia anche Direttore Responsabile. Poi si deposita e festa finita.
E no, @mutek, “Pirat Partiet” è semanticamente sbagliato: sia per il nome (partito pirata in svedese) che per il senso. Un Partito non c’entra proprio nulla.
Ovviamente, oltre alla redazione, ogni contributo esterno ad essa sarebbe benvenuto!
Port Royal @Cal è proprio nell’immaginario collettivo la città delle meraviglie, dei tesori caraibici. Certo è sprofondata negli abissi poi, ma tutto finisce: l’importante è che rimanga un ricordo affascinante.
E questo @mutek sarebbe anche un tentativo di resurrezione di Port Royal (resurrezione della quale la nostra epoca avrebbe, a mio parere, molto bisogno).